Lezioni di rock: alla scoperta dei Pink Floyd

pink floyd

Nell’ambito di Torino Milano – Festival Internazionale della Musica si è tenuto lo scorso 8 settembre il primo incontro del ciclo “Lezioni di rock” a cura di Ernesto Assante e Gino Castaldo. Pensato in occasione della grande mostra “The Pink Floyd Exhibition -  Their Mortal Remains”, che celebra i quarant’anni dall’uscita del celebre album “The Dark side of the Moon”, l’incontro ha rappresentato una preziosa occasione per approfondire e conoscere nel dettaglio l’epopea straordinaria di una delle band che, tra psichedelia, genio e sregolatezza, ha cambiato la storia del rock. In una affollatissima aula dell’Università degli Studi di Milano di Via Del Perdono, il giornalista di Repubblica Gino Castaldo ha accompagnato il pubblico lungo le tappe salienti della folgorante carriera dei Pink Floyd. Partendo dalla fine di questa pazzesca storia, il critico musicale è risalito alle origini di un gruppo che, pur venendo da Cambridge e senza appartenere alla categoria dei working class heroes,  è riuscito a lasciare il segno in maniera indelebile segnando una svolta epocale non solo in ambito musicale ma anche socioculturale. Dapprima ispirati dal genio visionario dell’angelo caduto Syd Barrett, i Pink Floyd intrapresero il proprio cammino proponendosi come una realtà sperimentale senza rendersi conto del notevole apporto che furono in grado di portare all’interno dello scenario musicale mondiale.

Pink+Floyd

Attraverso una serie di rari reperti storici, video inediti e preziosi aneddoti, frutto di alcune interviste realizzate dallo stesso Castaldo, il pubblico ha avuto la possibilità di conoscere le esatte dinamiche interne al gruppo: dall’abuso di LSD di Barrett alla sua esplosione psicotica fino alla definitiva estromissione dal gruppo. Gli anni e gli album di passaggio, la deresponsabilizzazione dal carico visionario portato dall’ex leader, il progressivo ingrandimento delle scenografie sul palco. Lontanissimi dal culto legato alla visibilità di massa, i Pink Floyd lasciavano confluire le proprie energie nella ricerca del suono, nelle sfumature degli accordi, nella voglia di impiantare i germi di nuovi discorsi  e nuove possibilità strumentali. Passando dalla colonna sonora di “More” a “Meddle”, al leggendario “The Dark Side of the Moon” a “The Wall”, i Pink Floyd hanno affrontato l’esistenza a 360 gradi: il tempo, il denaro, la follia, l’amore, la morte. Bellissimi i focus su “The Great Gig in the Sky”, “Wish you were here”, “Shine on you crazy diamond”, vere e proprie pietre miliari che, inevitabilmente, ci pongono di fronte ad una serie di punti interrogativi che, proprio come piccoli pungoli, ci spingono a reagire alle difficoltà della vita senza rinunciare ad un indispensabile tocco di follia.

Raffaella Sbrescia