Sangue, sudore, sacrificio, patriottismo, amore e saldi ideali. Questo e molto altro c’è nei canti della tradizione alpina e militare. Questo è quanto è stato proposto sul palco dell’Auditorium Fondazione Cariplo di Milano in occasione della presentazione de “La mia bela la mi aspeta: canti degli alpini e militari dal 1896 al 1943” (Decca Classics), la nuova raccolta che ha messo insieme tutti i canti più rappresentativi dell’intero repertorio. Mentre ci apprestiamo a vivere gli ultimi stralci di un triste 2016, fa strano riscoprire le radici della storia italiana con episodi di vita vissuta, di sofferenze, espressione di ideali e di sentimenti forti, di tanti sacrifici dei nostri padri di cui possiamo e dobbiamo sentirci orgogliosi. Attraverso un excursus che va dalla fine dell’Ottocento (Mamma mia vienimi incontro), alla Grande Guerra, a tante missioni per arrivare alla fine della seconda guerra mondiale, episodio con cui per fortuna si conclude l’attività bellica di un corpo storico come quello degli Alpini, un coro storico e importante come quello dell’, diretto da Massimo Marchesotti, è riuscito a riportarci indietro con lo spirito e con la mente. Scenari di grande impatto “romantico” hanno emozionato il pubblico anche grazie alla grande cura per i dettagli di tutte le armonizzazioni. Brani come “La tradotta”, “Dove sei stato mio bell’alpino”, “Sul ponte di Perati”, “Da Udin siam partiti” e soprattutto “Il testamento del Capitano” nonché “Centomila gavette di Ghiaccio” ci hanno accompagnato per mano tra gelide vette e maledette trincee, hanno ricreato i tratti di volti segnati dal dolore e dalla speranza. In sala silenzio e raccoglimento in segno di stima e ammirazione nei confronti di tutti quei compatrioti destinati a combattere senza tregua e spesso senza speranza. Giovani vite spezzate che, grazie al loro sacrificio, hanno contribuito a lasciare intatta e salda la nostra identità di popolo e di nazione. Un motivo in più per salvaguardare i tratti peculiari del nostro inestimabile patrimonio culturale, prospettiva in cui si inserisce a pieno titolo anche questa nobile iniziativa.
Raffaella Sbrescia