Quindici anni hanno scandito la storia degli Amari, giunti al nono album intitolandolo “Kilometri”.
Cero, Dariella e Pasta riscoprono il pop percuotendo il proprio sound con un forte scossone stilistico. Questo nuovo lavoro condensa in 9 tracce le intuizioni e le storie raccolte osservando una generazione incerta e malinconica.
Il tempo che trasforma le cose e le persone è il concept di un album in cui la musica esalta le strofe e ritornelli che racchiudono parole e ragionamenti.
Chitarre e batterie dialogano, senza troppa invadenza, dando un suono orecchiabile, cortese e sinuoso alle parole, ora dolci e ovattate, ora crude e dirette.
Ogni traccia, offre molteplici chiavi di lettura come un quadro di pittura astratta pienissimo di pennellate tutte da decifrare.
“Aspettare, aspetterò” con le sue sonorità vintage andanti, apre uno scenario di aspettative mentre “Ti ci voleva la guerra” suggerisce che “la soluzione è negli angoli” e che “ per rompere la bolla non basta una canzone”. In “Africa” si prova a spiegare la provincia ma, comunque la si gira” è inutile anche dirlo si stava meglio prima”.
“Il tempo più importante” è il gioiello di questo disco che racconta “il logorio dei giorni che non abbiamo passato insieme” e che si chiede “com’è che siamo qui a parlare del tempo, non è che ne abbiamo così tanto”.
Malinconia e romanticismo s’impossessano della scena con “Il cuore oltre la siepe”mentre un sound elettronico e pimpante da vità al cinismo spensierato de “ La ballata del bicchiere mezzo vuoto”.
La montagna di pensieri da scalare della title-track “Kilometri” si erge, infine, prepotente oltre sentieri di tempo sprecato, perso, “Rubato”.