Ritratti Di Note ha incontrato Fabrizio Moro in occasione del concerto all’Arenile di Napoli, tenutosi lo scorso 18 Giugno. L’artista ha raccontato delnuovo live, dei prossimi progetti e della lavorazione al nuovo album.
Fabrizio, sei tornato nuovamente all’Arenile di Napoli per un concerto; tra l’altro so che tu ami molto questa città…
Ero stato in concerto all’Arenile di Napoli già due anni fa, ma ci avevano riservato il palco piccolino. Quest’anno ho suonato sul palco centrale, direttamente sulla spiaggia, a pochi metri dal mare e questa è stata una esperienza bellissima. Tra l’altro, a proposito dei live, io dico sempre che il concerto lo fa il pubblico, poi noi ci mettiamo tutta l’energia e l’amore possibile. Quello di Napoli è stato il quarto appuntamento di questo Tour 2016, dopo i concerti al Palalottomatica di Roma e all’Alcatraz di Milano, e il concerto di Maida (CZ). Continuerò per tutta l’estate a suonare in giro per l’Italia, fino ad Ottobre. Tutte le date sono sui miei social e sul mio sito. Comunque Napoli è una città eccezionale, dal grande calore umano; ci torno sempre con piacere.
Da sempre nella tua musica c’è la compresenza di due elementi: una osservazione attenta e lucida della realtà che ci circonda ma anche uno sguardo profondo sull’individuo, sui suoi limiti e le sue paure. “Sono anni che ti aspetto” è una canzone che parla anche di questo…
Sì, soprattutto negli ultimi due album, e in particolare in “Via Delle Girandole 10”, l’album uscito lo scorso anno, ho messo al centro dell’attenzione la mia vita, i miei amori, i miei affetti, tutto quello che è successo negli ultimi dieci anni, anni molto importanti non solo a livello artistico ma anche a livello umano. Le cose che sono cambiate, l’equilibrio che sono riuscito a ritrovare da qualche anno, tante belle sensazioni che ho cercato di mettere in musica. La musica è stata una valvola di sfogo fondamentale e attraverso questi due ultimi album sono riuscito ad esprimere a 360 gradi quello che è successo al mio stato psico-fisico. Per la prima volta sono riuscito a mettere al centro dell’attenzione la mia vita, cosa che non ero mai riuscito a fare prima. Essere un cantautore è tante cose; ci sono momenti in cui riesci a fotografare gli aspetti positivi e negativi della realtà che ti circonda e poi ci sono momenti in cui hai voglia magari di parlare solo di te e della tua vita. Io ho voluto esprimere agli altri quello che avevo nella testa e nel cuore. Essendo una persona intimista riesco a fare questo solo con la musica. Ecco perché oggi all’età di 41 anni continuo a farmi sempre la stessa domanda “Perché ho scelto di fare questo percorso?” La risposta è forse perché non credo di riuscire a comunicare in altri modi.
Questa è una di quelle domande che nella vita torna parecchie volte…
Le domande bisogna sempre continuare a farsele. Alcune volte si trovano le risposte, altre volte no. Io spesso mi sono detto “Ma davvero voglio trovare una risposta?”, anche perché sembra che quando hai trovato la risposta a questa e ad altre domande, qualcosa irrimediabilmente finisca, si spenga. Io sono un fan delle vigilie. Quando stai vivendo un momento, soprattutto un momento bello come la nascita di un figlio, il tuo compleanno, la pace ritrovata, è bello viversi il momento che precede il tutto, l’attimo intermedio. Forse è per questo che ho amato sempre di più l’autunno e la primavera rispetto all’estate e all’inverno. Io sono nato il 9 Aprile ma per me il giorno più bello è stato sempre l’8 Aprile. L’attesa è quella cosa che mi ha sempre permesso di cercare e di scavare… Quando poi arriva il momento bello e tutte le sensazioni finiscono, devi ricominciare a cercare. Mi si dice sempre che io non riesco a godermi il momento, forse è così, ma io mi godo le vigilie…
“Sono anni che ti aspetto” è il pezzo che prelude ad un nuovo album. Puoi darci qualche notizia su quello che sarà il nuovo lavoro?
Sono in fase di pre-produzione già da molti mesi. Sto scrivendo tantissimo. Ho già registrato una ventina di brani e a settembre passeremo a definire meglio quale sarà la vera entità di questo album. Ho fatto sempre dischi diversi l’uno dall’altro nella mia carriera. So solo che per questo nuovo album voglio tornare un po’ alle origini, ed intendo dal punto di vista della produzione e dell’essenza primaria del disco, degli arrangiamenti e del sound. Mi sto ispirando molto al rock degli anni ’80, alla musica con la quale sono cresciuto. Sto riascoltando tutti i dischi di Ligabue, di Vasco. Vorrei ritornare alla chiave di chitarra, basso e batteria e lasciare meno spazio al folk che ha caratterizzato “Via Delle Girandole 10”. Sarà un disco di matrice rock, questo è sicuro…
Fabrizio Moro autore per altri artisti; vorrei ricordare tra le tante, “Sono solo parole” scritta per Noemi, le canzoni scritte insieme a Gaetano Curreri degli Stadio, “Finalmente Piove” scritta per Valerio Scanu, “Un’altra vita” per Elodie…
Sì, devo dire che lo scrivere per altri mi ha dato anche la possibilità di produrmi i miei primi album. Questo ultimo anno poi è stato particolarmente proficuo. Ho scritto, come hai citato tu, il brano per Valerio Scanu, che poi è diventato “Disco D’Oro”; il brano per Elodie “Un’altra vita”; un brano per Fiorella Mannoia, che credo uscirà a fine anno. Con il pezzo scritto per Fiorella tra l’altro, ho realizzato un grandissimo sogno, quello di scrivere per una delle più grandi interpreti italiane, se non la più grande, senza offendere le altre. Tra l’altro, sono curioso di ascoltare il pezzo perché è ancora in produzione. Continuerò con la mia attività di autore per altri perché è una cosa che mi ha dato sempre grandi soddisfazioni. In questo periodo sto producendo anche un gruppo, insomma non mi faccio mancare niente…
Fabrizio, le tue “attese” e le tue “vigilie”, mi hanno fatto pensare alla canzone “Un giorno senza fine”, che è una canzone che amo molto, e che tu hai portato al Festival di Sanremo nel 2000. Probabilmente i tuoi giorni sono sempre “senza fine”…
Questa è una bella sorpresa, perché in pochi conoscono quel pezzo, e sono felice che tu lo conosca. E’ un pezzo che ho scritto quando avevo 20 anni. Faccio un po’ fatica a riascoltare quella canzone e l’album del quale faceva parte (“Fabrizio Moro” n.d.r.), perché non mi piace mai “rivedermi”, però in tanti mi hanno chiesto di riarrangiare e riprodurre quel disco. Magari riproporrò il pezzo riarrangiato l’anno prossimo, con il nuovo tour. Non posso ancora svelare nulla ma stiamo preparando un grande evento…
Giuliana Galasso