“Tutto passa”, il cantautorato schietto e senza peli sulla lingua di Artù

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Fa sempre piacere scoprire canzoni che vengono dritte dal cuore di qualcuno perché è proprio lì che sono destinate a ritornare. Questo è ciò che avviene con quelle scritte da Alessio Dari, in arte Artù, e raccolte in “Tutto passa” (Sony Music), un album in cui suoni semplici, veraci e limpidi vestono parole che sanno di strada e di vita vissuta. La poetica di Artù è diretta, autentica, immediata e, proprio per questo, più incisiva ed efficace. La musa del cantautore è Roma, la città che – come spiega lui stesso – «Prima ti fa godere, ti fa innamorare, ti ammalia con la sua bellezza e santità e poi ti lascia, ti abbandona a te stesso». Una Roma che nel singolo apripista “Roma d’Estate” viene presentata come una ragazza di strada che tutti cercano di saccheggiare, ‘stuprare’ e metterci le mani «però lei è talmente bella che non sarà mai di nessuno», spiega Artù.

Artù

Artù

Tra i vicoli del centro, il caldo, le zanzare e la puzza di vino, il cantautore si contestualizza con naturalezza pur rimanendo fuori dagli schemi e, senza peli sulla lingua, urla con ironia tutta la sua rabbia verso un mondo che non gli piace ma che non riesce però a non amare, cercando di dare sempre nei suoi brani una luce di speranza. Il disco contiene altri nove brani: ‘Zitti’, nata come sfogo contro i tuttologi, “Tutti a scuola” (con un irriverente cameo di Mannarino, con cui già aveva collaborato nel brano ‘Giulia domani si sposa’, contenuto nel suo primo album), il già citato “Roma d’estate”. A seguire la titletrack  “Tutto passa”, incentrata sul ciclico alternarsi delle vicissitudini terrene. Brillante “Bene io sto male”, in cui Artù si diletta ad elencare tutte le cose che non sopporta salvo poi accorgersi di non sopportare neanche se stesso. Significativo il brano metaforico “Il circo se n’è andato” in cui l’artista, affannato a rincorrere un successo illusorio, si accorge che in realtà non era quello che desiderava. Rustica è la bellezza di “Tulipani”(che vede la partecipazione di Mari di Guai), dedicato all’incapacità di amare. La solitudine, la rabbia, l’amore, la miseria della caducità umana; questi sono i temi che fanno dell’arte di Artù un cantautorato “per immagini” in grado di scardinare le sovrastrutture a vantaggio delle più semplici emozioni.

Raffaella Sbrescia

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Tracklist:
1) Zitti
2) Tutti a scuola
3) Roma d’estate
4) Tutto passa
5) Bene io sto male
6) Il giorno del peccato
7) Il circo se n’è andato
8) Tulipani
9) Viola
10) Anna

Video: Roma d’estate

Kitchen Machine: “26, the plaza apartmentz, Venezia, Hawaii” è la nuova creatura di Chiarastella Calconi e Adele Pardi

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Voci armonizzate, violoncello ed elettronica uniscono le arti ed i percorsi di Chiarastella Calconi e Adele Pardi nel progetto Kitchen Machine e, più nello specifico, nell’album d’esordio intitolato “26, the plaza apartmentz, Venezia, Hawaii”. Il disco contiene 11 tracce concepite mantenendo un contatto tra il cantautorato tradizionale e le sonorità proprie del pop mainstream. Contraddistinte da una formazione propriamente classica, Chiarastella e Adele scardinano regole e canoni lasciando che le infiltrazioni elettroniche traccino nuovi solchi all’interno delle loro composizioni. Coadiuvate da Marco Simiele, soprattutto nella stesura dei testi, le due angeliche puellae raccontano di individui burberi dal cuore tenero ne “Le mirabolanti avventure del Sig.D. ed il suo cane”, sondano antichi usi e costumi ne “La dote”, il primo singolo estratto dal disco nonchè pagana trasfigurazione di un sonetto ottocentesco, musicato per voce e violoncello, in un singolo dance con piscine e Martini dry. Violoncello, programmazioni e “bel canto” convivono allegramente in “No words” mentre il fascino dell’intimismo acustico ritorna a far capolino nella trama de “La sposa”, incentrata sul delicatissimo tema del femminicidio. Al posto dei picchi di EDM scelti per “Party”, seppur intriso di simpatici orientalismi, preferiamo però le suggestioni ambient ed i synth di “Monti Scarpazi”, ispirati dall’album “Overgrown” di James Blake; il brano è una struggente canzone della tradizione alpina, rielaborata nell’occasione dello spettacolo “Terra di nessuno”, in cui Kitchen Machine collabora con il Coro S. Ilario di Rovereto. Notevole anche l’esperimento di folktronica operato in occasione dell’arrangiamento realizzato per “L’estate n’est pas”. In sintesi, riteniamo che questa prima prova di Chiarastella Calconi e Adele Pardi può ritenersi superata in virtù della carica innovativa e sperimentale apportata dal progetto; sarà interessante scoprire anche la loro resa dal vivo.

