“La musica è una fortuna che condividiamo”. Con le parole del Maestro Ezio Bosso, atteso ospite al Festival di Sanremo, introduciamo il commento alla seconda serata della kermesse targata Rai Uno. La magia, la disarmante semplicità e l’enorme bravura del pianista e compositore, racchiudono l’essenza di un miracolo chiamato arte, un momento che, rivestendosi di autorevolezza, ha ammutolito la parola con l’intento di risvegliare i sensi e l’amore per il bello autentico. Ad inaugurare la serata, la doppia sfida tra i giovani: alla fresca disinvoltura pop di Chiara Dello Iacovo si è opposta la grinta sperimentale di Cecile mentre alla cascata di parole cantate da Irama abbiamo visto contrapporsi l’elegante piglio melodico di Ermal Meta. Il risultato ha premiato “Introverso” di Chiara e “”Odio le favole” di Ermal, già noto songwriter nostrano. Irriverente la performance delle musiciste classiche Salut Salon che, attraverso un vincente mix di talento, ironia e fascino, hanno divertito il pubblico con “Quattro stagioni” di Vivaldi e “Les Deux Guitares”. La prima ad esibirsi tra i big in gara è Dolcenera: la cantautrice salentina tira fuori dal cassetto “Ora o mai più” (Le cose cambiano) e sceglie di cantarlo al pianoforte per una performance sofisticata e di grande spessore artistico. Grande attesa per il ritorno celebrativo dell’iconica Patty Pravo sul palco di Sanremo: al suo nono Festival, l’artista interpreta “Cieli Immensi” di Fortunato Zampaglione, la standing ovation per lei è quantomeno doverosa. Folkloristica e verace la performance di Clementino che porta sul palco un brano dedicato a chi è lontano da casa, intitolato, per l’appunto “Quando sono lontano”.
Il momento amarcord sopraggiunge con il bellissimo medley di Eros Ramazzotti: “Terra promessa”, “Adesso tu”, “Più bella cosa non c’è” e la più recente “Rosa nata ieri” sono i brani che ci siamo ritrovati a cantare a squarciagola in virtù della loro radicata appartenenza al nostro knowhow culturale. Si ritorna alla gara con “Finalmente piove”, la ballad scritta da Fabrizio Moro che Valerio Scanu porta all’Ariston vestendola con il proprio stile; da riascoltare per capirne il potenziale. Convincente “Nessun grado di separazione”, il brano che riporta la freschezza di Francesca Michielin all’attenzione nazional popolare. Alessio Bernabei inaugura il suo percorso da solista con “Noi siamo infinito”, un brano caratterizzato da un arrangiamento intriso di riferimenti dance ed EDM. Esilarante l’ennesimo colpo di genio di Elio e le Storie Tese: “Vincere l’odio” è una canzone fatta di canzoni, un’installazione artistica, una scultura di parole concepita oltre il tempo e lo spazio contingente per imparare a prenderci meno sul serio.
A seguire la raffinata e stilosa Ellie Goulding, super ospite della serata in oggetto, ha scelto di esibirsi sulle note della super hit “Love me like you do” ed il nuovo singolo “Army”, entrambi tratti dall’album “Delirium”. La competizione sanremese rientra nel vivo con “Sogni e nostalgia”, il brano agrodolce, profumato di ottimismo, con cui Neffa si appresta a conquistare le radio e le docce italiane. Sobria, semplice e d’effetto la chiacchierata attraverso cui Carlo Conti ci ha presentato la celeberrima e meravigliosa Nicole Kidman.
Uno degli ultimi campioni ad esibirsi è Annalisa e, a giudicare da quanto visto e ascoltato, abbiamo motivo di credere che nessuno più di lei meriti di vincere questo Festival. La sua canzone “Il diluvio universale” è frutto di lunghe sessioni in studio e la bellissima ed elegantissima cantautrice riesce ad interpretarla con enfasi, fascino e credibilità. L’electro pop degli Zero Assoluto è tutto da ballare, il testo dice sinceramente poco ma il prodotto è di sicuro fascino radiofonico. La menzione di merito spetta a Virginia Raffaele che riesce a divertire il pubblico anche nei panni della leggendaria ballerina classica Carla Fracci. A chiudere la lunga serata è Nino Frassica che sceglie di portare sul palco di Sanremo “A mare, si gioca”, un racconto intenso e suggestivo concepito per riportare l’attenzione su un tema di assoluta importanza su cui è sempre necessario tornare quale è il dramma dei migranti.
Raffaella Sbrescia