Natalia Lafourcade, tra le voci femminili più apprezzate del mondo latino, presenta per la prima volta in Italia il suo nuovo album da solista, il sesto in studio, intitolato “Hasta la raíz”, pubblicato lo scorso 9 giugno per Sony Music. Scavando a fondo tra le emozioni della propria anima, Natalia ha innescato un processo compositivo intimo, eppure in grado di stabilire un’immediata connessione con il pubblico. Definito l’album più viscerale dell’artista messicana, “Hasta la raíz”, testimonia concretamente l’ autenticità di una musica che è il frutto di una profonda ricerca interiore.
Registrato a Los Cabos, Veracruz, Colombia, Cuba e Las Vegas, luoghi dove Natalia ha trovato la pace e l’ispirazione necessarie per scrivere canzoni che esprimono i suoi stati d’animo con grande schiettezza, il nuovo lavoro giunge dopo l’album tributo al compositore e poeta Agustín Lara, in seguito al quale Natalia ha avvertito fortemente il desiderio di tornare a comporre un repertorio originale. Una carriera varia e multiforme, quella di Natalia LaFourcade che ha suonato in diverse band: “ho iniziato con in gruppo perché non sapevo come affrontare la musica da sola. Ma ora sono troppo irrequieta, cambio progetti troppo spesso per stare in una band”. Intesa come un mix di esperienze, con stili musicali diversi, la musica di Natalia è un linguaggio, con cui la cantautrice inseguire le proprie inquietudini. “Hasta la raiz” si avvicina ad una particolareggiata forma di latin pop, raffinato e piacevole. Tra i dodici brani inseriti nell’album troviamo la title track “Hasta la raíz”, primo singolo tratto dall’album, di cui Lafourcade firma parole e musica insieme a Leonel Garcia, affrontando il tema dell’amore e della riconciliazione con se stessi, con le proprie radici e con la propria essenza: “In quest’epoca in cui il mondo va a mille all’ora e tutto cambia nel giro di un attimo, credo sia importante ricordare chi siamo e da dove veniamo. In questa canzone ho ricordato le mie origini e confermato il mio indirizzo, per ribadire da dove vengo e dove vado”.
Ecco cosa ci ha raccontato l’artista in occasione dell’intervista che le abbiamo fatto negli uffici italiani di Sony Music a Milano.
Com’è hai lavorato alla realizzazione di “Hasta la raíz”?
Le canzoni di quest’album sono tutte molto spontanee. Quando lavoravo sui brani di Lara ero in un periodo di fermo, non riuscivo a fare null’altro per cui mi sono imposta un esercizio di composizione quotidiana e di tecnica di scrittura musicale; in questo modo ho iniziato a scrivere di tutto e a lasciarmi andare. A volte mi sedevo secondo il tipico cliché: una tazza di caffè, una penna e un pezzo di carta…ma non veniva fuori niente. Altre volte, invece, improvvisamente arrivava un’ispirazione immediata in cui musica e parole nascevano da sole, le registravo sul cellulare o le scrivevo su un foglio di carta, mettendo in un quaderno le canzoni una volta finite. Dopo diversi mesi le ho riprese, ho riascoltato i pezzi che avevo composto e i più belli li ho registrati. Così è nato questo disco, che è molto personale e intimo.
Quali sono state le difficoltà maggiori in questo percorso di ricerca e riscoperta di te stessa?
La cosa più difficile è stata la sfida anzitutto con me stessa nel tornare a fare un nuovo album dopo il tributo ad Agustín Lara, che io ritengo un genio della musica. Il mio obiettivo principale era tornare a comporre: ti chiedi tante cose quando componi una musica, attraversi momenti di grande sicurezza e altri in cui tutto sembra brutto. Questo disco mi ha aiutato a ritrovare me stessa, la mia musica e le mie canzoni che, soprattutto in quest’album, sono state un canale di guarigione completando un percorso di forte crescita personale.
Nelle tracce del disco c’è tanto struggimento affiancato da una grande forza d’animo. Quanto Messico c’è in questo album?
Ho cercato di riconnettermi con la mia terra natia anche sul piano musicale e devo dire che mi sento fortunata nel fare musica per un pubblico che mi accompagna da tempo e che conosce i miei dischi. Il Messico è un centro importante per la musica latina, molti artisti partono proprio da lì per arrivare in tutto il Sud America.
Nel tuo Paese sei famosa, qui in Italia sei considerata un’emergente…come ti senti a riguardo?
Per quanta fama si possa avere, ogni disco è come ripartire da zero. Nessuno ti garantisce che funzionerà e che la gente lo gradirà. La speranza è quella di connettermi con le emozioni delle persone che mi ascolteranno.
Quali sono gli artisti che hai ascoltato in questi anni e che ti hanno influenzato di più?
Ce ne sono diversi: Billie Holiday, Bjork, Fiona Apple, Nina Simone e anche la grande cantante messicana Toña la Negra. In ogni caso l’artista che mi ha dato più di tutti è stato Agustín Lara; lui mi ha insegnato a cantare con il cuore, con le emozioni. Prima di lavorare con le sue canzoni, cantavo e basta.
Sei molto impegnata anche nel sociale a sostegno di associazioni benefiche, sei ambasciatrice di Save the Children, sostieni la SIVAM e hai composto l’inno di un movimento giovanile che si batte per la libertà di espressione. Qual è il tuo ruolo in questo tipo di contesto?
La musica ha un forte potere, sveglia la coscienza delle persone e proprio per questo avverto una grande responsabilità per ciò che canto. Anche ai giovani, attraverso le mie piccole collaborazioni, mando questo messaggio: quello di tornare alle origini, di connettersi con se stessi.
Raffaella Sbrescia
Video: Nunca es suficiente