Raffaella Sbrescia

Video: Party

Tracklist

Le mirabolanti avventure del Sig.D. ed il suo cane
La dote
No words
La sposa
Party
Valzer d’estate
L’estate n’est pas
Nuanda
Monti Scarpazi
Infermiere
Kitchen outro

 

“Millanta Tamanta”: le oniriche vie sperimentali degli WOW

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“Millanta Tamanta” è un modus vivendi, la non risposta che Rodari dava agli umani distruttori di cose e valori di una città una volta irreale, oggi molto verosimile. Da questa espressione traggono ispirazione gli WOW che scelgono 42 Records per pubblicare il secondo lavoro discografico nel giro di sei anni di vita artistica. Nelle nove tracce che compongono “Millanta tamanta” Leo e China ridisegnano la linea ritmica della loro musica attraverso l’ingresso di Cheb Samir e Thibault Bircker. Il risultato finale supera l’ovvio recupero degli inimitabili anni Sessanta per abbracciare un’attitudine pop onirica dal fascino senza tempo. Languide chitarre in evidenza, voci fuse all’unisono, arrangiamenti melanconici ed enigmatici al contempo disegnano armonie jazz-fusion, ambient, funky e garage rock.  La voce ricopre un ruolo chiave all’interno di un accumulo di suono in costante apertura “concettuale° alla psichedelia. Gli spazi siderali in cui si muovono gli WOW traggono linfa vitale dalla zona compresa fra il Pigneto e Tor Pignattara, posti come il Fanfulla , il30formiche, il Dal Verme, l’INIT, Le Mura ricoprono, infatti, un ruolo chiave per comprendere, apprezzare e godere di questo interessante lavoro sperimentale improntato alla mescolanza di mondi semantici e flussi sonori.

Raffaella Sbrescia

Video: Il mondo

I “Good Times” di Stefano Signoroni

Stefano Signoroni

Stefano Signoroni

“Good times” non è soltanto il titolo del disco d’esordio del cantante, compositore, musicista e intrattenitore Stefano Signoroni ma è anche quello che si prova partecipando ad uno dei suoi concerti. Abituato a calcare i palcoscenici europei, Signoroni annovera nel proprio repertorio brani decisamente eterogenei: si va dagli standard jazz alla musica leggera fino alle jam sessions senza soluzione di continuità. In questo nuovo lavoro il musicista raccoglie 8 cover in inglese, 3 brani in italiano e 2 inediti fondendo sapientemente sonorità pop a un elegante stile vintage, rievocando, seppur in chiave moderna, le atmosfere delle grandi orchestre e degli show del passato. Ad un ascolto godibile di un lavoro pensato per momenti di spensieratezza e relax, Signoroni associa una presenza scenica capace di coinvolgere e divertire il pubblico. I suoi viaggi sonori partono da lontano ma ci conducono per mano nei meandri dell’oggi. Non perdetevi l’energia live di questo showman d’altri tempi.

Raffaella Sbrescia

Video: Stai lontana da me

Il mese del rosario: le nuove storie ammalianti di Flo

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Ispirata, appassionata, dirompente, irruente ma anche delicata e commovente, Floriana Cangiano, in arte Flo, ritorna sulla scena musicale con un nuovo meraviglioso lavoro intitolato “Il mese del rosario” pubblicato dalla Agualoca e distribuito dalla Warner Music. Coadiuvata dall’ inconfondibile animo multiculturale di Ernesto Nobili, presente sia in qualità di produttore artistico che di coautore, Flo rimarca il suo approccio cosmopolita, già unanimemente apprezzato in “D’amore e di altre cose irreversibili, attraverso nove brani che spaziano, accarezzano, mordono, scrutano, ricordano storie, emozioni, tradizioni, credenze, evoluzioni socio-culturali complesse e stratificate. Le radici affondano nel Mediterraneo ma la voce e lo sguardo di Flo si aprono al mondo, le sue storie sono collettive, le paure, le gioie, i sogni e i dolori di cui canta sono quelle che irretiscono ciascuno di noi.

