Con il sopraggiungere del crepuscolo, ecco affacciarsi le dolci, semplici e curiose note di “Bestiario musicale”, il secondo album del giovane cantautore Lucio Corsi. Il disco, comprensivo di 8 brani e alcuni racconti musicati, è un concept ideato, scritto, arrangiato da Corsi durante un periodo di ritiro nella sua nativa Maremma. Al centro dei contenuti proposti ci sono gli animali, certo, ma non animali qualsiasi bensì quelli che sono soliti ricorrere nell’immaginario, nell’epica e nel quotidiano di alcune territorialità specifiche. Dopo aver annotato le caratteristiche e le leggende che si portano dietro ognuno dei protagonisti prescelti, Lucio Corsi ha dato loro vita parlandone traslando le loro vicende in modo metaforico. Arrangiate con pianoforte, contrabbasso, spinetta e percussioni, queste canzoni notturne vivono dei rumori e delle atmosfere del bosco, si nutrono di sogno e ingenuità, ispirano visione e distensione.
Lavorando con la massima libertà creativa e compositiva, Lucio Corsi ci accompagna per mano tra le sue visioni. Il brano più suggestivo è “L’upupa”. Il re degli uccelli si fa portavoce del messaggio chiave del disco: I nostri poteri ancestrali saranno schiacciati dal ribaltamento dei valori e dalla mutazione dell’uomo. Ma non tutto è perduto, a darle man forte c’è “La civetta”: il gatto nero del cielo, donna di piuma, la sirena del bosco. I cori delle cicale, i grilli sintetizzatori, i balzi delle lepri, le spine delle istrici, i musi dei cinghiali color asfalto e le lucertole, vecchi serpenti trasformati in drago, uniranno le loro forze per sconfiggere cinismo e disillusione. Ad impreziosire questo lavoro fuori dal coro è la bella copertina dipinta da Nicoletta Rabiti, madre di Lucio Corsi.
Raffaella Sbrescia
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