Una storia di amicizia in musica. Un connubio di platino quello tra J-AX e Fedez che sigillano il loro successo portando 79500 persone allo stadio San Siro di Milano per “La Finale”. Da un’idea nata con la doppia data a Taormina, un po’ per gioco e un po’ per bulleria goliardica, il concerto ha pian piano preso vita e lo ha fatto senza badare a spese sotto la guida del giovane e intraprendente figlio d’arte Clemente Zard e sotto l’egida del patron di Rtl 102.5 Lorenzo Suraci. Con un palco centrale, aperto alla visione del pubblico a 360 gradi, l’evento si propone tra i più spettacolari del momento. A darsi man forte l’uno con l’altro J-Ax e Fedez ottimizzano sentimentalismo e cinico da business men creando una sorta di corto circuito che funziona e che, bene o male, li ha portati nelle case di tutti gli italiani. Meriti e celebrazioni non sono troppo a fuoco per i due, che quasi inconsapevolmente macinano traguardi da record, ponendo a più riprese l’attenzione su quello che accadrà da domani.
Quel che è certo è che J-Ax ha intenzione di ritirarsi per un po’ a fare il papà a tempo pieno (anche se ha in serbo la pubblicazione di un best of “Il bello di essere J-AX”), Fedez invece si mantiene sul pezzo, dichiarandosi nel pieno dei lavori per il nuovo album da solista. A chi pensava ad una super collaborazione con Diplo, il sedicente non rapper risponde che sono solo amici d’America ma, conoscendo il soggetto, mai dire mai. Sul palco con i due, tanti amici in veste di ospiti: Levante, Malika Ayane, Noemi, Nina Zilli, Guè Pequeno, Grido, ll Cile, Sergio Sylvestre, Stash e la sorpresa Cris Brave.
Ad aprire lo show la discussa Dark Polo Gang, poi un susseguirsi di sali scendi tra i più grandi successi della discografia di J -Ax e Fedez che hanno scelto di alternare fluidamente momenti singoli e di coppia. L’Italia non perdona il successo, si sa, ma bisogna dare merito a questi due che, venendo dal basso, hanno saputo creare non solo un’alchimia tra loro ma anche una realtà indipendente come Newtopia che, in termini di numeri, rappresenta in maniera tangibile la validità del loro metodo di lavoro.
Video: J-AX e Fedez @ San Siro
Tornando alla festa, due ore e mezza di concerto, il massimo consentito dalle regole vigenti, trasmesso in radiovisione, hanno messo in evidenza le personalità di ciascuno: J-Ax più idealista e hardcore, si è preso la sua rivincita, ha invitato suo fratello Grido sul palco, ha dimostrato che le sue vecchie rime profumano di verità, ha ritrovato l’ambizione sì, ma resta sempre Alessandro Aleotti, il fantozzi di serie A; come si è scherzosamente definito sul palco. Dall’altro lato troviamo Fedez, il più giovane artista ad esibirsi a San Siro. Paranoico, perfezionista, cinico e vanitoso, sceglie di cambiare abito e camicia quasi a ogni canzone, resta spesso a petto nudo ma alla fine si scioglie nel presentare il suo amico Cris Brave, un ragazzo nato con problemi respiratori post-parto che, seppur costretto sulla sedia a rotelle, ha cantato live “La panchina”; un testo carico di significato e di realismo.
Sarà anche solo musica del cazzo ma questo pop-rap fresco, spesso basa le sue rime nazional-popolari su fatti, usi e costumi che appartengono alla nuova attitudine esistenziale degli italiani. Probabilmente da soli non riusciranno a rifare questi stessi numeri ma la sostanza di questi anni trascorsi in coppia, dimostrano che insieme si può fare la differenza.
Raffaella Sbrescia