Un disco ad occhi socchiusi, questo è “Logico”, il sesto album di inediti di Cesare Cremonini. Sempre più esponente del cantautorato moderno, l’artista bolognese è riuscito a superare l’ostico passaggio generazionale che, all’interno del frammentato contesto musicale italiano, è sempre stato molto complesso. Facendo incetta di quel che in 34 anni di vita è riuscito a capire ed apprendere, Cesare è diventato un uomo, pur sempre affamato di idee. Consapevole dello stretto legame tra la Logica che si nasconde dietro la fase compositiva di un testo o di un brano strumentale, Cremonini ha colto la sostanza del termine derivante dal greco λόγος che indica pensiero, ragionamento, riflessione, razionalità e ne ha fatto il punto cardinale da cui lasciar passare domande, spesso destinare a rimanere senza risposta. Spinto dall’istinto viscerale di far provare qualcosa alla gente, Cesare si è dedicato alla costruzione di un album incentrato sulla scoperta, sul racconto, sulla riflessione. Scartavetrando la patina iniziale, il cantautore prova a portarci per mano nel nucleo di una serie di storie che, una dopo l’altra, compongono il puzzle della vita. Ogni singolo arrangiamento è stato realizzato con cura e con quella lentezza che ancora in pochi riescono a permettersi nell’era del tutto e subito. Forte del contributo di Davide Petrella de Le Strisce in fase di scrittura, Cesare ha voluto aprirsi anche ad altri generi musicali come l’elettronica o la dance, affidandosi alla tecnologia così come alla strumentazione della vecchia scuola. Lontano da vincoli e limiti, “Logico” si presenta come un disco impossibile da catalogare, un’oasi di parole e suoni tutti da ascoltare.
Ad inaugurare le tracce dell’album sono i 34 secondi di “Intro blu”: un richiamo apocalittico, ancestrale, primitivo ed inquietante, una camera oscura in cui denudarsi da pregiudizi e preconcetti, il corridoio che dà l’accesso al cuore. “Greygoose” è un divertissement, un marchio di fabbrica, simbolo della personalità ironica e sorniona quale è quella di Cesare Cremonini. Abbiamo già avuto modo di innamorarci perdutamente dell’esuberanza strumentale e semantica di “Logico #1”, il manifesto di questo album in cui l’amore abbraccia il punto interrogativo, un punto di domanda sempre più invadente che continua a farsi strada, giorno dopo giorno, tra gli umani del post tutto.
“Ci si trasforma quando si è innamorati e a me fa un po’ paura questa cosa”, ha spiegato Cremonini in conferenza stampa, e, in effetti, è vero: l’amore plasma l’anima, un dato di fatto che o si accetta o si rifugge. “Io e Anna” scava l’anima di due individui consumati dalla vita. Il testo offre l’occasione per riflettere e rimodulare esigenze e priorità.
A metà strada tra citazionismo filmico ed immaginifica costruzione letteraria “John Wayne” s’ispira all’esperienza cinematografica che ha visto Cremonini al centro de “Il cuore grande delle ragazze”di Pupi Avati. “Nella vita non ci sono red carpet”, canta l’artista bolognese che in “Fare e disfare” mette nero su bianco i desideri di un “solitario mai solo”, di un selvaggio innamorato della musica. “Vecchiare non è intelligente”, scrive Cesare in “Vent’anni per sempre”, una traccia italo-inglese che profuma di avventura e di groove veloce e allegro.
“Un barbone ricco di sogni e di fumo” è il protagonista di “Quando sarò milionario”, il brano che Cesare ha dedicato a suo padre, presente nella sua vita in modo “distante ma coerente”. L’arrangiamento del brano è tra i più complessi del disco, aperture strumentali si aprono alla tradizione cantautorale lasciandosi avvolgere da influenze folk per un risultato fuori dal comune. “Se c’era una volta l’amore (ho dovuto ammazzarlo)” si rifà al libro di Efraim Medina Reyes e, anche in questo caso, affronta antiche paure e debolezze del Cremonini di qualche anno fa. Il tema della separazione tra due persone che si amano crea irrimediabilmente una faglia impossibile da rimarginare ma il tempo si rivela, ancora una volta, il rimedio naturale più efficace per tamponare l’emorragia di dolore. “C’è una ragione per essere, per vivere ma non sappiamo più scegliere, non sappiamo decidere nemmeno cosa difendere e da che”, Cesare Cremonini è nudo, non ci sono barriere, muri o cinte di protezione: domande su domande si susseguono come una scarica di colpi di mitragliatrice, prontamente cicatrizzate dal bellissimo finale strumentale del brano. Visioni, fotografie, frammenti di vita, sentimenti e disillusioni fanno capolino anche tra le parole di “Cuore di cane”: il protagonista è un uomo che finalmente conosce l’amore ma la sua lei è la moglie di un altro. Cuore e cane sono due termini che fanno a cazzotti, che si respingono attraendosi in un coagulo di emotività selvaggia, rude, ribelle. “Logico” di nome e di fatto, il disco si conclude con “Cos’hai nella testa”. La testa, il luogo più indecifrabile e illogico dell’essere umano, il luogo che racchiude la coscienza, che determina il nostro stare al mondo. Note, suoni e colori costruiscono quella che è la valvola di sfogo dell’album, il manifesto dell’inquietudine umana da prendere con scioglievole leggerezza.
Raffaella Sbrescia
Le date di “LOGICO TOUR 2014”:
28 ottobre Mediolanum Forum- Assago (Mi)
31 ottobre Rimini-105 Stadium
2 novembre Conegliano (Tv)- Zoppas Arena
6 novembre Bologna-Unipol Arena
9 novembre Bari-Palaflorio
11 novembre Roma-Palalottomatica
14 novembre Napoli- Palapartenope
16 novembre Acireale- Palasport
18 novembre Perugia-Palaevangelisti
19 novembre Firenze-MandelaForum
21 novembre Mantova-Palabam
22 novembre Torino-Palaolimpico
25 novembre Trento-Palatrento
27 novembre Padova-Gran Teatro Geox