Avevamo lasciato i Depeche Mode allo Stadio Meazza di San Siro dopo uno show algido e imperfetto, li ritroviamo nella tornata invernale del Global Spirit Tour al Mediolanum Forum di Assago per la rivincita. D’altronde si sa, la dimensione sonora della band trova una naturale propensione agli spazi chiusi e concentrati. Così, per il primo dei due appuntamenti italiani, Dave Gahan , Andrew Fletcher e Martin Gore (affiancati in scena da Christian Eigner alla batteria e da Peter Giordeno alle tastiere) ritrovano l’affezionato pubblico italiano che, anche per questa volta, ha polverizzato biglietti di ogni tipologia. Con un palco imponente e gli ormai immancabili cortometraggi di Anton Corbjin, i Depeche Mode si sono tuffati nel meglio della propria discografia lasciando riaffiorare tutto il fascino di una cifra stilistica musicale che è diventata leggenda. 37 anni di successi sono pesanti da portare e, sebbene, i tre ce la mettano sempre tutta, il risultato non è sempre quello sperato. Sebbene i visuals siano diminuiti rispetto alla scorsa estate, resta sempre viva l’impressione che la presenza di tanti supporti video sia quasi voluta per lasciare respiro a un Dave Gahan spesso affaticato. L’apertura dello show mette, tuttavia, subito le cose in chiaro con “Going Backwords”, “It’s No Good”, “Barrel of a Gun”, “A Pain That I’m Used To”, “Useless”. Le parole non sono necessarie, dicono i Depeche Mode attraverso uno dei loro visual concept, sarà forse vero quando lo spazio delle riprese viene finalmente dedicato agli sguardi, alle espressioni, alle movenze di Gahan, traghettatore di emozioni di un tempo diverso, dove tutto riusciva a sorprendere e a sconvolgere.
Belli i momenti riservarti alla voce di Martin Gore: un lungo coro sulla coda di “Home”e l’inedita versione acustica di “Strangelove”. Delude “Enjoy the Silence” sulle cui note, non si sa per quale preciso motivo, Dave smette di cantare a metà canzone e si abbandona all’ascolto del pubblico del Forum. Uno sfogo, un momento di liberazione che Gahan ha deciso di goder fino all’ultimo istante. Il finale, comunque, è di quelli pirotecnici: “Walking in My Shoes”, “A Question of Time” che mancava nelle scalette dal 2014, e l’iconica “Personal Jesus” sigillano lo status cult dei pionieri dell’elettronica.
Raffaella Sbrescia
Video: Depeche Mode live – Milano
Scaletta:
Going Backwards
It’s No Good
Barrel of a Gun
A Pain That I’m Used To
Useless
Precious
World in My Eyes
Cover Me
Insight [acoustica solo Martin]
Home
In Your Room
Where’s the Revolution
Everything Counts
Stripped
Enjoy the Silence
Never Let Me Down Again
Strangelove [acoustica solo Martin]
Walking in My Shoes
A Question of Time
Personal Jesus