E’ uno spettacolo di straordinaria bellezza, quello che The Chainsmokers hanno studiato, progettato e realizzato all’Arena Santa Giuliana, in occasione della loro unica data estiva in Italia. Lo spazio si presta, ed il duo ne approfitta, riservando, fronte palco un’area decisamente vasta, destinata ad effetti che nel corso della serata trasformeranno il palco principale di Umbria Jazz in una girandola di colori, luci, “vampate”, che raramente è dato di vedere durante un concerto.
Mi corre obbligo di usare la prima persona, in quanto mi sono avvicinata all’evento con parecchio scetticismo. Nonostante il duo sia stato considerato una sorta di “rivelazione”, dopo aver dominato lo scorso anno tutte le classifiche internazionali, aver vinto l’ultima edizione dei Grammy come “nuova proposta”, aver totalizzato un numero inestimabile di views su Youtube e su Spotify (oramai la musica si apprezza così), e aver incantato migliaia di spettatori, mi sono detta “non è il mio genere”.
Di fatto mi sono tornate alla mente le parole di Quincy Jones durante la conferenza stampa di Roma: “la musica non si distingue per generi. Esiste quella bella e quella brutta”.
E quella dei Chainsmokers è decisamente da considerarsi bella.
Il genere remix, percorre il panorama musicale pop a 360 gradi, alternando grandi successi a brani originali, che mettono in evidenza le doti del duo anche sotto l’aspetto compositivo.
Sound esplosivo, che coinvolge vista, udito e rende irresistibile la voglia di unirsi alle migliaia di adolescenti sotto palco e ballare con loro, divertiti, stupiti, ma anche molto disponibili nell’ospitare un elemento fuori contesto generazionale, ma sicuramente molto compiaciuto e divertito dallo spettacolo.
C’è una grande personalità e professionalità nel modo di fare musica dei due DJ, molta grinta, poca improvvisazione, molto studio.
Uno spettacolo che va assolutamente visto, per poter essere apprezzato, perché si rifà ad un modo di interpretare il sound psichedelico che vuole un coinvolgimento totale del fruitore finale. Insomma, non basta ascoltare. Bisogna guardare, e farsi trasportare.
E la bellezza ha il potere di avvicinare un mondo che spesso noi, generazionalmente più maturi, non riusciamo a comprendere appieno. Questo un merito indiscutibile dei Chainsmokers, forse il più grande.
Al mattino, la Galleria Nazionale, nella Sala Podiani, oramai definitivamente diventata un piccolo e prestigioso auditorium, ha ospitato Ethan Iverson, ex componente dei Bad Plus, che intrattiene l’attento e sempre numeroso pubblico di questi preziosi concerti di mezzogiorno, con una serie di esecuzioni di brani celebri, interagendo con la platea “a richiesta”, e rivelandosi, oltre che un pianista di ottima caratura (ma questo lo aveva già ampiamente dimostrato nel suo percorso con i Bad), anche un intrattenitore divertente e disinvolto.
Peccato non aver potuto assistere alla sua partecipazione allo spettacolo serale del Morlacchi, che vedeva impegnati il Billy Hart Quartet con la partecipazione di un ospite di eccezione: Joshua Redman.
Purtroppo la scelta di anticipare i concerti del Morlacchi alle 22, lo abbiamo già detto, risulta un poco penalizzante. Però il contesto di questo Umbria Jazz è ricco di grandi nomi e musica di qualità. E per una volta abbiamo voluto allontanarci da quanto sapevamo comunque affine musicalmente, per sperimentare qualcosa di diverso. E ne siamo soddisfatti.
JR