“Alt” non è soltanto un monito è, bensì, una specifica richiesta che Renato Zero fa al suo pubblico. Un modo, quello di fermarsi, per fare il punto della situazione, certo, ma anche per rendersi conto di chi si è e di cosa si vuole fare. Questo è lo spirito per approcciare al meglio con i contenuti di “Alt in tour”, il nuovo concerto che Renato Zero ha portato sui maggiori palcoscenici italiani. Nelle quattro date sold out al Mediolanum Forum di Milano, l’artista romano ha racchiuso pensieri, riflessioni, desideri e auspici fattibili in un mondo sempre più cinico e disilluso. Niente lustrini e paillettes, Renato Zero toglie dalla scaletta pezzi come “La favola mia”, “Morire qui”, “Baratto”, “Triangolo”, “Mi vendo” e “Il carrozzone” per dare spazio ai recentissimi “Chiedi”, “Gli anni miei raccontano”, “In questo misero show”, “Gesù” e “Rivoluzione” per una full immersion ad alto tasso emotivo. Grazie ad una imponente scenografia allestita in forma di cantiere, Renato Zero si propone come costruttore di pensieri utili.
Fautore della rivoluzione, intesa come un quaderno tutto da riempire, l’artista invoglia il pubblico a sbarazzarsi della vacuità, lo stimola a porsi delle domande ma soprattutto degli obiettivi. Ecco perché nelle tre ore e mezzo di concerto, non mancano i momenti in cui gli occhi si riempiono di lacrime e ci si fa piccoli piccoli sul proprio posto a sedere. Inconsueta anche la scelta degli ospiti: in primis Sal Da Vinci (il cui connubio con Renato Zero è stato sancito da ben sette canzoni scritte dal cantautore romano e inserite nel nuovo album del cantante partenopeo). Molto gradita la partecipazione dei Neri per Caso, ormai vicini all’incisione di un nuovo album, meno comprensibile la comparsata di Elio e Le Storie Tese con una storpiatura di cui si poteva tranquillamente fare a meno de “La canzone di Marinella” di De Andrè. Ma d’altronde Renato Zero è ancora così, sornione e irriverente. Sono passati gli anni della “Zerofollia” ma anche in questa veste più riflessiva e improntata all’analisi socio-culturale contemporanea, Renato trova ancora il modo di farci emozionare e sorridere con il cuore pieno di contenuti.
Raffaella Sbrescia
La scaletta:
“Niente trucco stasera”
“Chiedi”
“Figli della guerra”
“Felici e perdenti”
“In questo misero show”
“Il maestro”
“La lista”
“Mentre aspetto il tuo ritorno”
“Voyeur”
“Il tuo sorriso”
“Cercami”
“A braccia aperte”
“Inventi” (con i Neri per Caso)
“Fammi sognare almeno tu”
“Più su”
“Spiagge”
“Magari”
“Perché non mi porti con te”
“I nuovi santi”
“Qualcuno mi renda l’anima”
“Un uomo da bruciare”
“Singoli” (con Sal Da Vinci)
“Gesù”
“I figli della topa”
“Rivoluzione”
“Amico”
“L’intesa perfetta (Diverso)”
“Gli anni miei raccontano”
“Il cielo”