Logos è l’album con cui i Maieutica puntano a far emergere il pensiero attraverso suggestioni ed impulsi di idee.
Prodotto da Defox Records/Heart of Steel Records con la prestigiosa collaborazione di Alex De Rosso, il lavoro discografico di questi 5 giovani di Padova apre un varco diretto all’intimità dell’ascoltatore senza moralismi.
Thomas Sturaro (vocals), Matteo Brigo (lead guitar, rhythm guitar), Roberto Guarino (rhythm guitar), Luca Serasin (bass) e Mirco Zilio (drums) amano definire il proprio sound “ rock pensante” perché nasce dal pensiero e vuole generarne.
Logos è quindi il suono del pensiero: a tratti morbido e avvolgente, a tratti claustrofobico e assillante, poi elettrico e potente.
Un tuffo negli abissi più reconditi della propria coscienza per smuovere gli ingranaggi della mente anestetizzata dal manicomio della realtà circostante, questo è il senso di questo disco che, cantato rigorosamente in italiano, compie inaspettate piroette tra assoli più classicamente rock ed effluvi metallici tra brevi passi prog e il pathos della dark wave.
Le visioni psichedeliche di un apparato musicale, quanto mai complesso, trovano nei testi molteplici spunti di riflessione e di introspezione: l’apertura strumentale de “Il suono del pensiero” è come una prima scarica elettrica di purificazione. “Non ci sono angeli e demoni, solo situazioni” cantano i Maieutica in “Sinestetica apparenza” tra strofe melodiche ed incalzanti mentre le chitarre ansiogene e distorte de “In preda alla fuga” rendono vivida l’immagine di un uomo in fuga da sé stesso e dal mondo che lo circonda. A.D.I.D.M. (Armi di indifferenza di massa) riassume tutto il suo senso nel titolo anche se i versi “ Non c’è coscienza, coscienza critica, tutto può succeder qui, finchè non tocca a te” rappresentano l’essenza perfetta del disagio socio-culturale che viviamo.
Riff nervosi ed inquieti pervadono i suoni de “L’oracolo” e mentre i Maieutica ci accompagnano verso la ricerca della verità, l’atmosfera onirica de “La scelta” ci catapulta tra le arie mistiche di “Tre”.
“Scomodo pensiero” lascia affiorare alla mente i pensieri che ci divorano, che ci sgretolano e poi ci liberano mentre “Natale di s’Odio” e “Primaneve” chiudono, infine, le porte del subconscio lasciando che la vittima tenda la mano al carnefice condannando il pregiudizio che offusca gli occhi ed esaltando la ricchezza della diversità.