«È impossibile comprendere una figura del passato e tantomeno un genio se non si sia mai fatto un tentativo di comprendere se stessi». Con le parole del celebre biografo Wolfgang Hildesheimer, Giuseppe Cederna intreccia la propria storia a quella del grande genio Wolfgang Amadeus Mozart dopo averne vestito i panni nell’87 per interpretare l”Amadeus” di Peter Shaffer. L’attore romano torna sul palcoscenico, stavolta quello del Teatro Parenti di Milano, con ‘‘Mozart – Ritratto di un genio” per la regia di Ruggero Cara ed Elisabeth Boeke. Cederna porta in scena un one-man-show e lo arricchisce con l’accompagnamento musicale dal vivo eseguito da Sandro D’Onofrio. Attraverso un vorticoso gioco di trasformazioni, la poliedrica personalità di Mozart si rivela in modo completo ed esilarante al contempo grazie alla verve da comico e da acrobata di Cederna che, nella sua carriera, ha spaziato dall’arte di strada (iniziando negli anni Settanta come clown a Piazza Navona) al cinema di Salvatores, Bellocchio, Comencini, Monicelli. I successi e la gloria, il senso di smarrimento e le umiliazioni, gli amori, i dolori e le sventure che hanno segnato la breve vita di Mozart si susseguono nel corso di uno spettacolo pensato per sorprendere e affascinare lo spettatore. Irrefrenabile, buffone, infantile, virtuoso ma soprattutto libero, Mozart rivive anche nei suoi difetti tra tic e sberleffi perché, dopotutto, era anche un uomo dalla comicità fecale che tra attimi di delizia, di dimenticanza, di pienezza, sapeva spezzare il contatto col mondo circostante. E proprio vero, Mozart era un mistero anche per se stesso e lo rimane anche per noi che, cercando di immaginarcelo, non possiamo fare altro che restare ammaliati di fronte all’aura del suo intramontabile mito.
Raffaella Sbrescia