Le cose che non ho: montagne russe di emozioni nel nuovo album di Marco Mengoni

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In un momento storico particolarmente complesso, che cerca di atrofizzare i sentimenti in nome della più totale instabilità, la voce di Marco Mengoni rappresenta una calda certezza, un duttile e raro strumento a cui affidarsi per ricomporre il proprio puzzle emotivo. Con “Le cose che non ho”, pubblicato lo scorso 4 dicembre 2015 per Sony Music, Marco alza lo sguardo  e aggiunge un importante mattoncino alla sua carriera compiendo un ulteriore passo in avanti. Assecondando la sua indomita natura inquieta poco incline alla razionalizzazione del presente e in costante evoluzione, Mengoni si concede una libertà artistica e personale di cui pochi riescono a godere. Il suo intento è quello di trascrivere e cantare emozioni forti, intense, che ci regalano brividi ma anche dolorose lacrime. Tra suoni ricercati e testi molto curati, Mengoni scardina confini e retorica, sceglie struggenti ballad e, insieme a Michele Canova, le supporta con un’elegante veste elettronica che strizza l’occhio al meglio dello scenario musicale contemporaneo. Il disco si apre con “Ricorderai l’amore”: l’interlocutore immaginario con cui l’artista s’interfaccia è un alter ego che si muove a tentoni tra sbagli e riflessioni che, sebbene vengano reiterate nel tempo, non precludono mai un lieto fine. A metà strada tra consapevolezza e rassegnazione, “Ti ho voluto bene veramente” si muove lungo i sinuosi cardini di un dolce accompagnamento al pianoforte. “Il senso del viaggio è la meta, il richiamo”, canta Marco, ribadendo ancora una volta l’importanza del cammino, dell’evoluzione individuale, del cambiamento , della valorizzazione del tempo che ci è stato concesso. La potenza immaginifica di “Ad occhi chiusi” vive attraverso il prezioso contributo del trombettista Marco Tamburini, scomparso lo scorso maggio e si sviluppa lungo sentieri di parole fortemente evocative. Il racconto di un’anima dispersa tra i meandri di un limbo esistenziale, la sofferenza di un’attesa straziante popolano le strofe di “Resti indifferente”. A seguire “Parole in circolo”, il brano in cui Marco si racconta senza filtri, ci rende partecipi di della propria evoluzione personale, del suo modo per stare bene al mondo, della sua scelta di cantare di ciò che è in grado di procurargli un brivido. “Sognatore con i piedi per terra”, Mengoni ci regala nuove infinite sfumature sia musicali che testuali.

Marco Mengoni ph Emilio Tini

Marco Mengoni ph Emilio Tini

L’ascolto del disco prosegue con “La nostra estate”, un ipotetico proseguimento naturale di “Io ti aspetto”, canzone contenuta nel disco che soltanto 11 mesi fa inaugurava questa nuova fase artistica di Marco.  Un brano concepito direttamente per il live con loops di basso e sintetizzatori, percussioni tribali e un canto r&b. L’esercito di sogni raccontati da Mengoni si materializza più vividamente in “Solo due satelliti”: fotogrammi di una storia trascritta con colori a olio, singole pennellate che tratteggiano un dilaniante tira e molla. Il brano è il frutto della speciale penna di Giuliano Sangiorgi, si parte dall’amore carnale della prima strofa, si prosegue con la tormentata ricerca di un’affinità stabile tra anime diverse, si conclude con le urla di un basta che è tutto tranne che definitivo. Un amore tossico, figlio di un’elettricità corporale, padre di un legame legato a doppio filo ai cardini di un’orbita da cui non si riesce ad uscire.

