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“Sea Shell. Musica per conchiglie”: l’opera più green e più pazza di Mauro Ottolini. La recensione
Raffaella Sbrescia
TheRivati: Non c’è un cazzo da ridere. La recensione di un album scomodo e necessario
M¥SS KETA: il nuovo album è Paprika. La recensione
Dimenticatevi di “Una vita in Capslock”, M¥SS KETA si evolve e pubblica il nuovo album “Paprika” in cui la citazione all’omonimo film di Tinto Brass è chiaramente ovvia. Forte dell’espansionismo latente del collettivo Motel Forlanini, M¥SS KETA mette a segno una serie di collaborazioni anche molto distanti dal suo genere e dal suo pregresso discografico con l’obiettivo di scoprire altro di se stessa e di evolvere una cifra stilistica improntata al superamento del limite. L’attitudine di approccio sta nella ricerca del vario, del nuovo, del diverso, dell’originale. All’interno delle canzoni di questo lavoro, M¥SS KETA si ispira ad un immaginario erotico. Ci sono donne bollenti, intriganti, femminili. Il corpo femminile parla in modo diretto, inquietante, lisergico, assoluto. La femminilita assurge ad un’entità archetipica, primitiva. A scandire queste immagini sonorità jungle, hip hop, r’n’n, post produzioni e remix che stravolgono tutto ciò che M¥SS KETA aveva mostrato di se stessa fino ad ora. Così “Le ragazze di Porta Venezia”, già iconico, diventa un brano aggregante con le voci di Elodie e Joan Thiele.
M¥SS KETA diventa quindi un progetto aperto, in cui altri artisti si divertono ad entrare capendone la spiccata ironia e il mood sornione. Lontana anni luce dall’amore romantico, M¥SS KETA si scatena con Gabri Ponte, ride di se stessa, fa satira su usi e costumi grotteschi compiendo quasi un atto politico. La sua è un’estetica punk, una posizione di eterna esposizione a temi, spunti e territori sconosciuti. Un continuo esperimento che, nel battere il ferro finché caldo, si affida a sensazioni primordiali. Un continuo “do it yourself” in cui M¥SS KETA si affida a Motel Forlanini per esprimersi in totale libertà e in linea con una corrente di pensiero sfrontata, furba, senza rinunciare alla voglia di lanciarsi in termini di ricerca sonora.
Raffaella Sbrescia
TRACKLIST
1 – ALSO SPRACH ELENOIRE DI ELENOIRE FERRUZZI
2 – BATTERE IL FERRO FINCHÉ È CALDO
3 – UNA DONNA CHE CONTA REMIX FEAT. WAYNE SANTANA
4 – MAIN BITCH
5 – BOTOX REMIX FEAT. GEMITAIZ
6 – PAZZESKA FEAT. GUÉ PEQUENO
7 – TOP FEAT. LUCHÈ
8 – 100 ROSE PER TE FEAT. QUENTIN40
9 – MORTACCI TUA PROD. CACAO MENTAL
10 – CLIQUE PROD. POPULOUS
11 – LE RAGAZZE DI PORTA VENEZIA REMIX FEAT. ELODIE, PRIESTESS, JOAN THIELE
12 – B.O.N.O.
13 – LA CASA DEGLI SPECCHI PROD. GABRY PONTE
14 – FA PAURA PERCHÉ È VERO FEAT. MAHMOOD
PROSSIME DATE LIVE
5/4 VIPER THEATRE, FIRENZE |https://bit.ly/2Oknizs
6/4 TEATRO SOCIALE, COMO |http://bit.ly/marker2019
20/4 ROKOLECTIV FEST, BUCAREST
27/4 NEW AGE, RONCADE (TV) |https://bit.ly/2FopWQt
30/4 MONK, ROMA | https://bit.ly/2GCuYv0
10/5 LOCOMOTIV, BOLOGNA
17/5 DEJAVU, TERAMO
25/5 MI AMI, MILANO | https://bit.ly/2HNR928
19/7 MELT FESTIVAL, FERROPOLIS |https://meltfestival.de/en/
Le Vibrazioni live al Forum di Assago: vent’anni di storia in tre ore di concerto.
Poesià e civiltà: il nuovo album di Giovanni Truppi è un’opera d’arte che disturba e commuove.
Hype Aura: la recensione del nuovo album dei Coma_Cose
“Comunque vada l’inizio alla fine saremo solo io e te con i nostri mostri e sentimenti. Quindi non preoccuparti se hai paura”, questa la premessa di “Hype Aura”( leggasi Hai paura” il nuovo album di Coma_Cose, il duo formato da Fausto Lama e California. Rap e cantautorato si fondono in un progetto liquido, intriso di fotogrammi tratte dalla routine quotidiana e citazioni di illustre calibro, sempre e comunque rielaborate attraverso la caratteristica sintassi dei Coma_Cose. Lo sfondo costante è Milano e tutto il circondario anche periferico. Un conglomerato dii flashback, contesti più o meno inflazionati alternati a case di ringhiera e agglomerati di edifici più o meno glamour.
