XF10: Alla scoperta degli inediti. Roshelle è la favorita

Andrea Biagioni

Andrea Biagioni

La finale di X Factor 10 è alle porte ed è dunque tempo di bilanci. Mentre il carrozzone del talent show targato Sky si sta spostando al Mediolanum Forum di Assago per l’ultimo attesissimo appuntamento di questa stagione, ci siamo presi un po’ di ore per ascoltare meglio e metabolizzare gli inediti presentati ieri sera dai concorrenti. Partiamo subito col dire che i brani mettono in netta contrapposizione la scuola cantautorale italiana con le ultime tendenze mash up d’oltreoceano. Da un lato abbiamo, infatti, la poesia proposta dal neo eliminato Andrea Biagioni con “Il mare dentro”, l’inedito scritto dal bravissimo Diodato, e da Eva, che ha presentato “Voglio andare fino in fondo, scritto per lei da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e arrangiato dagli Afterhours. In mezzo alle due correnti spicca il trascinante ed energetico funky vintage dei Soul System con “She’s like a star”. Alla riva opposta troviamo, dunque, l’avanguardia con le due finaliste di Fedez, tra le più seguite sulle piattaforme digitali e streaming. Se da un lato troviamo Gaia con “New Dawns”, prodotto da Luca Chiararavalli e Fausto Cogliati, scritto dallo stesso Chiaravalli, Chanty e Cesare Chiodo, dall’altro le si oppone Roshelle, la grande favorita di questa stagione, con “What u do to me”, prodotto dallo stesso Fedez insieme ai popolarissimi Merk&Kremont.

Roshelle

Roshelle

Inutile girarci attorno: nonostante lo scetticismo generale relativo alla scelta della lingua inglese, c’è da dire che quest’ultimo brano è proprio quello che ha qualcosa da dire al mercato discografico attuale. La stessa Roshelle mostra di possedere le carte in regola per esportare un nuovo modello musicale nato in Italia ma di impostazione esterofila. A confermarlo ci sono tutte le scelte fatte finora dalla cantante e dal suo lungimirante giudice. I brani degli altri ragazzi sono sicuramente di ottima fattura ma non possiedono quello stesso potenziale per reggere il confronto con l’agguerrita concorrenza. Non rimane che scoprire quale sarà il verdetto della finalissima, consci del fatto che la giuria ha già dimostrato di aver perso il mordente necessario per dare adito a dibattiti costruttivi. Troppi complimenti e la scelta di affidarsi al tilt per l’ultima eliminazione prima della finale hanno lanciato un campanello d’allarme per la prossima edizione. Più carisma, più coraggio, più incoscienza renderebbero il talent appetibile in maniera ineguagliabile.

 Raffaella Sbrescia

Ascolta qui gli inediti:

Gaia: New Dawns

Roshelle: What u do to me

Soul System: She’s like a star

Andrea Biagioni: Il mare dentro

Eva: Voglio andare fino in fondo

Madama Butterfly: al Teatro alla Scala di Milano la tragedia pucciana è più attuale che mai

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Tredici minuti di applausi e la certezza del riscatto Pucciniano al Teatro alla Scala di Milano. Questi sono i punti da cui partire per parlare della prima di “Madama Butterfly”, la tragedia giapponese fortemente voluta dal Maestro Chailly con la regia di Hermanis. Elegante e convincente la Cio-Cio-San di Maria José Siri, un po’ meno “perfetto” il Pinkerton di Bryan Hymel. Dimenticati i fischi del 1904, questa “Butterfly” ha colpito tutti per la sua insolita modernità. Interessante, cruda, diretta, dura, l’opera ci sbatte dritte in faccia diverse criticità socio-culturali che ancora imperversano nel mondo. Sebbene il primo atto sia risultato piuttosto oleografico e a tratti plastico, il secondo ha sicuramente bilanciato gli equilibri con una maggiore cura per i dettagli, in pieno stile pucciniano. Particolarmente suggestiva la scena finale con suicidio messo in scena come un vero e proprio rito. Il dramma si consuma senza interruzioni, serrato, efficace, terribile, definitivo. Nulla da eccepire sul piano musicale, la direzione di Chailly è stata assolutamente impeccabile su tutta la linea, a lui e alla sua orchestra il plauso di averci restituito un’opera che offre molto da riflettere a da cui prendere spunto anche in relazione alla scottante tematica del femminismo.

