Lasciato il clamore sanremese e la vittoria del 64mo Festival della Canzone Italiana, è tempo di conoscere tutti i dettagli di “Se vedo te”, il nuovo album di Arisa che, alla luce degli ultimi risvolti, acquista ancora più importanza per la carriera dell’artista. Il primo dato importante da sottolineare è che la cantante ha scelto di lavorare con autori giovani ma indubbiamente talentuosi e, forse anche questo, l’album contiene diverse sfaccettature, sia per quanto riguarda il discorso strettamente musicale, che quello inerente ai contenuti. Il filo conduttore di tutto il lavoro, a cui hanno preso parte più produttori e arrangiatori come Carlo U. Rossi, Saverio Lanza, Giuseppe Barbera, rimane l’impeccabile capacità interpretativa di Arisa che, attraverso la sua voce sottile e limpida, riesce ad innalzare i volumi e le geometrie di ogni brano. Ad aprire il disco è “L’ultima volta”, il brano scritto da Angelo Trabace, un ritmo pop dance rimanda la mente agli anni ’80 mentre le valutazioni e i rimpianti di “Chissà cosa diresti”, uno dei brani scritti da Cristina Donà, insieme a “Lentamente”, “Se vedo te”, “Dici che non mi trovi mai”, evidenzia un ritorno della voce di Arisa ai tempi di “Sincerità” e si accompagna vivacemente a interessanti chitarre dissonanti. Il terzo brano del disco è “La cosa più importante”: il testo porta la firma di Arisa e di Christian Lavoro e descrive il tempo come un mero inganno. La title track “Se vedo te” è sicuramente più intimista: “faccio spazio dentro agli occhi perché tu li riempi, faccio spazio nei miei giorni perché tu li attraversi”, canta Arisa, mentre le trombe e gli archi di “Lentamente” appesantiscono inevitabilmente l’atmosfera. “Quante parole che non dici” porta la firma del cantautore palermitano Antonio Dimartino: la melodia si sviluppa in un crescendo emotivo che esplode in un ritornello cantato a pieni polmoni. “Sinceramente”, il brano scritto da Dente, al secolo Giuseppe Peveri, è uno dei testi più intensi e più riusciti dell’album: un arrangiamento curato e ricco di sonorità, in particolare quelle degli archi e del sax, si affianca ad una cascata di parole pregne di significato, che ben si sposano con l’idea di comunicare un legame tra sentimento e ragione. “Dici che non mi trovi mai” è un altro dei brani scritti dalla Donà, il sound si scosta parecchio dalle canzoni precedenti e, a dirla tutta, questa svolta strumentale non dispiace affatto. “Dimmi se adesso mi vedi” è frutto del lavoro del giovane cantautore Marco Guazzone che, insieme agli STAG, si sta costruendo un’interessante carriera internazionale. Il brano profuma di sofferenza e di dolore ma l’inconfondibile presenza del pianoforte regala una piacevole aura poetica a tutto l’insieme. A seguire c’è “Controvento”: il brano si è aggiudicato la vittoria del Festival di Sanremo ed è stato scritto da Giuseppe Anastasi, uno degli autori che ha scritto in assoluto il maggior numero di canzoni per Arisa. Il testo, apparentemente leggero e sobrio, offre molteplici chiavi interpretative. Chiude l’album “Stai bene su di me” in cui Arisa è coautrice insieme a Dimartino: “come un vestito, come la luna sulla pelle, come la luce che invade la città, come la felicità che piove su di noi”, una romantica ballad per pianoforte e archi, che mette ancora una volta in risalto la limpidezza di una voce sicuramente unica.
Raffaella Sbrescia
Video: “Controvento”
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