“La pelle racconta” è il nuovo lavoro discografico del cantautore Maurizio Pirovano. Intesa come testimone tangibile e reale di emozioni, ricordi, sensazioni, la pelle è il tramite tra la nostra anima ed il mondo circostante per cui, facendosi carico di questa verità, Pirovano dà vita ad un album intimo, diretto, sincero. Infiniti attimi, fotogrammi e flashback di vita vissuta fanno capolino nelle 10 tracce che compongono l’album a cui hanno preso parte anche Alessandro Sironi, Antonio Marinelli e Maurizio Cambianica. Aprendo le porte dell’anima, Pirovano utilizza le parole per mettersi in gioco con autenticità e coraggio uscendo da una realtà sempre più impersonale e assuefatta dal consumismo imperante. Aspettami, ascoltami, credimi: sono queste le prime necessità che emergono dal brano di apertura. Sgomento, rabbia e disillusione sono i sentimenti di cui è intriso il testo di “Cristo Santo”: “Non ho più risposte, non ho più domande resto qua in disparte mentre cado a pezzi”, canta Pirovano, mentre sullo sfondo forti riff di chitarra si librano nel rispetto della migliore tradizione rock italiana. E ancora: “Ti sei mai chiesto se un giorno avrai il coraggio di partire, buttare via i tuoi sbagli e non dover più tornare”, questi gli interrogativi di “Illumina”. Sangue che scorre, segni indelebili e sensazioni profonde irradiano il mood della title track “La pelle racconta”. Bellissima anche la trama di “Non ho più scuse”: “Non ho più scuse, non ho più storie nel tempo dei veleni”, un’intensa immagine che è fedele specchio di una realtà sempre più arida. “Riparto da zero, riparto per sentirmi un po’ più vero, che in fondo per qualcuno è ciò che sono, riparto da quello che mi hai dato, da quello che ho vissuto, da quello che ho lasciato e poi voluto”, questo il fulcro di uno dei brani più forti e più viscerali del disco quale è “Riparto da zero” che, insieme a “Una è la vita”, rappresenta la testimonianza più immediata delle intenzioni artistiche e personali di Maurizio Pirovano: aprirsi al mondo con un atteggiamento schietto eppure possibilista .
Raffaella Sbrescia