Blue & Lonesome: i Rolling Stones rispondono al richiamo del blues

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I Rolling Stones ritrovano la via della stella polare, quella del Chicago Blues grazie al nuovo album “Blue & Lonesome” (Polydor Records). Registrato in soli 3 giorni a Londra presso i British Grove Studios a West London e coprodotto da Don Was e The Glimmer Twins, l’album racchiude dodici cover che rispecchiano le radici e l’essenza stessa della band; un omaggio agli esordi da blues band, anni quando, ancora imberbi, i Rolling Stones suonavano Jimmy Reed, Willie Dixon, Eddie Taylor, Little Walter e Howlin’ Wolf, gli stessi artisti grazie ai quali ha preso forma questo album che possiede a tutti gli effetti le caratteristiche di un dono autentico e disinteressato. Mick Jagger (vocals & harp), Keith Richards (guitar), Charlie Watts (drums), e Ronnie Wood (guitar), insieme ai fidati Darryl Jones (bass), Chuck Leavell (keyboards) e Matt Clifford (keyboards hanno riversato in questo lavoro privo di sovraincisioni tutto l’amore per la produzione di casa Chess e dintorni. Presente anche Eric Clapton nelle vesti di guest star in “Everybody knows about my good thing” e in “I can’t quit you baby” di Willie Dixon.

Video: Hate To See You Go

Per quanto riguarda la tracklist dell’album non troviamo standard di fama bensì una selezionata manciata di perle di genere. Dieci pezzi su dodici risalgono al periodo 1955-1961, mentre “All of your love” (1967) e “Everybody knows about my good thing” (1971) rappresentano, ancora una volta, la tangibile testimonianza di un amore per il blues che è rimasto invariato nel tempo. Istinto, chimica e bel suono sono i lati più lucenti di questo prisma sonoro che, sebbene non rappresenti una pietra miliare, è sicuramente un piccolo gioiello di cui i Rolling Stones potranno fare sfoggio come solo loro sanno e possono fare.

  Raffaella Sbrescia

Questa la tracklist completa:

 

1. Just Your Fool (Original written and recorded in 1960 by Little Walter)

2.  Commit A Crime (Original written and recorded in 1966 by Howlin’ Wolf – Chester Burnett)

3. Blue And Lonesome (Original written and recorded in 1959 by Little Walter)

4. All Of Your Love (Original written and recorded in 1967 by Magic Sam – Samuel Maghett)

5. I Gotta Go (Original written and recorded in 1955 by Little Walter)

6. *Everybody Knows About My Good Thing (Original recorded in 1971 by Little Johnny Taylor, composed by Miles Grayson & Lermon Horton)

7. Ride ‘Em On Down (Original written and recorded in 1955 by Eddie Taylor)

8. Hate To See You Go (Original written and recorded in 1955 by Little Walter)

9. **Hoo Doo Blues (Original recorded in 1958 by Lightnin’ Slim, composed by Otis Hicks & Jerry West)

10. Little Rain (Original recorded in 1957 by Jimmy Reed, composed by Ewart.G.Abner Jr. and Jimmy Reed)

11. Just Like I Treat You (Original written by Willie Dixon and recorded by Howlin’ Wolf in December 1961)

12. *I Can’t Quit You Baby (Original written by Willie Dixon and recorded by Otis Rush in 1956)

 Ascolta qui l’album

My Gravity Girls: ecco primi due volumi della tetralogia “Irrelevant Pieces”