“Il mese del rosario” celebra maggio, il momento in cui si recita il rosario con passione ardente, si cercano le grazie e si mette da parte la consapevolezza dell’aver peccato. Questo lavoro fonde sogno e realtà, passione e disincanto irradiando pathos ed emozione interpretativa. La prima traccia è “Vulìo”: il canto della paloma che non vola contrasta con frizzanti corde latine mentre “Bellissima presenza” ironizza in modo tagliente in merito alle dinamiche che avviliscono il mondo del lavoro. La gogna pubblica e l’autoassoluzione riempiono le note del bellissimo brano “Malemaritate”. Intimo, struggente, scomodo e doloroso il testo di “Ad ogni femmina un marito”: non c’è tempo per i sogni e per la libertà, canta Flo, svelando il segreto che si cela dietro tante sfortunate esistenze. L’artista si destreggia con padronanza tra suoni e culture, gioca con le lingue, compreso il suo amato napoletano, così come avviene in “Freva e criscenza”. Il brano più sperimentale del disco è “Controra arancione” con il suo mood indefinito tra case di mare e ombre sul muro.  Tragicamente attuale la trama di “Quale amore”, incentrato sulla violenza sulle donne e cantato magistralmente in prima persona. Alla fine Flo chiude il disco un incredibile doppio omaggio a Rosa Balistreri: “Buttana di to ma” e “Terra ca nun senti” sono le perle che l’artista sceglie di fare sue catapultandosi anima e corpo in una dimensione spazio temporale dal fascino eterno; ammaliante.

Raffaella Sbrescia

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“Nessuna paura di vivere”, il nuovo capolavoro di Andrea Mirò

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La liquidità del nostro vivere contemporaneo prende forma in “Nessuna paura di vivere”, il nuovo album di Andrea Mirò. Alle prese con ferite, riflessioni e interrogativi, la cantautrice, compositrice e polistrumentista italiana fonde le fibre muscolari del cuore attraverso dodici canzoni inedite, realizzate con la collaborazione di Manuele Fusaroli, già produttore di Nada, Le Luci della Centrale Elettrica, Giorgio Canali e Tre Allegri Ragazzi Morti. L’intento, come spiegato dalla stessa artista, è quello di abbracciare la vita così com’è, nelle sue incertezze, con la giusta dose di rabbia tra le righe, mai urlata ma con fermezza e senza finzioni. La parola ‘paura’ definisce molte canzoni: paura come spinta e motore, mai come limite”. Affrancata da ogni stereotipo musicale, Andrea Mirò incanta con la sua voce calda e scura, a tratti noir, con le sue soluzioni melodiche avulse da qualunque tipo di etichettatura, con le sue parole ricercate, incisive e taglienti. “Nessuna paura di vivere” è un gioco di equilibri tra bilanci mai definitivi, ulteriormente impreziositi da diverse collaborazioni importanti, su tutte quelle con Brian Ritchie dei Violent Femmes (basso, flauto, shakuhachi in Titoli di coda) e Nicola Manzan dei Bologna Violenta che ha suonato e arrangiato gli archi in “Deboli di cuore e “Piove da una vita. Con queste dodici gemme, Mirò traccia dei solchi, s’insinua nelle pieghe dei pensieri, affronta a frustate il male di vivere testimoniando che non abbiamo bisogno delle favole per l’agognato lieto fine. “Si può pregare senza credere, si può mentire per pentirsene, si può combattere per perdere, si può morire senza accorgersene”, canta Andrea Mirò in “Titoli di coda”.  Le sue canzoni mettono a fuoco il campo visivo del nostro raggio di azione, raddrizzano la schiena, asciugano gli occhi inumiditi dal peso delle angosce. “Nessuna paura di vivere”  è proprio come quei regali che in un primo momento fatichiamo a capire e di cui, col tempo, non riusciamo più a fare a meno.