Marco Mengoni ph Emilio Tini

Marco Mengoni ph Emilio Tini

Specchio del nostro sentire e del nostro vivere è “Rock Bottom”, il brano che Sia, autentica top performer, in egual misura sia in qualità di autrice che di cantautrice, ha donato a Marco esprime una viscerale vulnerabilità che, attraverso la voce di Mengoni s’impregna di una carica emotiva difficile da gestire con disinvoltura. «Ho sempre ammirato Sia, fin dai suoi primi dischi e ho sempre spinto per una collaborazione. Sono felice che abbia risposto alla chiamata e mi abbia regalato un pezzo così forte. All’inizio non ero sicuro di saperlo gestire, tanto che ho provato ad adattare il testo in italiano, ma non rendeva affatto; quindi, ho deciso di mantenere intatta la versione originale», aveva spiegato l’artista ai numerosi giornalisti accorsi alla presentazione del disco a Milano, e, in effetti, la scelta è stata decisamente quella più giusta. Radici e nuvole, ragioni e regole, affollano la titletrack  “Le cose che non ho” brano che, ancora una volta, fa leva sulla nostra personale forza d’animo.  Libera e disinvolta è la trama di “Dove siamo”, una nitida polaroid di anime in bilico, pronte a lasciarsi trasportare dalla corrente. Il disco si chiude con “Nemmeno un grammo“, una scelta precisa, in chiave rap/hip hop per chiudere un discorso intenso e ricco di spunti. Pensieri, parole, respiri convergono su unico binario chiamato speranza. “Le cose che non ho” è una montagna russa, è un percorso emozionale che non lascia scampo e che riesce a toccare diversi punti dell’anima in maniera incontrollabile ed estemporanea, è la fotografia di un artista pronto a raccontarsi, a sperimentare senza un approdo all’orizzonte ma con un’identità inconfondibile data dalla pregevolezza di una voce in grado di fare qualsiasi cosa.

Raffaella Sbrescia

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 Video: Ti ho voluto bene veramente

TRACKLIST

Ricorderai l’amore
Ti ho voluto bene veramente
Ad occhi chiusi
Resti indifferente
Parole in circolo
La nostra estate
Solo due satelliti
Rock bottom
Le cose che non ho
Dove siamo
Nemmeno un grammo

 #MengoniLive2016

TORINO - 28 Aprile 2016 - PalaAlpitour
PADOVA - 30 Aprile 2016 - Kioene Arena
BOLOGNA - 1 Maggio 2016 - Unipol Arena
FIRENZE - 3 Maggio 2016 - Mandela Forum
GENOVA - 4 Maggio 2016 - 105 Stadium
MILANO - 6 Maggio 2016 - Mediolanum Forum
MILANO - 7 Maggio 2016 - Mediolanum Forum
PERUGIA - 10 Maggio 2016 - Palaevangelisti
ROMA - 12 Maggio 2016 - Palalottomatica
ROMA - 13 Maggio 2016 - Palalottomatica
ACIREALE - 15 Maggio 2016 - Palasport
EBOLI - 17 Maggio 2016 – PalaSele
LIVORNO - 19 Maggio 2016 - Modigliani Forum
VERONA - 21 Maggio 2016 – Arena
VERONA - 22 Maggio 2016 – Arena


 

 