Navigli, Porta Genova, Darsena sono le muse ispiratrici di una poesia urbana inaspettata. Il risultato è un immaginario crepuscolare, denso di immagini in movimento fissate in riflessioni intime e pungenti. I Coma_Cose curano ogni dettaglio, scrivono e dirigono anche i propri video proprio per dare giusta resa a testi pregni di giochi di parole e altrettante citazioni: Battiato, Jodorowsky, beat generation, Jack Kerouak, De Chirico i punti di riferimento per questi nove pezzi inediti, anticipati dai singoli “Granata” (Mai una gioia tranne la fermata prima di Centrale) e ” Via Gola”.
Per darvi un esempio di quanto si sta cercando di descrivere, ecco un estratto dal brano “Mancarsi”: Con la nebbia i lampioni disegnano liane di luce in una giungla di cemento. Ci hanno dato tutto, ci hanno tolto tutto, poi ci hanno detto lascia un commento. Ci hanno detto vivere è una corsa quindi corri, lo capirai solo al traguardo. Ci hanno dato un cuore in mezzo alle gambe ma senza le istruzioni per usarlo. Ci hanno dato il piombo, ci hanno dato il fango ci hanno chiesto: “Quando diventate grandi?” E nonostante tutto abbiamo ancora gli occhi rossi come quelli dei conigli bianchi. Ci hanno detto niente dura per sempre tranne la musica, quella rimane. Ma per fortuna io ho incontrato te che mi ricordi casa come le campane.
L’impressione netta è che qui si è difronte a dei brani manifesto di disagio ma anche di resilienza, l’arte e la creatività sono le risorse con si riesce a fare fronte al cinismo dilagante. La riprova di questa consapevolezza sta in “Beach Boys distorti”: Nuovi cantanti, io agli opposti. Loro tarocchi, Jo-dorowsky. Loro tutto fumo e mai arrosti. Io poeta, Majakowskij. C’è poi l’amore, mai smielato, mai evidente, eppure vivo e vibrante in “A lametta”: Sabato non si incomincia quasi mai una rivoluzione e soprattutto in due, in due. Fuori l’edera soffoca il muro è l’estate che si vendica. Due colpi di tamburo due euro di prevendita. Uscire dalla porta, voi dopo cosa fate paura di camminare come i cani sulle grate. Andare ai concetti capire i concerti. Laurearsi in problemi e regalare i confetti. Questo è il lavoro del cantante come nel circo i trapezzisti. Anagrammo: trastipezzi C’è la mia vita scritta nei dischi.
I Coma_cose in qualche modo ricordano anche i Baustelle nella loro maniera personalissima di raccontare emozioni, vibrazioni e disagi interiori, il risultato non è mai scontato. Esattamente come possiamo constatare anche nel brano “San Sebastiano”: La critica sociale, la politica, la povertà, il disagio umano. Vorrei approfondire ma penso che il mio vero nemico sono io quando ho un telefono in mano. Oppure in “Mariachidi”: La solitudine costa fatica mi salvi sul telefono e mai nella vita”. Infine un ultima tappa di questo viaggio metropolitano è “Squali”: Noi che al massimo arriviamo al fine settimana Infondo siamo pescecani. E anche se a Milano non c’è il mare Noi restiamo squali. Una fotografia splatter di un momento storico buio, che effettivamente ci fa paura e dal quale in qualche modo proviamo a difenderci facendo capo ai più reconditi caposaldi della nostra anima imbruttita.
Raffaella Sbrescia
Il tour
30.03 Padova, Hall
01.04 Firenze, Tuscany Hall (ex-Obihall)
02.04 Milano, Alcatraz
05.04 Nonantola (Mo), Vox
07.04 Senigallia (An), Mamamia
08.04 Torino, Teatro Della Concordia
12.04 Napoli, Casa Della Musica
13.04 Modugno (Ba), Demodè Club
15.04 Roma, Atlantico
Viva da Morire: la recensione del nuovo album di Paola Turci
Paola Turci ci aveva riconquistato nel 2017 con “Il secondo cuore” e la straripante energia di un incontenibile ritorno in scena. Ritroviamo oggi la cantautrice romana con “Viva da morire”, un album che gioca sull’effetto sorpresa, che lascia gli anfratti solitari per abbracciare la collettività. Un progetto arrivato in maniera inaspettata, mai davvero cercata, un provocatorio gioco al depistaggio in cui il tocco di Luca Chiaravalli svolge ancora una volta un ruolo chiave in fase produttiva. “Viva da morire” è per Paola Turci più un album da interprete in verità. Solo due delle dieci canzoni contenute nel disco portano infatti la sua firma. Tra gli autor ritroviamo Giulia Ananìa e Davide Simonetta, Andrea Bonomo, Fabio Ilacqua, Nek.