Raffaella Sbrescia

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Tracklist

Nessuna paura di vivere
Piove da una vita
Deboli di cuore
Non chiedo di più
Conseguenze
Così importante
Titoli di coda
La festa è finita
Sorprese
Nessuno escluso
Tutto in una notte
Reo confesso

Leo Pari: in “Spazio” usa le coordinate sonore di ieri e racconta le nuove certezze dell’oggi

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Quinto album e terzo di una trilogia iniziata con “Rèsina” (2011) e proseguita con “Sirèna” (2013), “Spazio” è il nuovo disco di Leo Pari, cantautore, autore e musicista particolarmente attivo all’interno dello scenario musicale italiano. Pubblicato lo scorso 21 Aprile 2016 per Gas Vintage Records, prodotto dallo stesso Leo Pari con l’ausilio di Sante Rutigliano, questo disco intriso di umori e sapori anni 80, contiene canzoni non più intimiste, non più cantautorali ma densamente Pop.  Discostandosi dal folk iniziale e dallo stile propriamente cantautorale, Leo è riuscito ad eliminare quasi del tutto le chitarre per approdare ai sintetizzatori e lasciare spazio all’elettronica attraverso l’uso di un Prophet e del Juno 106. Dopo un accurato lavoro di selezione dei testi, da una rosa di 35 brani, Lei Pari ne ha scelti 10 in grado di disegnare il ritratto dell’uomo che vive quella famosa età di mezzo in cui il passato si accumula e viene visto con sempre maggiore nostalgia.

Leo Pari ph Magliocchetti

Leo Pari ph Magliocchetti

Le canzoni di “Spazio” nascono ovviamente da esperienze personali ma sono raccontate con un linguaggio più accessibile ma non per questo scontato. Ispirato, influenzato, coordinato da ascolti “vintage”; su tutti Jean Michel Jarre, Vangelis, Klaus Schulze, Giorgio Moroder, “Spazio” affonda le proprie radici in un preciso periodo storico ma si muove con disinvoltura all’interno degli interstizi presenti tra generazioni perennemente a confronto. Scevro da preconcetti, Leo Pari racconta “I piccoli segreti degli uomini”, definisce (lucidamente) i cantautori come “i depuratori della società”, si aggrappa all’amore, prende coscienza del crollo dei valori in “Ave Maria” spiegando che “l’indifferenza adesso è consuetudine”. Piccole amare certezze che bruciano sulla pelle, un dolore agro-dolce sempre più sopportabile.

Raffaella Sbrescia

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Video: Bacia Brucia Ama Usa

Milano riabbraccia Mariah Carey: la diva è apparsa in particolare stato di grazia al Forum di Assago

Mariah Carey live @Mediolanum Forum - Assago ph Francesco Prandoni

Mariah Carey live @Mediolanum Forum – Assago ph Francesco Prandoni

Milano ha riabbracciato una delle pop star internazionali più amate di sempre: stiamo parlando di Mariah Carey che, in occasione dell’unica data italiana del suo Sweet Sweet Fantasy Tour, ha chiamato a raccolta fan italiani e mitteleuropei al Mediolanum Forum di Assago. Con un trionfale ingresso su un portantina, in stile Cleopatra, la glitteratissima Mariah ha salutato il pubblico sulle note del remix di “Fantasy”. Pur scortata da un quintetto di ballerini, la diva americana ha comunque voluto puntare sulla sua inimitabile voce riportando alla luce diversi successi della sua importante discografia. Particolarmente suggestivi i primi potentissimi vocalizzi che la cantante ha sfoderato sulle note di “Emotions”. Zero sforzi ma tanta energia per Mariah la cui cifra stilistica è stata un acclarato punto di riferimento per tante di quelle che oggi sono riconosciute come le pop star del nuovo millennio. Intensa l’interpretazione di “My All”, ancora più sentita quella di “Always be my baby”, dedicata ai figli Moroccan e Monroe, che la Carey ha avuto quattro anni fa dal ballerino Nick Cannon. Spettacolare il breve tributo ai Jackson Five ottenuto duettando con il suo storico corista Trey Lorenz, il quale ha completato l’omaggio a Michael Jackson sulle note di “Rock with you”.

