Il Maestro Daniele Sepe e la sua band sono stati protagonisti, l’ 11 novembre di un concerto entusiasmante tenutosi al Monk di Roma, a sostegno dell’iniziativa umanitaria di Sunshine4palestine, mirata a realizzare un progetto per il ripristino di orti domestici nella zona rurale di Al Zannah, nella Striscia di Gaza, che saranno dotati di sistemi che fanno uso di energie rinnovabili per superare i problemi della scarsità di acqua e di energia della zona. Durante la serata, il sax di Sepe, supportato dalle tastiere di Tommy de Paola, dal basso di Umberto Lepore, e la batteria di Aldo Castaldo ha emozionato il pubblico, proponendo un repertorio di brani che sono oramai diventati una piacevole consuetudine delle performances dell’eclettico jazzista partenopeo. L’incantevole versione di “Bammenella ‘e copp’e quartiere”, incastonata tra le note squisitamente jazz di “Nunca mas”, i ritmi mediterranei di “Pexinos do mar” e di “Ajde Jano”, gli scherzi sonori e interpretativi di “Nu poco ‘e sentimento” e “Fresca fresca”, per concludere con le note di “Settembre, ottobre, novembre nero”, un brano sicuramente scelto non a caso dal repertorio degli Area, assolutamente in linea con lo spirito della serata. A fare da suggestivo “contrafforte” al suono vibrante ed emozionante del Maestro del sax, la voce incredibile di Floriana Cangiano, in arte Flo, capace di sostenere le note con una potenza ed un’estensione vocale che nulla hanno da invidiare alle migliori vocalist del mondo. Abbiamo avuto modo di apprezzarla sin dall’inizio della collaborazione con il Maestro, e possiamo garantire che sentirla reinterpretare Demetrio Stratos al femminile è un’esperienza elettrizzante. Qualcosa che sicuramente non tutti possono permettersi di osare.
Ospiti della serata, il percussionista Carmine Bruno, e i suoi preziosi tammorra e tamburello, e l’organetto di Alessandro D’alessando, che in “Campagna” ha dato dimostrazione di come uno strumento così legato alla tradizione popolare possa, se suonato con maestria, adattarsi perfettamente ad un arrangiamento jazz.
Un concerto a fini solidali, abbiamo detto. Il maestro Sepe, dove ci sia bisogno di aiuto, è sempre pronto a dare una mano. E la questione Palestinese ce l’ha a cuore da sempre. Il fatto è che la solidarietà deve avere un suo riscontro empirico. Esprimerla a parole va benissimo, ma è poi nei fatti che si concretizza la differenza. L’Associazione Sunshine4Palestine opera su basi concrete, in forma apolitica, cercando, attraverso l’apporto di professionisti qualificati, di portare sostegni reali, collaborando con i professionisti locali, al fine di rendere più sostenibili le condizioni di vita in una terra martoriata oramai da anni. Dovremmo provare ad immedesimarci seriamente nei panni di chi è nato in guerra e muore in guerra, perché altro non gli è stato mai dato modo di conoscere. E’ una condizione terribile, inimmaginabile, per noi che della guerra portiamo il ricordo dei nostri padri, dei nostri nonni, ma sulla pelle non ce la siamo mai vissuta. Anni fa ebbi modo di raccogliere la testimonianza di una cara amica, che in Bosnia, sotto le bombe, c’è stata. La vita assume un significato ben diverso, le cose che noi diamo per scontate, diventano necessità, fattori prioritari. Qui parliamo di acqua……quell’acqua che nella sua carenza, pochi giorni or sono, ha seminato il panico a Messina.
Il messaggio è elementare. Fare cose concrete. E in questo ci sentiamo di appoggiare e sostenere, insieme al Maestro, i volontari dell’associazione Sunshine4Palestine, cui va tutta la nostra riconoscenza per il lavoro che da tempo svolgono lungo la striscia di Gaza. Un grazie quindi a loro, che varrebbe la pena concretizzare attraverso una sottoscrizione, e un grazie sempre a Daniele Sepe, per la sua capacità di coniugare la bella musica con le problematiche sociali. Perché se la musica smette di servire a questo, diventa mero esercizio di stile. Piacevole, per carità, ma completamente svuotato dei suoi contenuti fondamentali, ovvero quelli di accomunare i popoli e di renderli solidali, attraverso lo scambio, libero e scevro da ogni forma di dogana culturale e politica.
Roberta Gioberti
Photogallery a cura di: Roberta Gioberti