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Perdita, amore, speranza, silenzio. Ecco i capisaldi di “Irrelevant Pieces” la prima tetralogia firmata da My Gravity Girls, il progetto discografico nato a giugno 2013 che riunisce le menti e gli strumenti di Claudio, Mattia, Pietro, Simone C, Simone G. Dopo aver ascoltato i primi due capitoli di quest’opera, è già possibile sbilanciarsi tracciando i tratti fondamentali che contraddistinguono questa nuova realtà musicale made in Italy (più precisamente Parma). L’estrema rarefazione che fa da caposaldo nel primo volume è la tangibile testimonianza di un radicato senso di alienazione e smarrimento che confluisce all’interno di una miscela sonora ectoplasmica dal fascino ipnotico. Quattro tracce intime prendono vita dai meandri più oscuri del subconscio poi i sussurri si materializzano in parole di canzoni folktroniche. Che sia una calda lacrima o un inaspettato sorriso, My Gravity Girls riescono a generare reazioni emotive. Tra tutte le tracce ascoltate segnaliamo la bellezza onirica di “Whispers” e l’ imponenza epica di “Desert Storm” che, nel chiudere il secondo di quelli che saranno quattro volumi in tutto, ci infonde la consapevolezza che si tratterà di qualcosa che ci resterà stampato nel cuore.

 Raffaella Sbrescia

Credits:
All songs performed by My Gravity Girls
Produced by My Gravity Girls and Marco Canepa
Recorded at Drumcode studio and Home
Mixed by Marco Canepa
Mastered by Stefan Noltemeyer

Ascolta qui l’album:

“Una piccola tregua”, il nuovo album di Paolo Cattaneo. Recensione

PAOLO CATTANEO - UPT - COPERTINA QUADRA

Ed ecco che nel bel mezzo dell’autunno 2016 arriva un disco veramente fatto bene. Si parla di “Una piccola tregua” il nuovo lavoro discografico del cantautore Paolo Cattaneo. Dodici canzoni ed un’infinita scandiscono i tratti dell’ossatura di un album pensato, scritto e realizzato per ritagliarsi un posto nell’angolo più buio del nostro spirito. Guardarsi dentro è faticoso, è doloroso, è scomodo, è sconcertante. Cattaneo ci aiuta a farlo facendolo per primo. Attraverso un lavoro di scrittura condiviso all’occorrenza con nomi del calibro di Lele Battista, Ettore Giuradei, Giovanni Peli o Stefano Diana, Paolo Cattaneo sceglie di trattare tematiche fortemente evocative. A completare l’opera la produzione artistica di Matteo Cantaluppi che, grazie ad un elaborato uso dell’elettronica, regala ad ogni singola traccia del disco una veste onirica e raffinata.  Il primo brano, nonché singolo estratto, è Trasparente. Ispirato da una poesia di Luciana Landolfi dedicata al poeta Giovanni Raboni, Cattaneo riflette sull’impossibilità di camminare per il mondo senza le tracce di chi abbiamo amato addosso e sulla potenza dell’amore. Un altro tema portante in questo disco è la concezione del tempo, inteso in tutte le sue possibili declinazioni, così come si evince ascoltando Due età un tempo, Il miracolo, Bandiera o Questa vita al volante.  Colpisce, inoltre, la massiccia presenza di spiritualità tra autoanalisi e osservazione critica di gesti anche minimi. Bisognoso e meritevole di più ascolti, “Una piccola tregua” rappresenta davvero un imperdibile appuntamento con noi stessi.

Raffaella Sbrescia

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 Crediti

Canzoni di Paolo Cattaneo
Testi di Giovanni Peli, Stefano Diana, Lele Battista, Ettore Giuradei e Paolo Cattaneo

Prodotto da Paolo Cattaneo
Produzione artistica: Matteo Cantaluppi e Paolo Cattaneo

Mixato da Matteo Cantaluppi @ Ritmo&Blu di Pozzolengo (Bs)
Masterizzato da Giovanni Versari @ LaMaestà di Tredozio (FC)

