«Quello che vogliamo comunicare attraverso questo progetto è la forza della collettività rispetto al singolo, l’importanza di fare le cose insieme». Con queste sentite e veritiere parole Niccolò Fabi sintetizza lo spirito de Il padrone della Festa tour, uno dei progetti live più belli, più intensi e riusciti degli ultimi anni in Italia. Sul palco del Mediolanum Forum di Assago a Milano, lo scorso 24 novembre, il trio di cantautori romani Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri ha letteralmente celebrato l’amore in tutte le forme possibili. Dopo essersi osservati, incrociati, affezionati tra di loro, anche al di là degli impegni professionali, i tre artisti hanno creato una dimensione artistica in cui ritrovarsi come una figura unica, in grado di toccare ogni singola fibra delle anime in ascolto. Il concerto al Forum è stato molto più di una festa, esso ha rappresentato la tappa saliente di un viaggio importante, costruito attimo dopo attimo, nota dopo nota, concerto dopo concerto.
Partiti da piccoli palchi di altrettanto piccoli locali, Fabi- Silvestri Gazzè hanno pian piano cementato la propria credibilità grazie allo sconfinato amore per la musica e all’assoluta naturalezza con cui sono riusciti a raccontare l’animo umano lasciando spesso attonito l’ascoltatore. Perfettamente a proprio agio tra loro e con il pubblico, i tre artisti hanno inaugurato il concerto con “Alzo le mani”, tratto da “Il padrone della festa”. In acustico e su un piccolo palchetto, il trio si pone subito al centro di una dimensione magica, quasi onirica, delicata e sognante. Dopo l’inizio corale, ciascuno dei tre canta una canzone del proprio repertorio personal: Occhi da orientale di Silvestri, Una buona idea di Fabi, Il timido ubriaco di Gazzè lasciano il passo alle note di A bocca chiusa, Il solito sesso ed È non è. Ogni brano conserva una propria indelebile identità, una personalità impossibile da scalfire, nemmeno modificandone parzialmente l’arrangiamento. Il pubblico canta ogni parola, segue ogni movimento, si stupisce per l’evoluzione del palco, per l’entrata della band sull’intro di Come mi pare: Roberto Angelini (chitarre), Massimo de Domenico (polistrumentista), Gianluca Misiti (tastiere), Piero Monterisi (batteria), Josè Ramon Caraballo Armas (percussioni e tromba) e Adriano Viterbini (chitarra) sono i musicisti e grandissimi amici che il trio ha scelto di portare con se in questa speciale avventura live.
Il tour rappresenta un vero e proprio momento di arrivo per i tre cantautori che, al culmine della propria carriera, hanno scelto di cimentarsi in un esperimento molto più che riuscito. Il risultato delle loro evoluzioni artistiche è intenso, innovativo, coinvolgente, emozionante. Molto divertente e ben studiato il simpatico siparietto dell’incontro-scontro tra Fabi e Gazzè, presentato dall’arbitro Silvestri, sulle note de L’avversario, tra brevi estratti di brani storici ed esilaranti sketches. Eterea e leggiadra L’amore non esiste conquista davvero tutti, a seguire Life Is Sweet sancisce l’importanza fondamentale del viaggio in Sud Sudan e rappresenta l’occasione per rendere omaggio alla Ong Medici con l’Africa Cuamm. Struggente la versione di Mentre dormi di Gazzè, magistralmente interpretata da Fabi. Elegante e ricercato il nuovo arrangiamento scelto per L’’autostrada di Daniele Silvestri, seguita dalla cover “Corazon Espinado”, cantata a sorpresa dal batterista Ramon Caraballo. Il pubblico è ubriaco d’amore e di emozioni: Capelli, Cara Valentina, Testardo, La favola di Adamo ed Eva, Lasciarsi un giorno a Roma e Salirò sconquassano il Forum.
Le note sono il pane quotidiano di Fabi, Silvestri e Gazzè, gli applausi scroscianti sono il gustoso companatico con cui accompagnare gli attimi della vita in cui artisti del loro calibro raccolgono quanto seminato nel corso di tanti lunghissimi anni. Molto intensa la proiezione del momento teatrale con Valerio Mastandrea che recita La preghiera del clown, famoso monologo di Totò sull’importanza dell’arte e dello spettacolo nella società. Il finale del concerto è tutto da ballare rigorosamente in piedi: Sornione, Una musica può fare, Gino e l’alfetta e Sotto casa sono le ultime gemme della preziosa miniera custodita dal trio. Dopo circa tre ore di concerto, i tre artisti si congedano, infine, dal pubblico, con un ultimo bis che non potrà essere altro che la title track perché l’amore è Il Padrone della Festa.
Raffaella Sbrescia
Photogallery a cura di: Luigi Maffettone