Una Pasqua che non ti aspetti quella vissuta al Teatro Trianon con Edoardo Bennato che, in occasione dei 40 anni di carriera, ha proposto i più grandi successi della sua discografia in due appuntamenti live, il 30 ed il 31 marzo, intitolandoli: Trian-Rock.Il rock al teatro del popolo.
Lo scugnizzo bagnolese ha conquistato ancora una volta il pubblico con la sua carismatica ed esuberante ecletticità da one man show.
Partendo dall’album del debutto, “Non farti cadere le braccia” pubblicato nel marzo 1973, Bennato ha ripercorso il suo cammino artistico rimaneggiandolo con cura e per farlo si è lasciato accompagnare dalla grinta artistica ed emozionale del Quartetto Flegreo composto da Simona Sorrentino e Fabiana Sirigu al violino, Luigi Tufano alla viola e Marco Pescosolido al violoncello.
Il concerto si apre con una triade intrisa di passione, spirito critico, acutezza e prontezza di spirito: “Dotti, medici e sapienti”, “Detto tra noi”, “In fila per tre”.
“Bravi ragazzi” e “Arrivano i buoni” i brani scelti per omaggiare gli amici Jannacci e Califano, appena scomparsi; “Sono solo canzonette” e “Il gatto e la volpe” gli evergreen più amati.
Con l’attualissima “Tu grillo parlante” il rock di Bennato picchia duro: entra in scena la fantastica band formata da Raffaele Lopez alle tastiere, Giuseppe Scarpato e Gennaro Porcelli alle chitarre, Roberto Perrone alla batteria, Lorenzo Duenas Perez al basso e alle percussioni. Musicisti di altissimo livello in grado esaltare le parole dei testi al vetriolo che Bennato ha continuato a scrivere nel corso degli anni.
“Il paese dei Balocchi”, “Asia”, “Mangiafuoco” si susseguono come pepite incandescenti, il rocker napoletano non ha peli sulla lingua e una versione molto teatrale di “Vendo Bagnoli” introduce il messaggio di “Rinnegato”: “Guardare avanti, sì, ma a una condizione, che tieni sempre conto della tradizione!”.
La chicca della serata è l’intervento di Eugenio Bennato che sulle note de “Il mondo corre” regala “consigli giusti, nei momenti giusti” non solo ad Edoardo ma anche al pubblico, attonito ed affascinato.
Un delicatissimo arrangiamento di “Un giorno credi” ci riporta nel vivo del concerto, seguono “A lei” e “La mia città” .
“Il rock di Capitano Uncino” coinvolge e diverte mentre un doveroso occhio di riguardo all’amata Bagnoli, converge occhi e spiriti verso una questione più mai scottante e dolorosa come quella del recente incendio di Città della Scienza.
Sulle note de “In prigione” Edoardo Bennato saluta il pubblico a suo modo, con un messaggio a metà strada tra il serio ed il faceto: “ Andatelo a dire in giro che m’annà arrestà!” .
E chi lo fermerà?