“Curtain Call” è il titolo del nuovo progetto discografico della rock band made in Salerno The Citizen. Sonorità di forte impatto richiamano subito l’immaginario alle grandi band del momento… I The Citizen fanno subito sul serio, gli 8 brani che compongono questo full lenght sono cantati tutti in inglese e, in effetti, questo gruppo ha molto poco a che fare con la musica italiana. Ace (Ciro Amoroso) alla voce, chitarra e synth, Franco Amoroso al basso e back vocal, Roberto Coscia alla batteria e percussioni e Noam Radetich alla chitarra, pianoforte e synth hanno già lanciato sul web il singolone “Curtain call”, il brano descrive il richiamo ancestrale del palcoscenico, dà il nome al disco, di prossima uscita e che sta riscuotendo consensi e attenzioni anche oltreoceano, ad ulteriore testimonianza di una cifra stilistica di concezione esterofila.
Ritmo incalzante e tematiche intimistiche trovano una riuscita via di incontro attraverso una formula semantica e strumentale strutturata con cura. Il disco prosegue sulle note di “You and I”, il brano si fa ascoltare con piacere, grazie ad un crescendo sonoro che cerca di non strafare. Il tema del brano è incentrato su un rapporto a due da costruire e cementare, sforzo e impegno saranno le chiavi di volta di un rapporto destinato a durare. Doppio è il livello sintattico di “This time”: un primo passaggio determinato dal dialogo tra chitarra acustica ed elettrica, si abbina ad una svolta hard rock che sorprende e convince. Il più bel brano dell’album è “The way you change” “You will not surreder to the way you change”, i The Citizen cantano l’evoluzione identitaria del singolo tessendo fitte trame chitarristiche dal forte impatto emotivo, per un risultato assolutamente ottimale. L’immancabile ballad è “Something left”: “when all the games are done, what remains is just last tear”, eppure non tutto è perduto, anche in questo caso la vena compositiva dei The Citizen è in grado di virare repentinamente verso un mood più rock, stemperando vivacemente i toni. “Relax, and take your time. What you’ve lost, just stays behind”, il testo di “Relax” scorre veloce tra percussioni e chitarre in picchiata fino ai synth finali mentre “Panik Attack” è una scarica elettrica che si serve di bugie, domande e paure per alienare la mente da uno spirito dannato. Il disco si chiude con un “Outro” strumentale dall’effetto perturbante, proprio come lo è la concezione del bello.
Raffaella Sbrescia
Video: “Curtain Call”