L’Introverso illumina l’autunno con “Una primavera”. La recensione dell’album

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L’Introverso riunisce all’interno del proprio nucleo vitale, composto dall’autore e cantante Nico Zagaria,  Marco Battista (chitarre), Futre (basso) ed Elia Rocca (batteria), pochi elementi ma nitidi: un rock muscolare, dei testi taglienti, un frizzante piglio cantautorale ed uno sfondo complesso quale può essere la periferia sud di Milano. “Una primavera” è il secondo lavoro del giovane gruppo milanese ed è composto da 11 brani di indie pop-rock prodotti da Davide “Divi” Autelitano, cantante e bassista dei Ministri.  Il disco, registrato al Noise Factory di Milano, racconta una Milano lontana dal cliché di città della moda e della finanza. Le storie de L’Introverso vengono dall’asfalto, sono fotogrammi di  vita vera, sono scatti di luce tra banchi di nebbia , l’istantanea agrodolce della vita che pulsa lungo le arterie delle vene.  Se il titolo del disco “Alla primavera” racchiude un doppio significato riferendosi sia alla stagione in cui tutto nasce e  si colora, sia alla rivoluzione dal basso,  brani come “Manie di grandezza, la viscerale Stomaco, Il finestrino o Ti odierai”  trovano nella voce di Nico Zagaria la valvola espressiva ideale per lasciare che i messaggi piùù intensi attecchiscano con pregnanza nella mente degli ascoltatori. Ascoltando l’album si scoprono anche contaminazioni vicine ad altri generi nonché tematiche di ampio respiro finalizzate ad un approccio più riflessivo nei confronti della vita. Il rock de l’Introverso è fresco, offre dei contenuti e si presta bene all’ascolto; una piacevole sorpresa in un grigio pomeriggio d’autunno.

Raffaella Sbrescia

TRACKLIST

  1. Tutto il tempo
  2. Manie di grandezza
  3. Il finestrino
  4. Stomaco
  5. Uguali
  6. Prima o poi
  7. Solo questa notte
  8. Ti odierai
  9. Mi rialzo
  10. Estranea
  11. Una primavera

Video: Stomaco

“Dark Sky Island”, il ritorno di Enya è un viaggio mistico in cui l’oscurità ci ridà la luce.

 Dark Sky Island - Enya

Enya inizia un nuovo capitolo della sua carriera il prossimo 20 Novembre con la pubblicazione del nuovo album intitolato “Dark Sky Island”. Giunta dopo ben 7 anni di distanza dall’ultimo lavoro in studio dell’artista, la raccolta di inediti, presentata in anteprima da Warner Music presso la suggestiva struttura QC Terme Milano, si presenta come una sorta di esplorazione intergalattica incentrata sul concetto di viaggio. Ad unificare il progetto è anche la produzione, frutto del lavoro svolto dal gruppo creativo legato ad Enya costituito dal produttore Nicky Ryan e dalla paroliera Roma Ryan. Il consolidato trio ha iniziato a lavorare sul nuovo album nella primavera 2012, ispirato dal lavoro di Roma ad una serie di libri di poesie. Al centro delle visioni c’è l’atmosfera di Sark,  una terra buia e sognante, una delle isole inglesi più misteriose, priva di elettricità e artificialità, una dark sky island, per l’appunto, che però riesce a fare della propria oscurità un punto di forza per accrescere il valore della luminosità degli astri presenti nel cielo. Dopo 75 milioni di album venduti, 4 Grammy Awards; 6 World Music Awards, un Ivor Novello, una nomination agli Oscar, una ai Golden Globe e 7 album da studio (oltre al greatest hits ‘Paint The Sky With Stars’) che hanno dominato le posizioni più alte delle classifiche in tutto il mondo, Enya si muove ancora sul territorio che le è più congeniale senza tuttavia perdere l’unicità che la contraddistingue. L’ascolto della sua musica  rappresenta la garanzia di un’esperienza in grado di coinvolgere i sensi e l’intelletto. La forza ancestrale degli arrangiamenti pop sinfonici trova ulteriore arricchimento nello stratificato utilizzo dell’elettronica d’avanguardia. Il risultato è un irriproducibile insieme di melodie fluttuanti ed impattanti in cui spicca un inedito uso dei toni più bassi e più caldi della voce di Enya.

