“La casa sulla luna” è il nuovo album del partenopeo Bruno Bavota, pianista e compositore modern classical.
Giovane e talentuoso, Bavota si fa portavoce di speranza e pace dei sensi con dieci tracce veloci ma intessute con abile maestria.
Reduce dall’importante esibizione presso la Royal Halbert Hall di Londra, in occasione del Galà di presentazione dell’Accidental Festival, Bavota propone una casa lontana dalla terra, ma vicina quanto basta, per poterne raccontare vizì e virtù con l’aiuto di Marco Pescosolido (violoncello) e Paolo Sasso (violino).
La creatività minimalista di Bavota viene infatti arricchita da infinite striature colorate attraverso un delicato arrangiamento degli archi.
Amour, apre il disco senza fronzoli: la turbolenza della passione è messa a nudo, l’anima non ha scampo.
L’uomo che rubò la luna è invece dolce e avvitata come un abbraccio impercettibilmente più stretto dopo un triste avvicendamento di pensieri che attanagliano la mente.
Il dito si muove sul vetro appannato è tutto un susseguirsi di giochi di luci ed ombre tratteggiate da una malinconica introspezione ma con Seguimi amore una corsa perdifiato lungo i prati di un bosco incantato, disseminato di fiori bagnati dalla rugiada del primo mattino, risveglia i sensi dal limbo sospeso di Buongiorno-buonanotte.
Il violoncello grave e greve di Pescosolido in Cielo blu notte ispira intime riflessioni che si trasformano in sogni di giorni felici e spensierati.
Il ritmo quasi dance de Il sole di domenica è un crescendo di note dinamiche e veloci come un sole caldo e luminoso che, dopo un’intensa giornata, si avvia, stanco, verso il tramonto.
Il saluto elegante e vorticoso di Arrivederci signora luna è un avvicendarsi di sinuose piroette un attimo prima che la Ghost track, ci dia un assaggio dell’album che verrà tra un sussulto ed un ultimo appassionato sospiro.