“Milonga madre” è il quarto progetto discografico del collettivo Sulle rive del tango. Edito dall’etichetta partenopea Agualoca Records, il disco mira ad un’attenta ed approfondita indagine musicale, attraverso 18 brani che, ad uno ad uno, svelano ed intarsiano i più intimi dettagli della milonga, tradizionalmente definita “madre del tango”. Traccia dopo traccia sussulti, battiti ed emozioni si avvolgono in uno stretto abbraccio sensoriale, pronto a lasciarci soccombere di fronte alla straordinaria capacità che la musica possiede nel saperci sorprendere ancora e ancora. La poliedricità del disco sta nei modi, nei tempi, nelle parole e negli strumenti che sono confluiti in un progetto assolutamente vario e ricco di spunti. Il primo ce lo offre “La colegiala”, brano sornione, dal fascino vintage. Il ritmo sinuoso del “Polpo d’amor”, scritto dal cantautore Vinicio Capossela, su musica dei Calexico, è un divertente bolero beffardo mentre estremamente fascinosa è l’elegante vocalità di Floriana Cangiano, in arte Flo, nel brano intitolato “Ca ne tient pas la route”. Origini e radici mediterranee animano le atmosfere di “Respiro”, interpretato da un intenso Raiz con i Radicanto. Lingue, storie e suoni s’intrecciano attraverso le travolgenti note di “Emma”, “Mulatada”, “Los Vino” fino alla title track “Milonga Madre”, rivisitazione di una milonga tradizionale di Alfredo Zitarrosa, ad opera del trio partenopeo Orchestra Joubès, che firma anche il penultimo brano del disco “La neve sottile”, in collaborazione con l’interprete messicano Yayo Gonzalez, voce e leader dei Patè de Fuà. A seguire la suadente musica per immagini del “Tango per Dì” dei Sineterra e poi, ancora, l’urban sound di “Addicted” e le improvvisazioni strumentali della singolare versione del famoso “Lilies of the Valley” (brano utilizzato da Pina Bausch nelle sue coreografie) realizzata da Tango in Vilnius. La vitalità del disco prende, all’improvviso, una piega più intimista, quasi malinconica con “Egentilig En Danser”, l’electro-tango di “I know he’s mine” e l’imponente violino di “Milonga para una harmonica”. L’ultima parte del disco è affidata alla dolcezza delle parole di “I’ll gonna miss me” e alla singhiozzante preghiera d’amore di “Una noche mas”. L’ultimo spiffero d’amore è racchiuso, infine, nel breve ed intenso “Volo” di Alberto Becucci.
Raffaella Sbrescia
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