“People have the power” canta Patti Smith in una delle sue canzoni più famose. Proprio così, le persone hanno il potere, il potere di creare i presupposti per continuare a sperare ed è proprio questo tipo di potere che rende la musica di Patti, eternamente “potente”.
Sul palco dell’Arenile Reload di Bagnoli per l’inaugurazione della nuova edizione del Neapolis Festival 2013, Patti Smith è tornata a Napoli, in occasione della prima data del suo nuovo tour, a sostegno della ricostruzione di “Città della Scienza”, distrutta pochi mesi fa da un devastante incendio doloso. Attraverso una finestra virtuale con il Giffoni Experience, il Neapolis Festival si propone quindi, con successo, come nuovo baluardo della cultura a Napoli.
Patti Smith è rock nel suo essere semplicemente sé stessa: contenuti, tenacia e profondità espressiva dello sguardo sono gli ingredienti della sua accattivante ricetta. Il pubblico, giovane e meno giovane è catturato dal suo carisma; padrona della scena, Patti è serena ma non lascia niente al caso, le sue parole, scandite ad una ad una, sono affilati fendenti.
Ad accompagnarla degli straordinari musicisti: Lenny Kaye, Jay Dee Daugherty, Tony Shanahan e Jackson Smith, più volte protagonisti di eccellenti assoli strumentali.
Rivolgendosi direttamente al pubblico, Patti condivide il dolore di quanti si sono sentiti privati dell’arte, della conoscenza, della matematica e della scienza e urla a pieni polmoni che non può esistere una vita senza tutto questo per cui Città della scienza sarà senz’altro ricostruita.
April Fool, Redondo Beach, We shall live again scaldano il cuore immettendolo in un turbinio d’amore per la madre terra con il brano Fuji San.
Nell’introdurre My Blakean Year, Patti Smith imbraccia la sua chitarra e racconta, divertita, il suo viaggio verso Napoli, le sue aspettative e lo stupore del riscontro del pubblico nei suoi riguardi.
Le note scorrono come un fiume refrigerante: Summertime Blues, Free Money, Dancing Barefoot deliziano lo spirito mentre This is the girl è il sentito omaggio di Patti al talento di Amy Winehouse.
Subito dopo Pissing the river, il pubblico esplode letteralmente con Because the night, scritta a quattro mani con Bruce Springsteen. I canti di Patti sono intrisi di rabbia, a volte di disperazione e tra gli ululati di Gloria, cantata a squarciagola da tutti, e l’urlo liberatorio di People Have the Power Bagnoli intravede un barlume di futuro, ed è solo l’inizio.
Foto di: Umberto Frenna