Art Work: Federico Castelli
Fotografie: Ilaria Magliocchetti Lombi

Ufficio Stampa: Morning Bell
Edizioni: Eclectic Music Group / Music Union

CD – LS16012-01 / Made in Italy
LP – LS16012-02 / Made in Italy
℗ & © 2016 – Lavorarestanca su licenza dell’autore

TRACKLIST

LATO A

2905

Trasparente

Ho chiuso gli occhi

Il miracolo

Bandiera

Questa vita al volante

LATO B

Se io fossi un uomo (feat. Lele Battista)

Confessioni per vivere

Sottile universo

Due età un tempo

La strada è tutta libera

Fragili miti

Ascolta qui l’album:

Apriti cielo, il nuovo singolo di Mannarino punta dritto al cuore.

apriticielo_CD_cover_front_12x12Lo abbiamo atteso a lungo ma ne è valsa la pena. Alessandro Mannarino è tornato con “Apriti cielo”, il brano che anticipa l’omonimo lavoro in uscita il prossimo 13 gennaio. Questo nuovo brano rispecchia in pieno la poetica del cantautore romano che, così come aveva fatto con “Al Monte”, continua a dare voce alla gente del popolo e lo fa scegliendo di musicare i versi di quelle che sono a tutti gli effetti delle poesie. La capacità narrativa, associata a degli arrangiamenti finemente curati e ricchi di influenze e richiami, rappresentano le qualità più importanti di Mannarino che, con la sua voce calda a avvolgente, regala nuovi plus al suo ammaliante storytelling. “Apriti cielo” affronta tematiche spigolose, affronta a pieno viso l’attualità senza avvalersi di frasi fatte o luoghi comuni. La scrittura di Mannarino è delicata ma efficace, attenta e concisa, popolare ma non populista. Le parole dell’artista trasudano amore, speranza, intelligenza. “Lasciateme passà che non ho tempo. Ho già dormito tanto, adesso ho un grande appuntamento. Il vento che passa, Il cielo che vola. È una vita sola”, canta Alessandro, rivelandoci la propria epifania personale in tutta la sua lucentezza.

Video: http://vevo.ly/rM0857

E allora via, ecco la preghiera laica: “Apriti cielo. Per chi non ha bandiera, Per chi non ha preghiera, Per chi cammina dondolando nella sera”; un monito, un grido, un richiamo ancestrale. E infine: “Apriti cielo e manda un po’ di sole su chi non c’ha un nome, su chi non ha regione. Apriti cielo e manda un po’ di sole su chi cammina solo tra milioni di persone.” Qui il discorso si fa ampio, quasi epico. Mannarino usa la penna e la voce trasformandoli negli strumenti, forse armi, di una battaglia epica contro mode e tendenze. Questa sua nuova canzone squarcia i teli eretti da una società qualunquista, mette nero su bianco le fragilità, non teme la paura e le debolezze bensì ci incute forza e consapevolezza e ci incoraggia a fare di più e meglio. Ottimo Mannarino, adesso aspettiamo il disco e le aspettative sono veramente molto alte.

 Raffaella Sbrescia

mannarino_ph magliocchetti

mannarino_ph magliocchetti

“Apriti cielo” è anche il titolo del quarto album di MANNARINO, che uscirà il 13 gennaio prima della partenza dei live in programma da fine marzo sui palchi più importanti d’Italia. Sabato 25 marzo 2017 MANNARINO si esibirà live per la prima volta al PalaLottomatica di Roma con quella che si preannuncia come una grande festa, tra ritmi travolgenti e intense interpretazioni.

Il concerto del 25 marzo ha registrato in sole 4 settimane il sold out, permettendo l’apertura di una seconda data al Palalottomatica, in calendario il 26 marzo 2017.

Dopo il successo di “Corde 2015”, lo spettacolo itinerante con cui il cantautore ha chiuso la stagione live del suo album precedente, è il momento di un nuovo viaggio, quello di APRITI CIELO Tour che vedrà Mannarino esibirsi nelle principali città italiane: Pala Lottomatica di Roma (25 e 26 marzo), Estragon di Bologna (28 marzo), Nelson Mandela Forum di Firenze (31 marzo), Gran Teatro Geox di Padova (1 aprile), Fabrique di Milano (3 aprile), Teatro della Concordia di Torino (6 aprile), PalaSport Giovanni Paolo II di Pescara (8 aprile), Casa della Musica di Napoli (10 aprile).