 Enya

Enya

Il brano di apertura è ‘The Humming’, una composizione onirica che riflette sul ciclo dell’universo e sugli effetti del suo cambiamento. Migliaia di sogni irradiano le parole appassionate di “So I could find my way” mentre ombre crepuscolari ed ansiogeni sospiri popolano i ritmi scelti per “Even in the shadows”. Interrogativi senza risposta affollano le luminescenze semantiche di “The forge of the Angels”, traduzione inglese della lingua Loxian, l’idioma creato dalla compositrice Roma Ryan ed utilizzato in tre canzoni contenute nell’album “Amarantine” di Enya, pubblicato nel 2005. “Echoes in Rain” è il primo singolo estratto dall’album ed è anche il brano più felice del disco. Un’insolita ed irresistibile euforia pervade il testo il cui tema,  legato ai viaggi avventurosi, viene celebrato, a ritmo di marcia. Sorprendente il richiamo a Can’t Help Falling in Love interpretata da Elvis Presley, contenuto in “I could never say goodbye”. Affascinante, visionaria e poetica la title track “Dark Sky Island”, ispirata all’isola di Sark. “Sancta Maria” unisce sintetizzatori e strumenti classici. Suggestivo il viaggio notturno compiuto in nave sfidando le onde del vento ed il latino in “Astra et luna”. Cicli di stagioni dal fascino senza tempo scandiscono le immagini di “The Loxian Gates” mentre gli echi ambiguamente fluidi di “Diamonds on the water” chiudono un ascolto destinato ad essere reiterato nel tempo.

Raffaella Sbrescia

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“Dark Sky Island” tracklisting:

1.       The Humming

2.       So I Could Find My Way

3.       Even in the Shadows

4.       The Forge of the Angels

5.       Echoes in Rain

6.       I Could Never Say Goodbye

7.       Dark Sky Island

8.       Sancta Maria

9.       Astra et Luna

10.   The Loxian Gates

11.   Diamonds on the Water

La versione deluxe dell’album contiene inoltre le esclusive:

12.   Solace

13.   Pale grass blue

14.   Remember your smile

Purpose: il nuovo album di Justin Bieber è la fotografia perfetta del pop che funziona

Justin Bieber

Esce oggi in tutto il mondo “Purpose” il nuovo album di Justin Bieber. Dopo aver letteralmente sbancato  gli EMA vincendo 5 statuette su 5 nomination ricevute: Best Male, Best Collaboration (con Skrillex e Diplo per “Where Are U Now”)  Best Look, Worldwide Act: North America e Biggest Fans, la celebre pop star lancia il suo nuovo album in studio mostrandosi con una nuova veste sonora a cavallo fra EDM e R&B. I venti brani contenuti nella versione deluxe del disco sorprendono l’ascoltatore non solo per la varietà di suoni ma anche per la formula innovativa che non appesantisce mai l’ascolto. Per quanto riguarda i contenuti, Bieber non ci racconta nulla di nuovo lasciando aperti ampi spazi autobiografici. Una dopo l’altra le hit mondiali “What Do You Mean” (certificato Doppio Platino in Italia) e “Sorry” hanno dominato airplay radiofonici e visualizzazioni dei video, preparando il terreno all’uscita di questo album che contiene importanti collaborazioni con Ed Sheeran ed Halsey, oltre a quelle già annunciate con Skrillex e Blood. Si tratta della struggente ballata d’amore “Love Yourself”, scritta a quattro mani con l’amico Ed Sheeran e di “The Feeling”, realizzata in collaborazione con la nuova stella nascente canadese Halsey (“New Americana”).

Proseguendo l’ascolto del disco, ci risulta accattivante lo stampo urban  che attraversa le note di “Company” e “Get used to it”. Le canzoni più belle sono l’irresistibile Children, l’emozionante The Feeling , Love Yourself, scritta da Ed Sheeran (il cui stile è veramente inconfondibile) e “Life is worth living”, brano particolarmente delicato ed emozionante. Il disco è una perfetta fotografia del pop conteporaneo ed è curato in ogni minimo dettaglio. Considerando il grande numero di vendite dei preorder, rimane da capire se Justin Bieber mostrerà questa nuova maturità anche durante i live del suo Purpose World Tour 2016 che, con ben 58 date nei palazzetti in Nord America,  partirà il prossimo 9 marzo da Seattle per concludersi il 18 luglio al Madison Square Garden di New York.