Mariah Carey live @Mediolanum Forum - Assago ph Francesco Prandoni

Mariah Carey live @Mediolanum Forum – Assago ph Francesco Prandoni

Il concerto ha raggiunto l’apice con il medley dei successi più celebri degli anni 2000 tra fresche ventate di groove in stile R’n’B e seducenti coreografie. Un ‘ispiratissima Mariah Carey ha commosso i presenti con i suoi gorgheggi impeccabili quanto gli innumerevoli outfit sfoggiati in soli 90 minuti di concerto. L’ultima parte dello show è dedicata agli anni ’90: Mariah ha riproposto il successo di Phil Collins “Against all odds”, “One sweet day” un tempo interpretata con i Boyz II Men e, a sorpresa, ha omaggiato l’indimenticabile Whitney Houston con “When you believe”, con tanto di video originale riproposto sui maxi schermi.  Lo show si è concluso con una serie di pezzi da 90: la dolcissima “Hero”, la melancolica “We belong together” e la leggendaria “Without you”. Piccole gemme ritrovate nel forziere dei tesori custoditi da una Mariah Carey in particolare stato di grazia.  

Raffaella Sbrescia

SETLIST:
Fantasy (Remix)
Emotions
My all

Always be my baby

I’ll be there (cover dei Jackson Five)
Rock with you (cantata da Trey Lorenz, cover di Michael Jackson )
Touch my body
I know what you want
Obsessed
It’s like that
Shake it off
Loverboy
Heartbreaker (mash up)

Against all odds (Cover di Phil Collins )
One sweet day
When you believe
Hero
We belong together

Without you

Butterfly

Acrobati: le mirabolanti acrobazie musicali di Daniele Silvestri

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Acrobata della penna e dell’inchiostro, Daniele Silvestri pubblica un nuovo album per Sony Music e lo intitola, per l’appunto, “Acrobati”.  Ispirandosi alla filosofia di Philippe Petit, l’uomo che una mattina del 1974 camminò – senza rete, né altre protezioni – da una delle due Torri Gemelle all’altra, otto volte avanti e indietro e alla sua idea di «disobbedienza come gesto artistico», il cantautore romano salta sulle parole, le capovolge, le scompone e ricompone spaziando tra i generi con intelligenza, sapienza e ardore. Di acrobazia in acrobazia, diciotto canzoni si sono fatte avanti e si sono tuffate nel disco iniziando ad abitarlo con grazia ed eleganza. Nato lungo l’asse Lecce-Roma-Milano, “Acrobati” è figlio di una manciata di appunti registrati nel telefonino di Silvestri, di suadenti riff catturati in presa diretta e di pregnanti armonie suonate al piano, scritte sull’onda dell’entusiasmo ritrovato grazie al tour del trio Fabi-Silvestri-Gazzè. In questi 74 minuti di musica c’è un piccolo mondo da esplorare e da ascoltare più volte e con calma.  Silvestri indaga le tematiche della quotidianità con un piglio molto più poetico e molto meno politico filtrando tutto attraverso i suoi occhi di persona colta e la sua visione del mondo.

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Al suo fianco troviamo un gruppo di musicisti “nuovi” con cui l’artista si è divertito a sperimentare presso lo studio POSADA NEGRO, di proprietà di Roy Paci: Daniele Fiaschi (chitarre), Duilio Galioto (tastiere), Fabio Rondanini (batteria) e Gabriele Lazzarotti (basso), affiancati dall’ ingegnere del suono Daniele “Il Mafio” Tortora. A questi se ne sono poi aggiunti altri: Piero Monterisi alla batteria,  Gianluca Misiti alle tastiere, Rodrigo D’Erasmo (violino), Adriano Viterbini (chitarra), Jose Ramon Caraballo Armas (percussioni) e Simone Prattico (batteria), e poi altri ancora, straordinari arrangiatori e musicisti come Enrico Gabrielli, lo stesso Roy Paci e Mauro Ottolini (fiati), Sebastiano De Gennaro (percussioni).

