Aria cruda e vento caldo, avvolgono i cuori in una sera “affamata di pane e libertà, mondo nuovo e verità”. Una manciata di minuti prima che iniziasse il concerto, c’è stato un accorato appello da parte dei giovani occupanti di “Bancarotta”, il centro giovanile sequestrato solo una decina di giorni fa dopo il maxisequestro dell’area del’Ex Italsider di Bagnoli: “ Siamo stati gli unici a pagare le spese di uno scempio durato più di trent’anni, con la nostra attività, dedicata alla rinascita del quartiere di Bagnoli, intendiamo continuare ad organizzare eventi ed iniziative pubbliche per ridare voce al popolo. Chiediamo quindi la partecipazione della cittadinanza per tenere vivo il nostro spirito di protesta”. Lunghi applausi e un attimo dopo “vecchi, giovani, bambini, umani, extraterrestri, dei, ladri, matti, santi e gay” si sono ritrovati, tutti insieme, in una bolgia infernale a ballare come degli scalmanati nel catino incandescente dell’Arenile di Bagnoli sulle magiche note della Black Tarantella di Enzo Avitabile.
Il folklore popolare, mediato dal fascino senza tempo della musica nera, il world beat e la poesia civile sono il marchio di fabbrica dei testi dell‘artista di Marianella che, in trent’anni di carriera, ha saputo cogliere l’essenza delle sue prestigiose ed innumerevoli collaborazioni.
Accompagnato da un ensemble di musicisti straordinari: Gianluigi di Fenza (chitarra), Mario Rapa (batteria), Carlo Avitabile ( percussioni), Carmine Pascarella (tromba), Antonio Bocchino (sax), Diego Carboni (tastiere), Paolo Palmieri ( basso), Avitabile mette sul palco un piatto pieno di tematiche delicate, scottanti: le sue canzoni parlano di uomini uccisi, incatenati, scamazzati, scassati, sfruttati. Parlarne con la dovuta crudezza è un atto necessario, il disagio delle parole è necessario per dare un senso più vero e più profondo alle guerre e alle torture che funestano il mondo. Il ritmo della musica è sempre sostenuto, quasi ossessivo e la genuinità sanguigna di Avitabile rappresenta fedelmente il verace animo di un nero a metà che ama e non smette di farsi amare da chi, come lui, sostiene che “ non ce serve o superch ma vulimm o necessario”.