Lo scorso 19 settembre Fabrizio Moro ha concluso “L’inizio tour” con un concerto tenutosi presso l’Arenile Reload di Bagnoli. Un’atmosfera intima e raccolta ha accompagnato l’ultimo step di un percorso pieno di soddisfazioni per il cantautore che, nelle sue canzoni, riesce a dedicare spazio sia ai temi politici e alla denuncia sociale che ai sentimenti e all’amore, una scrittura versatile e attenta che, da anni, gli consente di interagire empaticamente anche con un pubblico molto giovane. Accompagnato dalla sua band, l’artista ha ripercorso le tappe salienti della propria discografia senza trascurare i brani tratti dal suo ultimo lavoro “L’inizio”.
Carico e grintoso, Fabrizio si è divertito a coinvolgere il fedelissimo pubblico accorso sottopalco con “L’indiano”, “Fermi con le mani”, “Soluzioni”, “Respiro”, “Io so tutto” dando risposte a domande che fanno paura e fornendo spunti per potersi porre nuovi urgenti interrogativi. “Banale spiegazione”, “L’eternità”, “Non è una canzone” è la triade di canzoni che ha preceduto la parentesi acustica del concerto, dedicata a “Il senso di ogni cosa”, “Eppure mi hai cambiato la vita”, “Sono solo parole”: cuori e voci si sono strette le une alle altre regalando una bella suggestione pacifica e romantica.
Per il rush finale Fabrizio ritorna a parlare alle problematiche sociali con “Sono come sono”, “Da una sola parte”, “Libero”, la celeberrima “Pensa” e “Parole, rumori e giorni”, canzoni che, attraverso il piglio rock della carica interpretativa di Moro e gli arrangiamenti caratterizzati da lunghe e potenti scariche di chitarra, hanno lasciato una traccia tangibile ed un importante messaggio di riscatto sia individuale che collettivo.
Raffaella Sbrescia