Raffaella Sbrescia

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Video: What do you mean

Tracklist

1. Mark My Words
2. Show You
3. What Do You Mean?
4. Sorry
5. Love Yourself
6. Company
7. No Pressure Feat. Big Sean
8. No Sense feat. Travis Scott
9. The Feeling feat. Halsey
10. Life Is Worth Living
11. Where Are U Now feat. Diplo and Skrillex
12. Children
13. Purpose
14. Been You
15. Get Used to Me
16. We Are feat. Nas
17. Trust
18. All In it
19. What Do You Mean (Remix) Feat. Ariana Grande

 

“Scateniamoci”: l’album d’esordio Danilo Di Florio. La recensione

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Con “Scateniamoci”, l’album d’esordio prodotto da Music Force, il cantautore abruzzese Danilo Di Florio si propone all’interno della scena musicale italiana attraverso dieci brani inediti di ispirazione autobiografica. Il progetto rappresenta il culmine di un percorso artistico in salita compiuto principalmente da autodidatta. Proprio quest’ultimo aspetto si evince da un cantato imperfetto e acerbo, sotto tanti punti di vista. L’aspetto più interessante di questo esordiente è la scrittura. I testi contenuti in questo album sono spontanei, diretti e ben strutturati. Le tematiche sono attuali, raccontano il nostro tempo e lo fanno con un approccio squisitamente genuino. Si va dall’intimismo di “Volevo fare il cantautore” al dinamismo melodico della title track “Scateniamoci”: “Prendiamo esempio da ogni bambino, non condanniamoci se non condanna neanche Dio ma conciliamoci che tanto siamo tutti uguali e liberiamoci dai pregiudizi e da tutti i mali”, canta Danilo. Curioso il fatalismo di  “Se ti va” storie di vita, malinconico e consapevole lo “stream of consciousness” che si libra tra i versi di “Così lontano”. Leggera e sbarazzina la trama de  “I vestiti di Marlene” una ballata leggera e sussurrata. Propositiva nel testo ma monotona nella melodia “Se stai marciando”. “Canzone di Natale” è un brano che non aggiunge e non toglie nulla al progetto mentre i fotogrammi proposti ne “La casa di campagna” rimpinguano l’immaginario comune. La controversia enigmatica di “Strane visioni” lascia, infine, spazio alle venature jazz di “Woody Allen”, il brano che chiude il disco e che, rappresenta proprio l’eventuale punto di partenza per un nuovo eventuale progetto in cui Di Florio dovrà per forza di cose lavorare sull’interpretazione e sull’intonazione partendo da una buona base autorale.

Raffaella Sbrescia

Video: Scateniamoci

Tracklist:

Volevo fare il cantautore

Scateniamoci

Se ti va

Così lontano

I vestiti di Marlene

Se stai marciando

Canzone di Natale

La casa in campagna

Strane visioni

Woody Allen

 

Little Mix: energia ed intraprendenza in “Get Weird”

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La girld band dei record ovvero le Little Mix pubblicano “Get Weird”, terzo capitolo di un percorso costellato di successi senza fine. Nei negozi di tutto il mondo dallo scorso 6 novembre, l’album è caratterizzato da atmosfere dal sapore retrò brillantemente confezionate con una produzione ultramoderna. Perrie Edwards, Jesy Nelson, Leigh-Anne Pinnock e Jade Thirwall.  sempre molto partecipi all’ interno dei propri dischi, hanno voluto ampliare le collaborazioni chiamando a rapporto una cerchia selezionata di nomi noti del pop mondiale. Si va da autori affermati come Ed Drewett (Olly Murs, One Direction) e Maegan Cottone (Britney Spears, Demi Lovato) ad artiste come Jess Glynne e Jessie J. Dopo aver venduto ben  7 milioni di dischi con DNA e Salute, le Little Mix descrivono Get Weird come “un inno all’originalità e alla voglia di mostrarsi per come si è davvero” e, in effetti, il loro essere “borderline”, o quantomeno “stravaganti”, traspare dalla costante libertà di azione con cui si muovono sui palchi di tutto il mondo. “Get Weird” è un disco colorato, spensierato, variegato. Ci sono richiami a Whitney Houston, Cyndi Lauper, Spice Girls, insomma al meglio della musica al femminile delle ultime generazioni.

