“La musica è necessaria al vivere civile dell’uomo, perché si basa sull’ascolto, che è un elemento imprescindibile, anche se quasi sempre trascurato. La musica è necessaria alla vita, può cambiarla, migliorarla e in alcuni casi può addirittura salvarla…”. Questi i presupposti del convegno intitolato “La musica è un bene comune”, che si è svolto lo scorso 12 aprile presso il Cubo D’Oro della Mostra d’Oltremare di Napoli, in occasione della nuova edizione del Second Hand Guitars, primo e più importante guitar show in Italia, promosso da “Didattica”, testata di tecnica e teoria musicale edita da Accordo.it. Ad aprire i lavori Andrea Rea, presidente di Mostra d’Oltremare e Alberto Biraghi, direttore di Accordo.it , coadiuvati da Gianni Rojatti, coordinatore di Didattica.
Al centro della prima parte del convegno, trasmesso in streaming, una breve introduzione ai lavori e un approfondimento dedicato all’importanza della fruibilità degli spazi in merito all’organizzazione di eventi musicali e dedicati all’intrattenimento. Tra i primi interventi segnaliamo quello della Dottoressa Antonella Liccardo, che ha illustrato le attività dell’Associazione la Scalza Banda Onlus, un circolo dedicato alla formazione musicale e civile di circa 70 bambini provenienti dal quartiere Montesanto di Napoli: «Al centro del nostro progetto c’è la formazione musicale ma anche, e soprattutto, quella personale veicolata da un percorso di riconoscibilità sociale - ha dichiarato la Dottoressa Liccardo». Tra i prossimi eventi della Scalza Banda segnaliamo lo spettacolo “Cyrano De Bergerac” con Stefano Benni, previsto per il prossimo 8 giugno alle 19.00, presso la Basilica di San Giovanni Maggiore Pignatelli.
A seguire l’amareggiato intervento del noto musicista degli Avion Travel Fausto Mesolella: «Parto da una citazione di Leo Ferrè: “Dov’è finita la musica? E’ finita nei cessi dei conservatori”. Uso queste parole per andare dritto al punto – ha spiegato l’artista – Leo ha colpito il posto deputato alla musica per eccellenza, il posto che dovrebbe valorizzare la memoria della musica ma in questo momento storico non c’è nulla da conservare. La migliore musica deve partire dal silenzio e dalla riflessione. La rotazione radiofonica, in particolare, rappresenta l’imposizione di immondizia; per recuperare il nostro senso critico dovremmo capire il significato emozionale delle cose».
Presente al convegno anche il rocker bagnolese Edoardo Bennato che, in prima battuta, rifiuta di salire in cattedra per evitare polemiche, poi, su invito dei relatori seduti al banco, decide di parlare con un intervento al vetriolo sui generis: « Via San Sebastiano a Napoli è la via degli strumenti musicali, proprio lì, mentre passeggiavo con mio padre, vidi lei: la chitarra. La musica rock invita a pensare e a riflettere. Quando in Italia cominciammo a suonare il rock’n’roll ci ritrovammo a vivere nella condizione di imitatori della musica anglo-americana, oggi siamo succubi delle persone a cui la cultura non interessa affatto, dobbiamo lottare per cercare di innescare un’inversione di tendenza. In molti mi hanno chiesto perché sono rimasto a Napoli – ha aggiunto Bennato – io rispondo che innanzitutto rimango per mia figlia e che dai disagi io attingo energia. Nel mio piccolo cerco di darmi da fare ma nel mondo della musica tutto è opinabile, non ci sono regole, tutto è nelle mani dei media e, allo stato attuale dei fatti, in un mondo di persuasori occulti, vince chi appare».
Pochi istanti più tardi fa il suo ingresso in sala il noto impresario musicale David Zard che, reduce dal grande successo della sua ultima produzione, il musical “Romeo e Giuletta –Ama e cambia il mondo”, si è dilungato in un’ampia digressione dedicata ai suoi difficili esordi, quando il rock in Italia era concepito come un genere musicale fatto da “capelloni drogati e puzzolenti”. Zard si è anche soffermato sulla città di Napoli, in particolare, definendola: “un bacino di creatività musicale da cui il rock’n roll, braccIo della tarantella, ha attinto il battito del suono”. Chiedendosi perché la musica sia stata spesso osteggiata in Italia, David Zard ha, inoltre, affermato che “la musica potrebbe innescare la vera rivoluzione che non c’è mai stata”.
In conclusione un clamoroso scambio di battute proprio tra Zard e Bennato: l’impresario ha ricordato ad Edoardo di quando, molti anni addietro, in occasione di un concerto, l’artista chiese un cachet superiore al netto di quello che sarebbe stato possibile incassare, ma Bennato ha subito replicato rispondendo che a quei tempi si trattava di rimborsi spese e che per poter suonare sul palco bisognava innanzitutto saper fare a cazzotti perché suonare era un po’ come una lotta, la lotta delle note e dei contenuti, quelli che oggi sono sempre più rari da scovare.
Raffaella Sbrescia