Tiziana Tosca Donati torna in concerto al Teatro Manzoni di Milano, dopo ben 15 anni di lontananza dalla capitale meneghina. Padrona del palcoscenico nonostante una fortissima emozione, l’artista ha accompagnato il pubblico ed i numerosi amici e colleghi giunti ad applaudirla, lo scorso 17 novembre, lungo i confini e sconfini di un viaggio in musica, frutto del recentissimo “Il suono della voce” (Sony Classical), l’ultimo bellissimo lavoro discografico di Tosca. Da “Tunisi a Lisbona a Mergellina” l’artista valica i confini del mondo cantando nei più disparati idiomi: Yiddish, Portoghese, Francese, Rumeno, Giapponese, Libanese, italiano, romanesco, napoletano, Zulu. Capace di ipnotizzare il pubblico grazie alla sua speciale potenza espressiva, Tosca interpreta con maestria molteplici stati d’animo e sentimenti come dolcezza, passione, rabbia, timidezza, paura, speranza mettendo ogni singolo elemento di se stessa al servizio della musica. Ad accompagnarla sei eccellenti musicisti in grado di esaltare al meglio la voce dell’artista ma anche di cambiare registro strumentale con naturalezza, bravura e grande competenza. Con la regia di Massimo Venturiello, “Il suono della voce” si presenta al pubblico come una forma alternativa del teatro-canzone. Particolare attenzione viene data agli elementi scenici: una nutrita serie di microfoni di diversa tipologia, proiezioni e un mirato disegno di luci coinvolgono lo spettatore in un percorso visionario fra molteplici etnie in un tourbillon di canzoni, parole, sogni, riflessioni e suggestioni. Il treno del corpo di affaccia su volti, gesti, strade mentre melodie consolatrici massaggiano il cuore. La voce potente, nitida, seducente di Tosca rappresenta il balsamo perfetto per curare le ferite dell’animo: “Ibrahim”, “Succar Ya Banat”, la bellissima “Marzo”, il suggestivo e coinvolgente “Coro delle lavandaie”, l’energia de “Il porto” ed il baccanale strumentale de “La voz” introducono un tuffo tra terre e culture europee con “L’annunciazione”, “Shtetl”, “Train de vie”, “Nina se voi dormite”, “Dieses Mein Herz”, “I Love Paris”. Tosca canta il sud delle cose, dove vivere costa meno solo al pensiero, scovando i paesaggi insiti in noi stessi. Instancabile e sorniona, la cantautrice balla, canta e suona, completamente avvolta dal vortice delle note: “Cicale e chimere”, “Ti guarderò nel cuor”, “Pajarillo”, “Miagete goran yoru no hoshi wo”, “Nongqongpo”, la sublime “Via Etnea”, l’esplosiva “Rumania Rumania”, l’esilarante versione di “Prisencolinensinainciusol”, “Lume Lume” e la magnetica title track “Il suono della voce”, scritta da Ivano Fossati, chiudono il viaggio cosmopolita di Tosca che, dopo i numerosi ringraziamenti di rito, offre una brillante e divertente interpretazione del brano “Miao”. Inaspettati ed apprezzatissimi anche i bis: “Gelosamente mia voce”, l’indimenticabile “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, l’immaginifica “Il terzo fuochista” scaldano la gelida notte di Milano lasciando nel cuore la sensazione di aver appena ricevuto un dono da custodire con cura.
Raffaella Sbrescia