Diversi sono i fotogrammi con cui Paola Turci sceglie di mostrarsi più libera che mai: adolescenza, infanzia, rinascite, cadute, contraccolpi si susseguono tra uptempo e ballads chiaroscure che si susseguono a piè sospinto e non senza sorprese. A tal proposito, curiosa la scelta di Paola Turci di confrontarsi con il giovane rapper Vito Shade, tra l’altro autore del brano “Le olimpiadi tutti i giorni”. Affascinante il piglio blues, forse più vicino all’animo della cantautrice, del brano “Prima di saltare”. Paola non ha paura di trasformarsi, di mettere in circolo l’emotività più recondita, di mettere a nudo incertezze insieme quelle uniche poche consapevolezze di cui provare a fare tesoro. “Io questa vita voglio morderla finché non mi mangia”, canta Turci nella titletrack “Viva da morire”. Un equilibrio sempre sul filo del rasoio, quasi una vertigine in sospensione tra il brivido di non conoscere il domani e la certezza di viverlo in ogni caso al massimo. “L’ultimo ostacolo”, il brano che Paola Turci ha portato al Festival di Sanremo, viaggia su una tonalità forse troppo alta per Paola ma è proprio questa sfida interpretativa a fornire il là al contrappasso che invece chiude in modo perfetto il disco: la riprova tangibile è, difatti, “Piccola”: un perla che, anche in versione acustica, ci restituisce la più pura intensità narrativa di Paola Turci e tanto basta per farci dire che quando l’artista individua un brano che la illumina e la fa commuovere, ecco che l’incantesimo si rinnova e colpisce dritto al cuore.
Raffaella Sbrescia
Video: L’ultimo ostacolo – acoustic version feat. Beppe Fiorello
Fru fru: il nuovo album di Edda. La recensione.
“Fru fru”: sinonimo di leggerezza e volatilità. Questo il titolo del quinto album da solista di Edda, al secolo Stefano Rampoldi, che prosegue il processo di allontamento dal rock. Luca Bossi è il produttore artistico e arrangiatore delle canzoni che compongono questa nuova opera di Edda, pubblicata per la label Woodworm, naturale maturazione artistica giunta a seguito della pubblicazione di “Graziosa utopia” nel 2017.
Il discorso di fondo su cui si basano le canzoni di “Fru fru” è uno stream of consciusness inafferabile, una sorta di vomito-confessione senza schemi, senza paranoie, senza freni. Un monologo in 9 tracce i cui suoni, al solito curati e tiratissimi, lasciano via libera a un fiume in piena. Il manifesto dell’adulto cinico, un luogo i cui i pensieri si inseguono in modo quasi confuso riuscendo a incastrarsi in caselle ben definite. La leva motrice è l’istinto, la pancia.
A testimonianza di ciò che state leggendo, provate ad ascoltare “E se”: una canzone in cui vi sembrerà di sentirvi disturbati e poi beffati da un “qui lo dico e qui lo nego”. Spicca nella tracklist anche “Italia Gay”, una canzone che ironizza sulla ricerca della felicità, un modo per dire qualcosa di vero dando l’impressione di farlo scherzando. La cifra stilistica dell’Edda di oggi è a tratti indecifrabile, a tratti sorniona, sicuramente intrisa di una spiritualità perseguita a titolo personale e che fa capolino quando me ce lo si aspetterebbe. Un po’ come accade in “Ovidio e Orazio”.
Niente paura però, il leit motiv del cantante (guai a chiamarlo cantautore) è “chant and be happy”, un motto del movimento kare krishna degli anni Settanta che potremmo considerare anche come obiettivo di un disco melodioso, facile da ascoltare, meno da metabolizzare, perché in fondo il contenuto provocatorio è quello che ci dà più fastidio anche se alla fine ci piace di più.
Raffaella Sbrescia
Questa la TRACKLIST del disco:
01. E se
02. The Soldati
03. Italia Gay
04. Edda
05. Vela Bianca
06. Vanità
07.Samsara
08. Abat – Jour
09. Ovidio e Orazio
A marzo 2019 Edda partirà con un nuovo tour. Il tour è organizzato da Locusta Booking (www.locusta.net), di seguito le prime date confermate:
09 MARZO – RAVENNA – BRONSON
21 MARZO – BOLOGNA – LOCOMOTIV
22 MARZO – PISA – LUMIERE
28 MARZO – MILANO – SANTERIA SOCIAL CLUB
29 MARZO – MODENA – VIBRA
04 APRILE – TORINO – HIROSHIMA
06 APRILE – FIRENZE – FLOG w/LRDL
12 APRILE – TERLIZZI (BA) – MAT LABORATORIO URBANO
13 APRILE – BARONISSI (SA) – DSSZ – DISSONANZE
27 APRILE – ROMA – MONK – CIRCOLO ARCI
17 MAGGIO – BRESCIA – MUSICA DA BERE LATTERIA MOLLOY