A distanza di tanti anni Enrico Ruggeri è ancora capace di rinnovarsi e rinnovare quello che gli sta intorno. Lo scorso 18 marzo è uscito, infatti, “Frankenstein 2.0″, che non è affatto una versione rimaneggiata e corretta del primo “Frankenstein”, pubblicato lo scorso anno dall’artista, si tratta, bensì, di un lavoro con un vestito sonoro realizzato ad arte in maniera del tutto artigianale, corredato da ben 4 inediti di pregevole manifattura. L’album è stato anticipato dal fortunatissimo singolo intitolato “L’onda”, un brano assolutamente geniale che, dal punto di vista musicale, strizza l’occhio alla new wave e alla disco music anni Settanta e Ottanta. Il brano è destinato a rimanere a lungo in vetta in virtù di un testo pieno zeppo di riferimenti al sistema sociale, politico e culturale in cui ci ritroviamo a vivere. “Parlano di pace, politiche future mettono in campo congetture e poi seguono l’onda, l’onda. Indignazione, la contaminazione
immigrazione, religione e poi seguono l’onda, l’onda”; Enrico sa pungere e lo fa senza sconti, alla sua maniera, certo, elegante e puntuale, l’artista condanna la falsità e l’ipocrisia di una politica pronta a millantare promesse e a saltare sul carro del vincitore.
“Ecco l’onda che ti dice tutto quello che ti piace la colomba della pace che ti guida con la voce purchè si nuoti sull’onda… Poeti,santi, naviganti portati dall’onda, l’onda; europeisti tanto comunisti innovatori perbenisti plasmati dall’onda, l’onda”: il testo presenta parole forti, chiare, dirette, trasparenti ed eloquenti quanto basta per capire che Ruggeri ha inteso molto bene come stanno i fatti: l’onda ti dice quello che ti piace, decreta poeti e santi, stabilisce quali sono le idee vincenti e quali non lo sono, plasma modi di fare, atteggiamenti e modi di essere, il tutto mentre “fragili e smarriti senza direzione” viviamo “addomesticati dal miraggio della partecipazione”. Enrico Ruggeri critica l’omologazione e il buonismo, il tutto portando in risalto il suono a presa diretta. All’interno di “Frankenstein 2.0″ sono presenti anche due collaborazioni: quella con Pico Rama (all’anagrafe Pier Enrico Ruggeri, primogenito del cantautore con cui Enrico duetta sulle note di “Insegnami l’amore”), e quella con Dargen D’Amico (con il quale Ruggeri ha riarrangiato “Per costruire un uomo”, già presente in “Frankenstein”).
Enrico Ruggeri fa dell’elettro-rock un punto di forza ed un tratto distintivo: “Non avrò paura di cercare ali dentro di me, canta l’artista in “La voce della Nave”, mentre “seguiamo la nostra ambizione e l’anima resta in prigione”. Frankenstein è un un simbolo di ribellione, una voce che segna i confini della condizione reale, un campanello d’allarme per un’umanità che ha oltrepassato il segno, un richiamo ispirato che, dietro il divertissement di un arrangiamento trascinante e ballereccio, nasconde messaggi forti, chiari, onesti. Autore e inventore di se stesso e delle proprie scelte Enrico Ruggeri non fa sconti e non fa calcoli; conoscenza, amore e voglia di cambiare sono i suoi assi nella manica, l’artista si muove fuori dalle consuetudini perché “chi sa stare solo è padrone della vita”, canta in “Aspettiamo i superuomini”. C’è tanta rabbia in “In un paese normale”: “C’è chi dovrebbe pagare il conto… di chi ha venduto le città non dovrebbe restare traccia”, scrive e denuncia Ruggeri, in una dichiarazione d’amore per un paese che non riesce a smettere di accumulare errori. Per concludere e completare il discorso l’artista sta portando “Frakestein 2.0” anche nei teatri con uno spettacolo ricco di sorprese ed una seconda parte dedicata all’interazione col pubblico attraverso i social networks.
Raffaella Sbrescia
Video: “L’onda”