“Tutto è cominciato così, 30 anni fa a Bologna… avevo appena finito di registrare il mio primo album, avevo solo 21 anni e non potevo immaginare cosa mi avrebbe riservato il futuro… sono felice di inaugurare questo mio nuovo piccolo tour qui a Napoli, grazie per l’accoglienza”, così Luca Carboni ha introdotto la prima tappa del “Fisico e politico tour” sul palco del Teatro Augusteo di Napoli. Timido, eppure carichissimo, Luca ha scelto di lasciare che immagini e parole chiave, proiettate sullo sfondo della scenografia, accompagnassero il suo viaggio a ritroso nei fulgidi anni ’80. A giudicare dall’età media del pubblico presente in sala, salta all’occhio una sorprendente realtà: non ci sono solo nostalgici quarantenni ma anche tantissimi giovani, anche giovanissimi, visibilmente compiaciuti ed entusiasti di un repertorio che, nel corso degli anni, ha saputo mantenere intatta una certa attualità.
Ad inaugurare la scaletta del concerto è “La mia città”, seguita da “Ci stiamo sbagliando”: “Noi, noi ladri di mille lire cercando il modo per non morire per non pagare le tasse per far passare la notte, ogni tanto parliamo d’amore o magari fuori c’è il sole o che magari piove”, canta Carboni, l’eroe metropolitano con la faccia pulita. Il viaggio continua e Luca ripercorre gli anni con “Forever” e le sue provocatorie canzoni rivolte alla generazione dei cantautori della prima scuola, quella degli anni ’70: “Sarà un uomo”, “Le nostre parole”, “Solarium” e “Dimentica” si susseguono, l’una dopo l’altra, tra fasci di luce colorata e coinvolgenti riff di chitarra. Antonello Giorgi alla batteria, Ignazio Orlando al basso, Mauro Patelli e Vince Pastano alle chitarre, Fulvio Ferrari alle tastiere accompagnano Luca lungo il sentiero dei ricordi. Con “Persone silenziose” e “C’è sempre una canzone”, scritta per Luca da Luciano Ligabue, l’artista coglie l’occasione per raccontare l’emozione vissuta con l’album “Fisico e politico” e l’energia che i tanti colleghi, che hanno preso parte al progetto, hanno saputo trasmettergli anche dopo l’uscita del disco. Dopo un breve intervallo, il palco si riaccende sulle note di “Primavera”, “Gli autobus di notte”, “Silvia lo sai” e “Farfallina”. “Non amo pensare al passato, spiega Luca al pubblico, partecipe, ma quando canto è inevitabile pensare ai posti in cui ho scritto le mie canzoni, questa, in particolare, mi fa pensare all’Isola d’Elba, a proposito di “L’amore che cos’è”. Sull’intro rock di “Inno nazionale”, decine di spettatori scattano in piedi fiondandosi sottopalco per salutare e cantare a squarciagola le canzoni del proprio beniamino: in un attimo il teatro Augusteo diventa un Palasport. A seguire “Mi ami davvero” e “Fragole buone buone” fino agli attesi bis: l’indimenticabile hit “Ci vuole un fisico bestiale”, l’emozionante omaggio a Lucio Dalla con “Piazza Grande”, affiancato da inedite e toccanti immagini dell’artista prematuramente scomparso, e poi, ancora, “Vieni a vivere con me” fino alla conclusione affidata a “Mare mare”: partito da Bologna, con le luci della sera, Luca Carboni tiene il ritmo, eccome.
Raffaella Sbrescia