Ogni brano racchiude un’esplosione di influenze e di sentimenti contrastanti: “Hair” e “Grown” si allontanano da chi non è in grado di apprezzare il valore di chi si ha di fronte, in  “OMG” le Little Mix si prendono, invece,  una personale rivincita contro il genere maschile più superficiale mentre “Weird People” e “Black Magic “sono brani uptempo sui quali è impossibile smettere di  ballare. Intense e particolareggiate le interpretazioni di  “The End” e “The Beginning”,  quest’ultima presente nella versione deluxe. Delicatamente inaspettato  il duetto con Jason Derulo sulle note di “Secret Love Song”, brano che insieme a  “Love Me Like You” e “ Love Me or Leave Me”, rappresenta la parentesi  più viva e più appassionata di tutto l’album. Da ascoltare, si spera anche dal vivo in Italia.

Raffaella Sbrescia

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Video: Love Me Like you

 

Il romanticismo ipnotico di Seal in 7, il nuovo album di inediti

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La voce di Seal torna ad ipnotizzarci con un nuovo pugno di canzoni inedite contenute in “7”. L’album, pubblicato oggi  per Warner Music, evidenzia e risalta il lato più introspettivo e meno noto del cantante e compositore nato a Londra, già vincitore di svariati  Grammy Awards. In questo nuovo progetto discografico, Seal ha lavorato con il suo collaboratore storico, il produttore Trevor Horn, con cui aveva già collaborato per i suoi album precedenti, curando molto i testi ma anche degli arrangiamenti che contengono diversi richiami alle sonorità anni ’90. Attraverso il suo prisma sonoro incentrato su pop e soul, Seal canta l’amore complesso, quello scomodo, quello che tocca i nervi scoperti, che dà fastidio ma di cui non si può fare a meno. Lavorando in studio dal 2013, l’artista ha potuto concentrarsi su ogni minimo dettaglio e, in effetti, questa dedizione si evince dall’eleganza di una produzione che, pur mantenendosi in linea con gli standard contemporanei, conserva l’aulica ricercatezza di chi lavora alla vecchia maniera. Passando dalla rabbia all’accettazione, dalla gioia alla tristezza, dall’euforia all’avventatezza, Seal sviscera ogni possibile evoluzione  di un sentimento. Le canzoni più belle di questo disco sono la delicatissima “Every time I’m with you”, la sensuale “Life on Dancefloor” e la sfrontata “Let yourself”.  Sa da una parte c’è, come dicevamo, una produzione elaboratissima dall’altra ci sono calore e passione genuina. Un mix che, senza raccontarci nulla di  nuovo, trova il modo di regalarci un piacevole momento di ascolto e riflessione introspettiva.

