Tutto pronto per la proiezione cinematografica speciale di “Fabrizio De Andrè. Principe Libero”. Il 23 e 24 gennaio, a Febbraio un doppio appuntamento su Rai 1, il film girato da Luca Facchini, interpretato da Luca Marinelli, distribuito da Nexo Digital e prodotto da Rai Fiction e Bibi Film tv, sarà finalmente fruibile da tutti coloro che vorranno conoscere un pezzo di storia culturale e musicale italiana. Il grande merito di questo lavoro è quello di dare perfettamente l’idea di quanto Fabrizio De Andrè sia ancora vivo nei cuori di ciascuno, il suo essere palpitante, vero, avulso da qualunque imposizione, diventa emblema di vita vissuta a cuore aperto. Senza accettare regole altrui e dandosene delle proprie, Fabrizio ha lasciato un segno indelebile in più generazioni non solo grazie alla musica ma anche e soprattutto per il suo spirito. Ecco perchè il lavoro di Facchini ma soprattutto quello del bravissimo Luca Marinelli nei panni di De Andrè, di Valentina Bellè in quelli di Dory Ghezzi (seconda moglie di De Andrè) e Elena Radonicich in quelli di Puny(la prima moglie) fanno la differenza. Gli elementi che saltano subito all’occhio in questa pellicola di circa 3 ore e mezza di durata, sono l’avidità di vita, parole ed emozioni con cui Fabrizio trasformava tutto ciò che incontrava. La cura per la parola, l’artigianalità della ricerca, della costruzione del significato sono messe molto bene in evidenza in una sceneggiatura corposa, dettagliata, fotografica e mai scontata. La consulenza di Dory Ghezzi ha svolto, in questo lavoro, un ruolo fondamentale per riuscire a dare una chiave di lettura autentica, appassionata, vivida, reale di tutta l’epopea esistenziale di De Andrè.
Non solo virtù ma anche e soprattutto vizi: il fumo, l’alcool, le donne. Fabrizio non ha mai rinunciato a nulla. Sarà forse anche per questo che le sue canzoni in realtà erano poesie musicate. Tra i plus del film il commovente ritratto del controverso rapporto di De Andrè con suo padre Giuseppe, magistralmente intepretato da Ennio Fantastichini. Plauso particolare va anche a Gianluca Gobbi che, nei panni dell’indimenticabile Paolo Villaggio (l’attore è stato un grande amico di Fabrizio, uno dei primi ad incoraggiarlo ad esibirsi dal vivo) ha dato un contributo speciale alla ricreazione di un’atmosfera molto vicina all’originale.
Per chi, come me, non ha avuto l’occasione di vivere da vicino quegli anni in cui ogni cosa assumeva un significato reale, gli artisti erano tali e si prendevano sul serio, assistere ad un film del genere, ha rappresentato un’occasione preziosa di arricchimento culturale. Un momento di conoscenza e approfondimento necessario per aggiungere tasselli fondamentali ad una formazione culturale che sia degna di questa definizione. Last but non least, quello spirito e quei luoghi squisitamente liguri, che profumano di incontrovertibile introversione al mondo ma denotano una profonda comunione con la natura.
Raffaella Sbrescia