 Ascolta qui il brano

 

Bruno Bavota: la recensione di “Out of the Blue”

Bruno Bavota - Out of Blue

Bruno Bavota – Out of Blue

“Out of the blue”, il nuovo nonché quinto album del pianista partenopeo Bruno Bavota, pubblicato dall’etichetta americana Sono Luminus, (distr. Ducale) è un fulmine a ciel sereno, una felice epifania. Quello che in altre circostanze è stato definito pop pianistico, rappresenta la dolce occasione di coccolare i sensi martoriati da input seriali. L’intensa delicatezza dei tasti bianchi e neri si sposa ad archi pieni e vorticosi come quelli del violoncellista Michael Nicolas (ICE and Brooklyn Rider) e del violinista J. Freivogel del Jasper String Quartet. Aulico e poetico, “Out of the Blue” riesce a contestualizzarsi con grazia ed armonia in un’epoca storica controversa. In un momento in cui la nostra risposta emotiva sembra quasi incapace di mostrarsi in tutta la sua pienezza, le melodie di Bavota riescono ad abbassare il muro di autodifesa, placano le paranoie e rimettono in moto la valvola del sogno. Sognare si sa, è ormai un lusso, qualcosa che pochi riescono ancora a permettersi, qualcosa in cui pochissimi credono.

Bruno Bavota ph Paola De Rosa

Bruno Bavota ph Paola De Rosa

E allora ecco l’epifania: cuore in tumulto, sensi all’erta: su per le vette di “Mountains”, tra le ipnotiche onde di “Marea”, sommersi dai battiti percussionistici di “Heartbeat”, incuriositi dalle avventure senza meta di Mr. Rail (uno dei personaggi di Baricco). La delicatezza estemporanea di “Passengers” ha conquistato anche Apple per lo spot che celebra i 20 anni del design del marchio.  Visionaria e vintage la poesia di “Lovers”, ispirata alla dolcissima immagine di due amanti che si incontrano e si riabbracciano alla stazione di un treno. Calde e rassicuranti le trame oniriche di “Beyond the Clouds” e “Warm Embrace”: le note si abbattono l’una dopo l’altra sulla testa, nel cuore, nelle orecchie come una pioggia di atomi pronti a rimettere in moto l’anima. Emozioni in contrasto pullulano tra le note dell’affascinante “Dusk in the East” mentre il mistero rimane celato in “Horizons”. Ispirata ai primi componimenti di Bavota, “Breath” si veste di una nuova identità. Il disco si chiude con “Snow”, un brano velato di dolce malinconia che profuma di consapevolezza: Bruno Bavota ha capito come restare impresso.

 Raffaella Sbrescia

Video: Passengers

Credits

Piano, prepared piano, acoustic guitar and live electronics: Bruno Bavota
Cello: Michael Nicolas
Violin: J Freivogel
Strings Score: Bruno Bavota, Linda Russomanno
Producer: Dan Merceruio
Recording, Mixing and Mastering Engineer: Daniel Shores
Editing Engineers: Dan Merceruio, Daniel Shores
Piano Technician: John Veicht
Piano: Steinway Model D #590904 (New York)
Photography: Linda Russomanno
Artwork: Marzia Figliolia
Graphic Design: Caleb Nei, Linda Russomanno
Executive Producer: Collin J Rae

Recorded at Sono Luminus Studios, Boyce, Virginia – April 18-22, 2016

Ascolta qui l’album

 

 

