Con colpevole ritardo approfondiamo la conoscenza di uno dei dischi più belli degli ultimi mesi. Si tratta di “Racine Carée”, il secondo album di Stromae. L’artista belga, il cui nome all’anagrafe è Paul Van Haver, sta riscontrando un successo davvero notevole, non solo grazie alle vendite del disco, ma anche alle visualizzazioni dei suoi videoclip, ormai virali. A tutti i non francofoni suggeriamo vivamente di dedicare una lettura alla traduzione dei testi, pregni di contenuti significativi e sferzante ironia. Stromae tocca alcuni dei temi più delicati della nostra attualità in modo originale e intelligente e lo fa attraverso una musica impossibile da etichettare. Le 13 tracce che compongono il disco strabordano di idee sonore e narrative, altro che rime messe l’una dopo l’altra, Stromae ci va giù senza se e senza ma: l’artista ventottenne non la manda a dire e chiarisce subito che è arrivato il momento di farsi un’analisi di coscienza e prendere atto della situazione che ci circonda. Davvero straziante è la trama di ”Papaoutai”, in cui Stromae piange l’assenza del padre, morto nel genocidio ruandese del ’94, eppure la trascinante ritmica del brano indurrebbe a pensare a tutt’altro. Che il ballo sia un modo per esorcizzare i mali che affliggono l’animo umano? L’ipotesi pare molto più che probabile. “Formidable” è la ballata che in questo momento è in cima alle classifiche italiane, insieme al singolo “Tous les mêmes”, entrambe scherniscono le relazioni di coppia, attraverso un interessante scambio di ruoli da parte dell’interprete. L’eterogeneità dei contenuti e dei suoni utilizzati da Stromae, che, tra l’altro, è anche il produttore del disco, si sposano con la sua personalità vistosamente teatrale, eppure mai fuori luogo. Le sue performance sono studiate, particolareggiate, sono originali e spingono sempre su un obiettivo preciso. Il colpo di genio è la rivisitazione che Stromae fa di Bizet con una “Carmen” in cui l’amore è come l’uccellino di Twitter e le relazioni vanno avanti a colpi di like e tweet. C’è spazio anche per una furiosa condanna al razzismo di ogni tipologia in “Bâtard”, l’inquinamento ambientale è il tema di “Moules frites”, la mancanza d’acqua nel mondo quella di “Humain à l’eau”, il cancro è il terribile male di “Quand c’est”. Il tutto si chiude con il sonoro “vaffa” di “AVF” tanto per chiarire che lo schifo per l’involuzione del genere umano non guarda in faccia a nessuno.
TRACKLIST:
“Ta fête” “Papaoutai” “Bâtard” “Ave Cesaria” “Tous les mêmes” “Formidable” “Moules frites” “Carmen” “Humain à l’eau” “Quand c’est?” “Sommeil” “Merci” “AVF”
Raffaella Sbrescia
Video: “Formidable”
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