E’ uscito a sorpresa lo scorso 14 febbraio l’ultimo album di Kanye West, dopo circa 3 anni di lavorazione e molta attesa. Come l’ultima fatica della collega Rihanna, anche “The Life of Pablo” è stato “dato in pasto” a Tidal, la discussa piattaforma fondata da Jay-Z che ha gratuitamente reso disponibile per lo streaming il disco. Benché non sia ancora chiaro se verrà messo in vendita in formato fisico e digitale, ecco perché “The Life of Pablo” è un album che vale la pena di ascoltare. Cominciamo dal titolo, originale e provocatorio: qui il rapper lascia una voluta ambiguità riferendosi forse al pittore Pablo Picasso, rimandando così al mondo dell’arte e della cultura oppure a Pablo Escobar, noto narcotrafficante colombiano e quindi lasciando presagire di muoversi più su un territorio rapper convenzionale, oppure ad entrambi. Il disco si presenta – come è possibile sentire fin dalla prima traccia intitolata “Ultralight Beam”- come un vero e proprio inno “gospel” con tanto di cori, organi e preghiere in sottofondo. Moltissimi i featuring presenti: su tutti, l’amica Rihanna che appare nel bellissimo brano “Famous” – una delle tracce più radiofoniche che contiene un campionamento di “Mi sono svegliato…e ho chiuso gli occhi” della band italiana Il Rovescio della Medaglia – il rapper Kid Cudi, il pluripremiato Kendrick Lamar e perfino Chris Brown.
Molte anche le collaborazioni che all’ultimo sono state cancellate e sostituite nelle versioni finali dei brani per motivi che non ci è dato sapere, facendo infuriare il web: si pensi per esempio a Madonna, che ha prestato la sua voce nel brano “Highlights”, sostituita all’ultimo dal rapper The-Dream oppure all’australiana Sia, che doveva comparire nel magnifico brano “Wolves”, sostituita poi da Frank Ocean.
Kanye vuole ancora una volta spiazzare il suo pubblico attraverso la costante ricerca di una varietà di suoni nuovi ed inusuali. Se il medesimo intento era stato applicato anche al precedente album “Yeezus” con esiti discutibili (si rischiava la cacofonia in alcuni brani!), qui il rapper “vince” giocando più sulla varietà di generi: accanto a pezzi più pop e disco (“Highlights”, “Wolves”, “Fade” che sembrano usciti dal suo lavoro più riuscito “808’s and Heartbreak”), troviamo infatti tracce hip-hop e rap più tradizionali (“Real Friends”, “No More Parties in L.A.”, “Facts”) ed interludi auto-celebrativi (“I Love Kanye”).
“The Life of Pablo” è quindi un disco che merita più di un ascolto per essere compreso e che ci ricorda che Kanye West quando vuole sa ancora essere un validissimo artista e produttore della scena hip-hop.
Giacomo Vitali