“La vita inquieta” è l’ album con cui Liprando, al secolo Francesco Lo Presti, cantautore campano e chitarrista dei Bradipos IV, viviseziona le incertezze del vivere.
Tredici tracce pervase di morbosa inquietudine dove una tormentata ricerca nei meandri più oscuri del proprio io, fa da sfondo ad un sound a tratti frenetico e pulsante, a tratti onirico e sinistro.
Il pop cantautoriale di Liprando si colora di elementi metallici, dati da originali sperimentazioni elettroniche.
L’enigmaticità mistica de “La notte nera che apre” diventa oppressione asfittica con l’immagine di un insetto cristallizzato descritta nel testo de “Nell’ambra” .
“L’aria promette nostalgie dimenticate e poi ci prende e ci abbandona in altre vite” canta Liprando in “Cosa rimane” sottolineando l’illusorietà della ricerca dell’amore.
Un linguaggio intenso e struggente dipinge il disincanto e la disillusione con cui le parole filtrano l’ascolto di un suono pop rock elettroacustico.
Il processo di vivisezione dei sentimenti continua con “Le persone innamorate” mentre i “giorni sospesi a metà” de “La vita inquieta” ci proiettano verso le zone d’ombra di “Una semplice mattina” .
L’ipnotica intro dub di “Ogni volta che sei qua” introduce il monito universale,” non c’è una vita, una verità che lascia la possibilità di stare in società con la brava gente che non cambierà”, che diventa leit motiv imperante del brano “Qualcosa da nascondere”. Il nichilismo assolutista di “Niente pulsazioni” conquista gli ingranaggi della mente mentre “La notte nera che chiude” cala il sipario un attimo prima che la paura ci divori.