Raffaella Sbrescia

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Tracklist

Daylight Saving

Every Time I’M With you

Padded Cell

Life On The Dancefloor

Do you ever

The Big Love Has Died

Redzone Killer

Monascow

Half a Heart

Let Yourself

Love

Delirium, il nuovo album di Ellie Goulding

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Dopo il grande successo di ”Burn”, “Love Me Like You Do” e della nuova hit ”On My Mind”, Ellie Goulding pubblica “Delirium” (Polydor/Universal Music) il suo nuovo album di inediti. Si tratta di un disco pop che riflette una  globalità di suoni e di influenze e che testimonia la tensione evolutiva di un’artista che, seppur giovane, ha venduto milioni di copie di album in tutto il mondo dimostrando subito grinta e credibilità. Per questo nuovo lavoro scritto e registrato tra Londra, l’Herefordshire, la Svezia e Los Angeles, Ellie ha voluto collaborare con Max Martin, Greg Kurstin, Ryan Tedder degli One Republic, Klas Ahlund e Guy Lawrence dei Disclosure oltre a Jim Eliot, co-autore storico dell’artista. Secondo Ellie Goulding la parola che dà il titolo dell’album, “Delirium” riassume tutto quello che ha passato per arrivare a questo punto. ”Può descrivere stati d’animo di felicità pazzia o anche l’esatto contrario. Sono costantemente in uno stato di delirio”, ha dichiarato. In effetti l’album rappresenta una sorta di punto di arrivo per Ellie: trionfi, dolori, paure, gioie, emozioni. Nelle sedici tracce che compongono il disco, disponibile in versione Standard, Deluxe e Doppio Vinile, in una particolare edizione chiamata AAA “Access All Areas”, che darà accesso esclusivo ad una piattaforma contenente audio, video, streaming, interviste, info sul tour, si va dalla disco-pop di “Something in the Way You Move” e “Aftertaste”  agli accenni  R&B di ‘Around U’ e del singolo ‘On My Mind’.  Stimolante la formula ecletro-tribale che caratterizza ‘We Can’t Move to This’, interessante la freschezza di “Holding on for life”. Immancabile “Love me like you do” , colonna sonora di “50 Sfumature di grigrio”, fonte di popolarità mondiale per la Goulding. Per concludere, “Delirium” è sicuramente un lavoro gradevole, ottimamente confezionato che, se in parecchi casi ci fa ballare, in altri ci lascia indifferenti o quasi. Sarebbe stato bello conoscere più a fondo la vera essenza di Ellie, vederla mettersi veramente in gioco come è solita fare sul palco e come speriamo farà nel corso di una carriera che, fino ad oggi, è stata veramente fulminante.

 Raffaella Sbrescia

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Video: On my mind

La tracklist di “Delirium”

1          Intro (Delirium)

2          Aftertaste

3          Something In The Way You Move  

4          Keep On Dancin’

5          On My Mind

6          Around U

7          Codes

8          Holding On For Life

9          Love Me Like You Do

10        Don’t Need Nobody  

11        Don’t Panic

12        We Can’t Move To This      

13        Army                    

14        Lost And Found

15        Devotion

16        Scream It Out

17        The Greatest *

18        I Do What I Love *

19        Paradise *

20        Winner *

21        Heal *

22        Outside *

*Versione Deluxe

Il 1 febbraio Ellie Goulding sarà in concerto a Milano, per l’unica data italiana, al Mediolanum Forum. Per info Vivo Concerti.

 

 

 

 

L’amore è dove vivo: Pilar ritorna con un album di qualità

Pilar

Pilar

Pilar, all’anagrafe Ilaria Patassini presenta “L’amore è dove vivo” (Esordisco/Audioglobe) un lavoro di grandi contenuti ma soprattutto di grande qualità. Il disco giunge a tre anni di distanza dal precedente album della cantante di origini romane e si avvale delle musiche originali di Bungaro che, per la produzione artistica dell’album, ha scelto di collaborare con Antonio Fresa (colonna sonora de L’Arte della felicità di Alessandro Rak). I testi degli undici inediti di cui si compone il disco sono firmati da grandi nomi della scena musicale italiana come Pacifico, Joe Barbieri, Sandro Luporini, Mauro Ermanno Giovanardi, Alessio Bonomo e Pino Romanelli. Al centro di tutto il lavoro spicca la soave e potente voce di Pilar che interpreta ogni brano con carattere  e personalità. L’album è ulteriormente impreziosito da quattro brani che portano la firma della stella Pilar nei testi. Tra questi citiamo la particolarissima “Autoctono italiano”, canzone che elenca grazie ad assonanze e metrica ben 73 nomi di vitigni autoctoni rigorosamente italiani, l’occasione per scoprire la passione di Pilar per il mondo del vino. Presenti in tracklist anche due canzoni in francese: Forteresse di Michel Fugain, autore anche di Une belle histoire, versione originale di Un’estate fa, ed En Confidence con testo di Pierre Ruiz – produttore di Pilar – e la musica del compositore e chitarrista Federico Ferrandina (colonna sonora del film Premio Oscar Dallas Buyer Club di Jean-Marc Vallée e presente anche come arrangiatore di alcuni brani dell’album).

