Teatro è silenzio, concentrazione, rispetto, compostezza ma è anche connessione, comprensione, attenzione, magia. Tutto questo è quanto Levante sia riuscita a ottimizzare e a mettere in atto nel suo nuovo “Nel caos di stanze stupefacenti tour”. Abituato a vederla esibirsi nei club di tutta Italia, protagonista di concerti pieni di fisicità e di energia corporale, Levante stupisce il pubblico del Teatro dal Verme di Milano con un nuovo approccio delicato e carnale al contempo. L’antifona è già chiara con la scelta di costruire una scenografia di forte impatto emozionale con Camilla Ferrari come light designer e Filippo Rossi come visual designer. Soltanto un sottile velo trasparente a dividire Claudia e la sua band dalla prima fila di poltroncine. Costellazioni di stelle, fiori e luci colorate sono il tappeto su cui si poggiano le rinnovate note di brani a cui eravamo già affezionati ma anche e sopratutto quelle di canzoni che erano rimaste riposte in un cassetto e alle quali Levante ha voluto rendere giustizia vestendole di nuova e meritata luce. La grande forza di questo spettacolo è data dalla potenza espressiva della voce di Levante e dalla pregevolezza di arrangiamenti costruiti con l’ausilio di batteria, basso e contrabbasso, chitarra, violino, violoncello e pianoforte. Eliminando i suoni sintetici, Levante sceglie di mettere in evidenza i lati più intimi e nascosti delle sue canzoni e la scelta è vincente. Per Levante, il teatro è senza ombra di dubbio il luogo più adatto per esprimere la sua arte al meglio. Nella sua sottoveste di seta verde smeraldo, Claudia è una musa che canta la sua vita. Taciturna come non mai, l’artista sceglie di far parlare le sue canzoni e va bene così. L’anima trepidante, affamata di vita, d’amore, di sogni e di guizzi fa capolino tra ritornelli e acuti cantati accartocciandosi su se stessa. Avviluppata sul microfono, Levante sprigiona tutta la sua bellezza ed è una cosa che fa semplicemente bene al cuore avvizzito dalle brutture. Forme e colori sono i dettagli con cui Levante dipinge i suoi racconti che prendono vita dal preludio di “Caos” e si districano tra “Le lacrime non macchiano”, “Io ti maledico”,” Farfalle”, “Sbadiglio”, l’inaspettata “Alfonso”, “Le margherite sono salve” (da lei stessa definita come “Il grande assente”. Molto particolare la scelta di cantare “Duri come me” con un microfono panoramico insieme a tutta la band. Rock, folk, country, pop convivono felicemente perchè a tenerne insieme le fila è la passione.
Tra le sorprese musicali della serata c’è un’incantevole interpretazione del brano “Le parole che non dico mai” che Levante aveva donato a Rita Bellanza, concorrente dell’ultima edizione di X Factor, e che invece nella voce della cantante si riveste di struggente pathos autobiografico. Libera, forte, calda e vibrante, Levante è la supernova del cantautorato femminile in Italia.
Raffaella Sbrescia