Il menù della prima serata del Festival di Sanremo è molto ampio e versatile. In scena tutti i 30 artisti in gara che finalmente giocano a carte scoperte. Ce n’è per tutti i gusti: dalla quota outsiders a quella cantautorato puro; non manca nulla. La ciccia nei testi è ai minimi storici ma poco male: il monito di Fiorello è quello giusto: Ama pensati libero…. È l’ultimo.
Ecco le pagelle:
Clara- Diamanti grezzi: freschezza e pulizia della linea non matchano con una melodia sciapa e avviluppata su se stessa in modo monotono. Voto 4
Sangiovanni – Finiscimi: il testo, molto cupo, risulta sbiascicato e senza tono muscolare. Voto 4
Mannoia – Mariposa: Elegantissima, in forma smagliante, Fiorella porta sul palco un manifesto femminista in modo femminile. Libera e orgogliosa, canta e incanta. Voto 7
La Sad – Autodistruttivo: Lodevole la volontà di dare visibilità a una fetta meno popolare del panorama musicale ma peccato per l’arrangiamento; si poteva sicuramente osare fino in fondo e fare le cose per bene. Voto 5
Marco Mengoni si mangia il palco e manda tutti a casa con “Due vite”: voce, presenza scenica, interpreatazione, emozione, energia e intenzione. Pazzesco e travolgente il medley: Guerriero, Ti voglio bene veramente, Mi fiderò, Proteggimi da te, Io ti aspetto, L’essenziale.
Irama – Tu no: una ballad intensa e struggente cantata in modo molto sentito e struggente. Voto 8
Ghali – Casa mia: Ghali racconta il dramma dei sogni che si perdono in mare vestendoli con un ritmo da hit estiva. Voto 6
Negramaro – Ricominciamo tutto: la vocalità di Giuliano è garanzia di classe con mille sfumature e colori intensi. Il tappeto sonoro, delicato e fragile, si evolve in modo ricco e travolgente evocando una visione sognante e felice. Voto 10
Annalisa -Sinceramente: il testo evoca altri brani. Tutto si gioca sul ritornello, la melodia ricorda molto da vicino quella di “Can’t get you out of my head” di Kylie Minogue. Voto 5
Profondamente commovente l’omaggio a Giovanbattista Cutolo attraverso la madre Daniela e il suo assolo accompagnato dall’orchestra di Sanremo. Giogio “Nisciuno te scorda”.
Mahmood -Tuta Gold racconta un vissuto difficile con una veste strumentale molto riuscita. Voto 9
Diodato- Ti muovi: il cantautorato. Quello puro, limpido che va a fondo fino in fondo toccando le corde del cuore e del buon gusto. Voto 9
Loredana Bertè – Pazza: Loredana va dritta a ogni bivio. Non ha bisogno di chi la perdona, lei fa sola, è pazza di sé, e a ragion veduta. Voto 8
Geolier- I p’me, tu p’te: il testo è un vorrei ma non posso. La sensazione è quella di aver perso una occasione per dire qualcosa di importante. Ciò dett,o il groove è importante Voto 7
Alessandra Amoroso- Fino a qui: Una ballad ben scritta e che centra il racconto delle difficoltà di tutti i giorni e della capacità di rialzarsi. Performance equilibrata ed efficace. Voto 6
The Kolors – Un ragazzo, una ragazza: Le vibes dei fulgidi anni ’80 vincono sul tutto il resto. Se baila senza pensare a niente di specifico. E ogni tanto sinceramente ci sta. Un po’ di sana leggerezza. Voto 8
Angelina Mango – La noia: non ci resta che ridere in queste notti bruciate. La cumbia della noia gode della presenza scenica di Angelina che ipnotizza la platea. Il marchio di Dardust è quello che ti prende, che ti ritorna, che ti rimane, che ti conquista. Voto 10
Il Volo- Capolavoro: sdolcinati e romantici ma demodè. Voto 5
BigMama – La rabbia non ti basta: un messaggio importante per una storia tutta da raccontare e da scoprire. Voto 7
I Ricchi e poveri -Ma non tutta la vita: dammi retta, scendi adesso in pista. Dopo 32 anni, i Ricchi e poveri portano energia e leggerezza sul palco. Voto 6
Emma – Apnea: una versione più raddolcita di Emma, per un’interpretazione gradevole di un brano danzereccio ma che non fa la differenza. Voto 5
Renga e Nek – Pazzo di te: un saliscendi di alti e bassi e grande mestiere per un duo eterogeneo e insolitamente funzionale. Voto 6
Mr Rain – Due altalene: la classica ballad melensa che non aggiunge e non toglie nulla a quanto già presente sul ben vasto menù. Voto 3
Bnkr44 – Governo Punk: La domanda è: dove sta il punk? Tra incubi e vizi, le vibes riconducono più a una boy band di provincia. Voto 4
Gazzelle -Tutto qui: una ballad romantica e struggente. Menomale, la quota indie è salva. Voto 7
Dargen D’Amico - Onda alta: l’ironia tagliente di Dargen permea un testo che cela una dinamica di sottotesto retorico. Il tutto con cassa dritta sparata a palla. Infine un appello contro la guerra in Medio Oriente. La storia, Dio, non accetta la scena muta, si appella alla fine Dargen con un sentito “Cessate il fuoco”. Voto 8
Rose Villain – Click Boom: anche qui un’occasione sprecata con un testo e un ritornello che sa di insulso. Voto 4
Santi Francesi – L’amore in bocca: il glam pop di questo duo evoca eleganza e arte a tutto tondo. Voto 8
Fred De Palma – Il cielo non ci vuole: presentato come uno sforna tormentoni, Fred De Palma presenta un brano intriso di tristezza con un arrangiamento che non racconta nulla di nuovo. Voto 3
Maninni - Spettacolare: una ballad che racconta una partita a scacchi con la verità. Fresco e credibile ma la melodia è un po’ troppo debole per lasciare un segno. Voto 5
Alfa - Vai!: sonorità folk che ricordano “Renegades” degli X Ambassadors per raccontare lo slancio della gioventù che non si fa troppe domande su un futuro privo di certezze. Voto 6
Il Tre - Fragili: due crepe in questo mare nero, non ci regalano emozioni di rilievo. Voto 4
Qui la top 5 degli artisti più votati:
1) Loredana Bertè – Pazza
2) Angelina Mango – La noia
3) Annalisa – Sinceramente
4) Diodato – Ti muovi
5) Mahmood – Tuta Gold