“Al Monte” (Leave srl/Universal Music) è il titolo del terzo atteso disco del cantautore romano Alessandro Mannarino. Sono 9 le canzoni che compongono questo album che si presenta ricco, ricco di idee, di messaggi, di note, di fascino, insomma ricco da ogni punto di vista. Presentando il disco come una sorta di viaggio dantesco, Mannarino lascia per un attimo l’istinto da parte per dedicarsi ad un racconto concettuale in grado di immetterci sul sentiero di un percorso musicale e spirituale. Un cammino di ricerca, di indagine interiore che possa aiutarci a trovare qualche risposta convincente ad una miriade di domande. Alessandro sceglie di cantare in un modo diverso dal solito, sceglie di parlare di cose importanti in modo pacato, contornando testi, parole e personaggi con una splendide cornice strumentale, perlopiù acustica. Il fascino dell’ambientazione folk, così veracemente autentico, si arricchisce di notevoli fiati, in grado di conquistare l’animo nel profondo. La voce delicatamente roca di Alessandro è un sensuale ed irresistibile richiamo all’ascolto. Intensamente carnale ed antropologicamente godereccia, la vocalità del cantautore si presta in maniera egregia al racconto di questo viaggio che, come un antico pellegrinaggio medievale, parte da una situazione esistenziale oscura per ritrovare, metaforicamente, la migliore chiave interpretativa della vita. Le canzoni di “Al Monte” non sono d’evasione, sono i capitoli di una ricerca in cui vari personaggi si susseguono: il militare, il carcerato, l’imperatore, la signorina sono uomini e donne che affrontano le sovrastrutture concettuali e sociali per svelare le regole del nostro vivere sociale, in nome dell’amore e della libertà di essere.
Parole per immagini, metafore, similitudini disegnano i tratti di un mondo che ha perso la lucidità di analisi, la nobiltà d’animo e l’eleganza del saper vivere con onestà. Lo sguardo antropologico di Mannarino è subito acuto in “Malamor”, il protagonista del testo è un uomo che porta la divisa: “l’uomo si fa bestia quando non riceve amore”, canta Mannarino, tra giorni sempre vuoti e sempre uguali. L’ironia del cantautore, spietata e pungente, trova il naturale seguito in “Deija”, una nuova divinità che spinge l’uomo in un fossato, che ride delle lacrime di un coro onirico e travolgente e che rimane indifferente alle strazianti urla di un uomo che si chiede il perché dei mali del mondo nonostante il fatto che nasciamo tutti uguali. “Cambiano i governi ma non cambiano gli schiavi”, scrive e canta Mannarino, nel singolo intitolato “Animali” mentre noi, pesci del mare, cerchiamo di districarci tra la luce delle stelle e da quella delle lampare, da cui è il nonno dello stesso Mannarino a metterci in guardia. Tra le carte dei tarocchi mannariniani spunta anche il cardinale de “L’Impero”, autore di leggi che lasciano segni indelebili e dolorosi sulla pelle di ciascuno di noi. Il viaggio prosegue e, lungo il cammino di questo “Grand Tour”, c’è spazio anche per la dura vita di un carcerato, uccello migratore di palude, mostro in una cella mentre nell’armadio ci sono le divise dei secondini assassini. In un tripudio di percussioni e fiati, “Gente” è, invece, il luogo metaforico in cui i cuori diventano croci. “Forse basta questa lacrima d’amore / a riempire un gran deserto e farci il mare” si domanda Mannarino in “Signorina”, la risposta è piuttosto difficile da trovare; servono attenzione, riflessione e conseguente azione. Il viaggio sta per concludersi, arriviamo “Al Monte”, un brano che racchiude l’evoluzione dell’uomo e la promessa del viaggio verso la vita, quella vera. Il disco si conclude con “Le stelle”, voce, piano e contrabbasso conferiscono un tocco lunare e sofisticato ad un brano che rappresenta l’ideale punto di arrivo di un percorso di crescita individuale: “faccio finta che tutto va bene perché conviene, a volte mi riduco come un animale per non pensare dove va a finire il profumo delle stelle che da qui non si sente”. Il messaggio è chiaro: la vita sa essere davvero dura, forse anche troppo, eppure non possiamo smettere di provare e riprovare, fino alla fine dei nostri giorni.
Raffaella Sbrescia
Alessandro Mannarino – Al Monte Tour 2014
3 luglio VILLAFRANCA, Castello Scaligero di Villafranca (data zero)
6 luglio TOLENTINO, piazza della Libertà
20 luglio ROMA, Foro Italico – Il Centrale Live
14 luglio GENOVA, Porto Antico – Arena del mare, GoaBoa Festival
15 luglio MILANO, Ippodromo, Alfa Romeo City Sound
16 luglio GRUGLIASCO (TO), Le Gru
30 luglio MARINA DI PIETRASANTA, Teatro La Versiliana
10 agosto PESCARA, Teatro D’Annunzio
13 agosto LECCE, piazza Libertini
14 agosto LOCOROTONDO, Cantina Sociale, Locus Festival