(In)quiescenza: così s’intitola il disco dei partenopei Mathì.
Nato da un’idea poetico-musicale il gruppo, formato da Francesco De Simone (voce e chitarre), Antonio Marano (piano elettrico, glockenspiel, synth), Gennaro Raggio (chitarra elettrica), Raffaele Manzi (basso), Gennaro Coppola (batteria e percussioni), concentra le proprie suggestioni metafisiche immergendole in evocative poesie musicate con delicate sonorità eteree.
Volendo descrivere il disco, pubblicato dall’etichetta Controrecords, attraverso degli aggettivi lo definiremmo:
1) Onirico: le molteplici ispirazioni filosofiche irradiano le visioni e le tempeste emotive narrate in La mano di Dio sulla mia schiena e L’Abisso
2) Inebriante: come una ventata di illuminante verità in una dannata notte insonne
3) Vorticoso: nel descrivere i virtuosismi di anima dilaniata da un sentimento di ansia somatizzata ne La serpe
4) Inquiescente: ogni brano racconta una singolare tipologia di (in)quiescenza, penetrando nelle viscere dell’inconscio pronto a vomitare tutti i pensieri più reconditi
5) Autentico: niente svirgolamenti ed arzigogoli, la voce di De Simone è quasi un anelito impercettibile, lesto ad insinuarsi nella mente dell’ascoltatore
6) Filosofico: un lessico forbito ed elegante sintetizza e racchiude le nobili intenzioni di un animo in cerca del vero
7) Visionario: le immagini surreali di A ritmo di pioggia stimolano l’immaginario verso inediti orizzonti
8) Inquieto: è il percorso di ricerca che si conclude la destabilizzante immagine di un vuoto colmo di nulla