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

A completare la squadra e il disco sono poi arrivati i riuscitissimi featuring di Caparezza, Dellera, Diodato, Funky Pushertz e Diego Mancino, succedutisi nello studio Terminal2 di Gianluca Vaccaro per definire il volto di un album pieno di spunti, di idee, di emozioni:  raffinate programmazioni di elettronica (“Acrobati”) lasciano il passo a riff rock (“La mia casa”) e reggatta (“Quali alibi”), ballad intimiste (“Così vicina”) si alternano a momenti funky e crossover (“La guerra del sale”), echi beatlesiani (“Un altro bicchiere”, “Spengo la luce”) convivono con tempi charleston (“L’orologio”) e boogie (“Bio-boogie”), atmosfere swing e jazz (“La verità”, “Pensieri”) fanno il paio con canzoni dalla forte componente teatrale (“Monolocale”, “A dispetto dei pronostici). “Acrobati” rispecchia, in sintesi, un mondo in cui le incertezze sbriciolano la terra che vorremmo calpestare eppure questo “stare in bilico” viene incredibilmente affrontato con leggerezza e ironia. Sarà forse questo il segreto per  rendere tutto più fruibile alla ricerca di nuovo orizzonte verso cui indirizzare la nostra rotta esistenziale.

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Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Questa la tracklist completa del disco:

“La mia casa”, “Quali alibi”, “Acrobati“, “Pochi giorni” [feat. Diodato], “Un altro bicchiere” [feat. Dellera], “La mia routine”, “Così vicina“, “La verità“, “Pensieri“, “Monolocale“, “La guerra del sale“ [feat. Caparezza], “A dispetto dei pronostici“, “Come se“, “L’orologio“ [feat. Diego Mancino], “Bio-Boogie“ [feat. Funky Pushertz], “Tuttosport“, “Spengo la luce“ [feat. Dellera], “Alla fine“ [feat. Diodato].

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

Daniele Silvestri live ph Luigi Maffettone

 

Memorie del Principio: Theo Allegretti si ispira ai filosofi presocratici per un piano solo di grande carattere

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Pianista, compositore, improvvisatore. Theo Allegretti, tarantino di nascita ma romano d’adozione, pubblica “Memorie del Principio”, un lavoro in piano solo edito da Dodicilune e distribuito da IRD, in cui l’artista segue un filo conduttore ben preciso, ovvero i fondamenti del pensiero occidentale. Un progetto nato da una ricerca personale, ancorché artistica, in cui l’analisi si è incentrata su primari interrogativi e principi etico-morali universali. Talete, Anassimandro, Senofane, Eraclito, Parmenide, Anassagora, Democrito e Aristofane sono i pensatori/poeti chiamati in causa da Allegretti; frammenti del pensiero presocratico risalenti al VI e V secolo a.C. trovano espressione nei 9 brani che il musicista compone affidandosi ad un linguaggio personale che confluisce nella commistione e nella rielaborazione di diversi generi e l’uso di sonorità evocative.

Theo Allegretti

Theo Allegretti

Ispirato da uno spettacolo di “teatro-musica” consistente in un “reading” di musica d’atmosfera con testi di poesia e prosa degli albori del pensiero filosofico, Allegretti ha fatto sì che in questo contesto la musica si facesse reale interprete del testo senza accontentarsi del ruolo di colonna sonora. Successivamente il musicista ha voluto dare ai materiali sonori una sorta di sistematizzazione attraverso una complessa opera di sintesi e cristallizzazione. Per ciò che concerne in particolare lo stile compositivo, Allegretti ha fatto ricorso ad un mélange di ambient-jazz atmosferico, minimale ed etnico, con allusioni a stilemi della musica greca antica, rivisitata in maniera originale. I nove brani che derivano da questa operazione rappresentano un viaggio lungo un percorso che attraversa idealmente i primordi del pensiero filosofico. Ognuno dei sette pezzi principali è dedicato ad un filosofo ed al rispettivo pensiero, con un proprio “mood” ed una propria ratio. A corredo di ogni brano si è cercato di compendiare gli scritti da cui le musiche sono tratte in modo da fungere da contesto, chiave di lettura, spunto di riflessione nonché bussola per orientarsi nell’ascolto di questo itinerario. Tali testi sono tratti dalla prima edizione italiana della monumentale opera di H. Dielse e W. Kranz che raccoglie l’intera documentazione sui presocratici (“I presocratici. Testimonianze e frammenti”, a cura di Gabriele Giannantoni. Bari: Laterza, 1969). Per continuare a lasciarsi travolgere dai progetti di Theo Allegretti tenete d’occhio anche  la collaborazione in atto con il teorico della musica intuitiva Andrea Ceccomori e con la cantante e musicista persiana Farzaneh Joorabchi, il risultato sarà sicuramente ancora una volta visionario.

Raffaella Sbrescia

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