“Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle, ecco perché ci attraggono”, con queste parole i Deproducers, l’eccezionale collettivo composto da Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia, Gianni Maroccolo e Max Casacci, ha accolto il pubblico del Teatro Dal Verme di Milano, lo scorso 24 febbraio, conducendolo per mano tra stelle, pianeti e galassie di tutto l’universo, grazie all’originale spettacolo che coniuga musica e scienza, intitolato “Planetario”. Creatori di suono, divulgatori scientifici ed innovativi sperimentatori, i Deproducers hanno scandito con delle affascinanti composizioni strumentali i numerosi interventi dell’astrofisico e direttore del Planetario Fabio Peri, il quale ha brillantemente introdotto al pubblico una serie di tematiche specificamente legate al mondo dell’astrofisica con un linguaggio semplice, leggero e colloquiale, senza tuttavia perdere il fascino della competenza settoriale.
Di grande impatto scenico le immagini ufficiali dell’ESA e della NASA ed i suggestivi visuals, creati ad hoc dal visual artist Marino Capitanio. Autori di due colonne sonore originali per il cinema come “Italy In A Day” di Gabriele Salvatores e “La Vita Oscena” di Renato De Maria, nonchè vincitori di importanti riconoscimenti come il Premio di Assomusica durante l’ultima Mostra Del Cinema Di Venezia, i Deproducers si confermano artisti innovatori, in grado di percepire il gusto e la curiosità di un pubblico curioso ed avido di novità. Al centro dello spettacolo le meraviglie del cosmo e il mistero della sua nascita, le costellazioni e la loro mitologia, il rapporto tra l’Uomo e l’Infinito e soprattutto le recenti conquiste dello spazio che hanno riportato l’attenzione verso l’Universo: dalla missione di Samantha Cristoforetti (la prima italiana nello spazio) all’atterraggio della sonda Philae su una cometa lontanissima dopo un viaggio lungo 10 anni. Flussi e stormi di note oniriche hanno, dunque, cullato lo spettatore lungo un viaggio della durata di svariati anni luce. Nel tentativo di portare noi stessi tra le stelle o di trasmigrare lo spazio dentro di noi, le suggestioni sono sopraggiunte improvvise, inattese ed intermittenti mentre, sospesi in questo sconfinato Universo, ancora attendiamo l’arrivo di un nostro messaggio in codice binario, inviato nel 1974, agli alieni posti a 23 mila anni luce da noi.
Raffaella Sbrescia