“Eutòpia”: il travolgente ritorno dei Litfiba. Venite a scoprire l’isola che c’è

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Dopo un lungo lavoro di gestazione, i Litfiba pubblicano “EUTÒPIA” (prodotto da TEG/Renzulli e distribuito da Sony Music Italy). Questo nuovo album si compone di 10 inediti nella versione CD ed offre due bonus track strumentali: “Tu non c’eri”, scritta da Piero Pelù, e “La danza di Minerva”, scritta da Ghigo Renzulli nella versione doppio vinile. Nel disco, registrato da Fabrizio Simoncioni in tre studi diversi dislocati tra Roma, Firenze e Prato, si spazia tra tanti generi musicali e svariate tematiche eppure il comune denominatore è sempre lo stesso: energia allo stato puro. Il titolo racchiude l’essenza di un manifesto, nonché lo spirito che innerva ogni singola traccia concepita nella classica formula chitarra e voce. Eutòpia è un luogo che non esiste ma che ci ostiniamo a sognare, un’isola felice dove approdano i sogni di chi lotta ad oltranza. “Se Eutòpia è un sogn oio voglio continuare, se Eutòpia è uno sbaglio, io voglio continuare a sbagliare, se Eutòpia è una lotta, io voglio continuare a lottare”, canta Piero Pelù nella title track lanciando un messaggio chiaro, lineare, diretto, senza filtro alcuno. Nell’Eutòpia dei Litfiba dunque tutto è possibile, l’unica regola è quella di avere il coraggio di portare avanti le proprie idee. Nel nuovo album c’è la rabbia, c’è l’amore, ci sono fantasie e meraviglie, urla e sussurri per un insieme testuale e sonoro intenso e stimolante in cui hanno suonato anche Luca Martelli (batteria), “Franky” Ciccio Li Causi (basso), Gianluca Venier (sintetizzatori), Antonio Aiazzi (pianoforte, mellotron), Fabrizio Simoncioni, Niccolò Fragile e Federico Sagona (tastiere).

Video: L’impossibile

Litfiba

Litfiba

L’ascolto si apre con “Dio del tuono” in cui veniamo correttamente definiti “figli dello spirito animale, nati con un urlo di dolore per cavalcare i mostri della mente”. Meglio maledetti che rincoglioniti, affermano i Litfiba, e non potremmo essere più d’accordo di così. La lettera ai potenti della terra è racchiusa ne “L’impossibile”, parole ed aggettivi sono l’artiglieria pesante di Pelù, accompagnato da un travolgente guitar solo nel finale con tanto di echi morriconiani a rendere più suggestivo il tutto. Dedicata a Lea Garofalo e alla figlia Denise, la canzone intitolata “Maria Coraggio” in cui ci si destreggia tra gente stronza, memoria corta e violenza assurda. “Siamo i mostri che avete creato”, accusa un ispiratissimo Piero Pelù in “Santi di Periferia”. Tra i brani più belli e più coinvolgenti c’è ‘In nome di Dio’, dedicata alle vittime dell’attentato terroristico al Bataclan. “Siamo carne da macello per un Dio che se ne fotte”, “la verità è dove non batte mai il sole”, “la verità è che siamo già nella terza guerra mondiale” con “il sangue nelle mani”. Veramente suggestiva la conclusione con voce e chitarre distorte: non siamo altro che “tumorati” di Dio. Immancabile un riferimento alla questione legata alla possibilità dell’installazione di un inceneritore nei pressi di Firenze e alla martoriatissima Terra dei fuochi in Campania nel brano “Intossicato”. Lucida descrizione dell’estraniamento individuale è “Straniero”: ci sentiamo in pericolo, in bilico, stranieri anche in casa e senza punti di riferimento. E poi c’è “Oltre” in cui i Litfiba propongono una svolta moderata ma decisa e costante: “Passo dopo passo rompo il ghiaccio”, “giorno dopo giorno è tuo il mondo”. Basta alle lamentele e all’autocommiserazione, è tempo di agire, di crederci, di riappropriarci della nostra essenza più autentica. Diamo ascolto ai Litfiba e facciamoci irradiare dalla loro dirompente energia.

