Marco Cappai, meglio noto con il nome d’arte Madh, sale sul palco dell’Alcatraz di Milano per l’attesa data meneghina del Madhitation tour. Con la sua formula musicale incentrata sulla contaminazione sonora, il giovane artista sardo si sposta dal pop al rap, dall’Hip Hop al Reggae, dalla Drum and Bass alla Dancehall conferendo alle sue canzoni un forte richiamo internazionale ed una sorprendente freschezza interpretativa. Alla potenza vocale e alla presenza scenica, Madh aggiunge una buona percentuale di emotività in grado di stabilire una forte empatia con il pubblico. Brani come “Boomerang”, “Triangle” , “Gong”, “Powa-Faya”, “Kyoto Mind” feat. Train To Roots, “Vai”, “She”, “Madhitation”, “Sayonara” spaziano tra tematiche più o meno astratte lasciando trasparire una scrittura introspettiva, riflessiva, a tratti ascetica. “Sei tu il padrone di ciò che sei/Che il tempo non ti risparmia mai/Non ti lascia mai”, canta Madh in “Vai”, suo unico brano in italiano, veicolando un preciso messaggio di razionalizzazione del tempo che ci è stato messo a disposizione. Lo show è essenziale ma curato, Madh si mette in gioco e, a più riprese, si lascia anche accompagnare da un nutrito corpo di ballo con spettacolari e grintose coreografie. Certo, la scaletta è breve ma i contenuti ci sono e offrono un discreto margine di speranza per il prosieguo del cammino artistico di un giovane la cui cifra stilistica apre uno nuovo squarcio all’interno dell’orizzonte discografico italiano.
Raffaella Sbrescia