In occasione della presentazione del suo ultimo disco intitolato “4OR Solis” e nell’ambito della rassegna Maggio dei monumenti, il Solis Strig Quartet, ha tenuto un concerto gratuito nella Sala Scarlatti del Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. La simbolica location, affascinante e pregna di ricordi, è la stessa in cui Vincenzo Di Donna e Luigi De Maio ai violini, Gerardo Morrone alla viola e Antonio Di Francia al violoncello hanno studiato e sono cresciuti insieme.
Dopo 20 anni di carriera,costellata di successi mondiali, prestigiose collaborazioni con artisti di elevatissimo calibro internazionale ed inedite produzioni jazz, world music, pop e musica contemporanea, questi 4 “scugnizzi” hanno deciso di tornare alle origini con un emozionante live per presentare le dodici tracce che compongono il nuovo disco registrato interamente in presa diretta.
Alchimie di suoni e ritmi, brani originali e reinterpretazioni delle forme più tradizionali hanno immerso il pubblico in una dimensione altra, fatta di fervida immaginazione.
Le impeccabili e coinvolgenti esecuzioni del dinamico Quartetto si fondono con una significativa mimica facciale da cui traspare energia verace, autentica, pulita.
Il concerto, concepito come un diario di bordo che raccoglie il meglio delle influenze culturali e musicali dei paesi in cui il gruppo ha suonato negli ultimi anni, ha offerto un repertorio misto senza mai rinunciare ad una forte ritmicità.
Tra brani inediti e creative rivisitazioni di grandi classici del jazz come il raffinato Minuanodel contemporaneo Pat Metheney e il dialogo tra quattro saggi che costituiscono le voci protagoniste de Nella pioggia, arriva il turno delle poetiche suggestioni ispirate dalla leggiadrìa delle note di Occhi perduti.
Il momento topico del concerto giunge sulle passionali note di MozarTango: brano nato dal geniale accostamento di Mozart ad Astor Piazzolla. Contaminazioni, reminiscenze e pathos assoluto e totalizzante fanno da sfondo ad una trama perfetta per raccontare passioni e scandali di corte fino all’ossessiva e tribale conclusione.
Si prosegue con la romantica Song for Carolina e le suggestioni notturne ed imprevedibili di Altamarea.
Scrosci di applausi arrossano gli occhi dei 4 commossi artisti che riprendono subito in mano le redini del palco con i vezzi e i lazzi di Metrò e le avvolgenti vibrazioni sfumate di enigmaticità di Aguargento. Il sangue nelle vene si fa bollente con Alhambra: un fiume di note in piena, impetuoso, potente, travolge tutto ciò che incontra lasciando il pubblico senza fiato.
Pare destreggiarsi tra un suk e l’altro il Solis String Quartet con Arabico e gli spettacolari richiami vocali dei quattro musicisti che paiono venire dalle dune del deserto.
Repentino è il ritorno tra i vicoli del cuore di Napoli con la classica “foja” della Tarantella del Vesuvio e un ultimo omaggio a Piazzolla sulle note di Oblivion che, insinuandosi nelle viscere dei ricordi di ciascuno, lancia il pubblico in un’interminabile standing ovation.
Dopo i saluti, il Solis String Quartet, richiamato a gran voce sul palco, ha deliziato il pubblico, estasiandolo, con il sublime bis di MozarTango per chiudere al meglio un concerto da incorniciare.