Sulla scia del successo di “Déjà vu”, il cantante salernitano Manuel Foresta presenta “Se fossi ancora qui”, il nuovo singolo che anticipa un nuovo album di prossima pubblicazione per l’etichetta Rusty Records. Con la produzione artistica di Davide Maggioni, il brano intende rappresentare il frutto di percorso di ricerca musicale che Manuel ci ha raccontato in questa intervista, in cui, tra l’altro, il giovane interprete ha parlato anche dei suoi impegnativi studi di architettura e dei recentissimi opening acts dei concerti di Renzo Rubino.
“Se fossi ancora qui” è il tuo nuovo singolo. Da dove nasce l’idea di coniugare elettronica a sonorità più tradizionali come quella del tango e qual è il percorso che ti ha portato a questo risultato artistico?
Il mio nuovo singolo è il frutto di un’oculata ricerca fatta insieme al mio produttore artistico Davide Maggioni. Cercavamo qualcosa di particolare che rispecchiasse il mio personale gusto per alcuni strumenti tradizionali, come la fisarmonica ed il pianoforte, ma che si prestasse bene anche ad essere stravolto con il beat elettronico. “Se fossi ancora qui” fin dal primo ascolto ci è sembrata perfetta ed i suoni del tango ci hanno entusiasmati e convinti. L’autore Simone Baldini Tosi utilizza nel testo un linguaggio semplice e diretto che, con l’arrangiamento che avevamo in mente, raggiunge l’incisività e l’audacia che stavamo cercando.
Di cosa parli in questo brano e cosa intendi comunicare in esso?
In questo brano parlo di una storia vera, sentita, di pancia. Dentro c’è l’irrequietezza di chi non si rassegna e non si vergogna ad ammettere una propria debolezza, una propria mancanza. L’ho sentita da subito mia, nel suo linguaggio semplice e diretto, ma soprattutto tormentato.
Con chi ti sei interfacciato per la produzione del singolo e del disco di prossima uscita?
La produzione del singolo e del disco è affidata alla Rusty Records, con la produzione artistica di Davide Maggioni. La nostra collaborazione è nata quasi per caso, come tutte le cose belle. In loro ho trovato qualcosa in più di una squadra di lavoro. Ho trovato una grande famiglia che mi ha accolto con affetto e che mi sostiene ogni giorno con grande professionalità.
Quali saranno i contenuti di questo lavoro e quanto ti rispecchierà questa tua prima produzione discografica?
L’album è pensato sulla scia del primo singolo, che proprio per questo, abbiamo scelto come apripista. In tutto il disco ci saranno suoni audaci, forti, mescolati a quelli più tradizionali. Con esso cercherò di parlare il linguaggio della mia generazione conservandone l’incisività ma anche tutte le contraddizioni.
Qual è il bilancio di questa prima parte del tuo viaggio musicale? Cosa pensi di aver intuito, cosa, invece, ti ha sorpreso e cosa, ancora, pensi ti abbia messo davvero alla prova?
Il bilancio è sicuramente positivo. Penso di aver ormai capito che la maggior parte delle cose capitano per caso e ti stravolgono, senza poterle pianificare ed è per questo che l’unica cosa che conviene davvero fare è impegnarsi con amore in quello che ci piace.
Mi ha sorpreso di certo l’affetto delle persone, quelle che mi seguono da sempre e che non pretendono niente in cambio, quelle che credono in me anche più di quanto a volte non lo faccia io.
Ho capito che forse c’è solo una cosa che mi possa mettere davvero a dura prova ed è l’ansia da prestazione, quella che a volte rischia di farti dimenticare che l’opportunità di fare quello che ami è di gran lunga più importante della meta che vorresti raggiungere.
Come sono andati gli opening act del “Secondo Rubino tour”? Che tipo di esperienza è stata?
Renzo porta sul palco un mondo stravagante fatto di luci e colori e in esso dipinge perfettamente il suo punto di vista. E’ stata un’esperienza bellissima perché da lui ho cercato di assorbire come una spugna tutto quello che c’era da imparare. In più il pubblico del suo Tour è un pubblico attento che mi ha ascoltato con interesse e mi ha riservato tanto affetto. Per me avere un’occasione del genere è stato davvero molto stimolante e lo ringrazio.
Quali sono le tue prospettive per il futuro? Oltre alla musica ti interessi anche di altro? Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
Nella musica sto investendo gran parte delle mie energie e, pian piano, come solo i veri amori fanno, ha preso il sopravvento su tutto il resto. Di sicuro quindi la mia speranza è di poter vivere di questa mia passione sconsiderata.
Parallelamente alla musica, però, c’è un’altra grande passione che è l’architettura. Nella vita di tutti i giorni, giù dal palco, sono uno studente che si fa in quattro tra studio ed esami, senza risparmiarsi mai. Dietro l’angolo ho un importante impegno che è la laurea e nei prossimi mesi dovrò rimboccarmi le maniche per riuscire, come faccio ormai da tanti anni, a conciliare lo studio con i miei impegni da cantante.
Raffaella Sbrescia
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