“Mi spiace mio caro intelletto, vattene a letto e dormici su che forse il tuo mondo perfetto non è perfetto come dici tu. Scusa mio caro cervello, sei come un fratello adesso anche tu levami questo fardello che voglio provare a volare lassù”. Con la battaglia aperta fra cuore e intelletto di “Arrivederci tristezza” si apre “Vol.3 – Il cammino di Santiago in taxi”, il nuovo album di Dario Brunori, in arte Brunori Sas.
Basterebbero, forse, soltanto queste parole per carpire subito l’idea di un lavoro intimista, un ben riuscito “selfie”, comprensivo di sfoghi e momenti di delirio, nostalgia ed euforia, malinconia e psicoanalisi. Questi e molti altri elementi saltano all’orecchio in questo disco che, sebbene abbia vissuto la propria genesi in un convento di frati Cappuccini a Belmonte Marittimo in provincia di Cosenza, profuma di luoghi e di suoni, anche grazie al contributo del sound designer Taketo Gohara. Nel bel mezzo di un saliscendi emotivo, tra le note latine di “Mambo reazionario”, la malinconia della ballad esistenzialista “Kurt Cobain” e la corsa ad ostacoli de “Le quattro volte” emerge uno schizofrenico ritratto della vita. Esilarante è il testo citazionista de “Il Santo morto”: “la nonna non cucina più il ragù, vuole ballare e cerca il marito alla tv”. Magnetico è, invece, il lungo assolo al sax che introduce l’inaspettata jam session ne “Il manto corto”, proprio un attimo prima che 2000 terroni ai binari “sputino il destino dentro il caffè” nell’evocativa immagine di “Maddalena e Madonna”. “E’ più facile restare a galla dicendo qualche fesseria”, canta Brunori, in “Nessuno”: l’immancabile appuntamento con la malinconia. Decisamente intense sono le immagini di “Pornoromantico”: un dramma d’amore vissuto partendo da un istinto puramente sessuale. Persino la fantasia sceglie la fuga di fronte all’avidità narrata in “Vigilia di Natale”. Alla fine, come sempre, ci si ritrova a fare i conti con sé stessi e il valzer di “Sol come sono sol” ci riporterà altrove per sfuggire alla guerra dei valori.
Raffaella Sbrescia
Video: “Kurt Cobain”
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