Nel vasto oceano della scena indie americana, spicca l’originalità di Dear Miss Lonelyhearts, il quarto album della band californiana Cold War Kids. Il singolare timbro vocale di Nathan Willet è la vera peculiarità del gruppo ma, ad onor del vero, le sonorità di Dann Gallucci, Matt Maust e Matt Aveiro costituiscono l’impalcatura perfetta per l’assetto del disco.
La già nota qualità di scrittura del gruppo, si conferma vincente con canzoni visionarie, al limite della dimensione onirica, tutte arrangiate come una serie di piccole rocce che affiorano, disseminate qua e là lungo un sentiero fatato.
L’energia di Miracle Mile è un’onda entusiastica diretta verso la più cupa e tortuosa Lost that easy. La voce di Willet di attorciglia su sè stessa come un invisibile serpente mentre un emozionante assolo di chitarra introduce il trip electro synth di Loner Phase.
Fear & Tremblingè la parentesi mistica del disco: un’atmosfera intimista lascia ampio spazio alla creatività strumentale che si insinua prepotentemente anche nelle note di Tuxedos : una ballad arricchita dalla sorprendente presenza di coinvolgenti cori gospel.
La carica disperata di Bottled affection diventa iperbolica in Jailbirds per poi svanire nel neoclassicismo di Water &Power.
Dear miss Lonelyheartsè una lettera a cuore aperto scandita da percussioni che scuotono l’anima.
Chiude il disco Bitter Poem , una sorta di amarcord, intriso di pathos, che lascia una vena di amaro in bocca in attesa del definitivo riscatto.