Pilar live @Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

Pilar live @Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

L’album è stato registrato a Napoli presso il Mad Studio e poi missato e masterizzato da Gianluca Vaccaro. L’amore che attraversa le paure e le trasforma in fuoco, il fascino antico di una lettera eterna, il timore di non riuscire a spiegare un’emozione troppo forte, la seducente spensieratezza di una fuga d’estate, la sensualità latente di un amore che sazia il corpo e la mente popolano le note di un album in cui Pilar offre a chi l’ascolta la possibilità di conoscere tante delle sfumature che caratterizzano la personalità della sua voce.

 Raffaella Sbrescia

Video:

Pilar live @Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

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TRACKLIST

1. Il colore delle vene (Bungaro- A. Fresa / A. Bonomo)

2. Eternamente (Bungaro /Pilar –P. Romanelli)

3. Forteresse (Michel Fugain /Brice Homs)

4. Autoctono italiano (Bungaro / Pilar)

5. Di pugno tuo (Bungaro / J. Barbieri)

6. Ma tu chi sei? (Bungaro / M. E. Giovanardi)

7. Occhi coltelli (Bungaro / Pilar)

8. L’amore è dove vivo (Bungaro / Pacifico)

9. Fuga d’estate (Bungaro-Ferrandina-Chiodo / A. Bonomo – Pilar)

10. L’istante (Bungaro / S. Luporini)

11. En Confidence (Federico Ferrandina / Pierre Ruiz)

 Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Pilar live @Auditorium Parco della Musica ph Roberta Gioberti

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Dave Gahan & Soulsavers: il fascino dell’introspezione in “Angels & Ghosts”

Dave Gahan cover Angels & Ghosts

Dave Gahan, sublime ed inimitabile voce dei Depeche Mode,  pubblica “Angels & Ghosts”, il secondo capitolo della sua avventura artistica con i Soulsavers. Nelle nove tracce che compongono l’album, spicca un paesaggio sonoro maestoso, a tratti onirico, che lascia l’ascoltatore in una sorta di estasi contemplativa. Attraverso questo racconto in musica alla vecchia maniera, Gahan si lancia in astratti voli pindarici principalmente incentrati sulla caducità umana. Dave Gahan & Soulsavers si prodigano in una serie di languide ballads dall’anima gospel ma è l’interpretazione del cantante ad infondere fascino e sensualità ai brani. “Angels & Ghosts” si apre con “Shine”, connubio di gospel e blues tradizionale, segue “You Owe Me”, a metà strada tra speranza e tormento, chiude il trio d’apertura l’eterea “Tempted”. La traccia più avvolgente e più carica è “ All Of This And Nothing, One Thing” acuisce la sensazione ansiogena attraverso un’atmosfera più lenta e dominata dal pianoforte, gli archi di “Don’t cry” preparano, invece, alla seducente attrattiva di “The Last Time”. La complessa interiorità di Gahan emerge in “My Sun”, epica conclusione dell’album, rivelando una notevole capacità di introspezione in grado di coinvolgere e stravolgere l’ascoltatore. Per godere dal vivo questa esperienza d’ascolto, l’appuntamento è fissato al prossimo 4 novembre al Fabrique di Milano.

 Raffaella Sbrescia

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Tracklist

01 Shine
02 You Owe Me
03 Tempted
04 All Of This And Nothing
05 One Thing
06 Don’t Cry
07 Lately
08 The Last Time
09 My Sun

 Video: All of This and Nothing

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