 Raffaella Sbrescia

Ascolta qui l’album:

I Litfiba saranno protagonisti di un instore tour nelle principali città italiane, durante il quale incontreranno i fan e presenteranno il nuovo, atteso disco. Queste le date: sabato 12 novembre, a La Feltrinelli (Stazione Porta Nuova) di TORINO (inizio ore 18.00), lunedì 14 novembre a La Feltrinelli (Piazza Piemonte)di MILANO (inizio ore 18.30), mercoledì 16 novembre a La Feltrinelli (via Appia Nuova, 427) di ROMA (inizio ore 18.00), giovedì 17 novembre a La Feltrinelli (via Melo, 119) di BARI (inizio ore 18.30), venerdì 18 novembre alla Mondadori Bookstore di PALERMO (c/o CC Forum Palermo, via Pecoraino – inizio ore 17.30), sabato 19 novembre al Media World di CATANIA (c/o CC Porte di Catania, via Gelso Bianco – ore 18.00) e mercoledì 23 novembre a La Feltrinelli di NAPOLI(ore 18.00 – Piazza dei Martiri).

Da marzo, i Litfiba torneranno live per 4 imperdibili date, durante le quali presenteranno i brani del nuovo disco con la loro carica di trascinante energia (date prodotte e organizzate da F&P Group): il 29 MARZO alla Kioene Arena di PADOVA, il 31 MARZO al Mediolanum Forum di MILANO, il 5 APRILE al Palalottomatica di ROMA e il 7 APRILE al Mandela Forum di FIRENZE.

I biglietti sono disponibili in prevendita su www.ticketone.it e nei punti vendita autorizzati.

Domenica 13 novembre alle ore 21.15 i Litfiba saranno protagonisti dello “Speciale Eutòpia”, documentario in onda in esclusiva su Sky Arte HD (canali 120 e 400 di Sky), dove la band parlerà del nuovo disco. A seguire, alle ore 21.50, verrà trasmesso in prima visione anche “Live @ Carroponte”, concerto registrato nel luglio 2015 durante l’esibizione dei Litfiba al Carroponte di Sesto San Giovanni per il tour Tetralogia degli Elementi Live.

 

XF10: Con l’eliminazione di Silva Fortes penalizzato il talento vero.

Silva Fortes

Silva Fortes

 “Non mi è piaciuto il meccanismo che ha portato all’eliminazione di Silva. Forse è la prova che questo non è il posto adatto a me”. Usiamo proprio le amare parole del giudice Manuel Agnelli per commentare la terza puntata dei Live Show di X Factor, il talent show targato Sky. Partiamo dal suo commento per esprimere la disillusione ed il disincanto, per provare a capire come una delle più belle voci di questa decima edizione, quale è quella di Silva Fortes non sia più parte del programma. In occasione della puntata dedicata alle Generation Icon, il frontman degli Afterhours aveva assegnato alla giovane interprete la versione in lingua portoghese fatta da Seu Jorge del brano “Life on Mars” di David Bowie. L’assegnazione, davvero particolare, ha dato il là ad una incendiaria querelle tra lo stesso Manuel e Fedez. I due giudici si sono affrontati senza esclusione di colpi ma a rimetterci è stata proprio colei che andava protetta. Ecco, questo è il punto focale della questione, ora che nella fase finale del programma i concorrenti dovrebbero essere valorizzati al massimo, si finisce per dare peso ed importanza a chi dovrebbe tutelare in primis gli interessi dei rispettivi talenti.

La chiave di lettura più giusta delle performances dovrebbe essere il modo in cui ciascun corrente veste e personalizza ciascun brano assegnato e non il brano in sé. Vittima sacrificale di questo errore è una ragazza che sicuramente troverà spazio altrove perché non può essere che una voce simile finisca nell’oblio. Dispiace che questi meccanismi sviliscano gli sforzi di quanti invece s’impegnano per mantenere altissimi i livelli dello show più glamour della televisione italiana. Ottime, a questo proposito, le esibizioni degli attesissimi Robbie Williams e Swawn Mendes, ospiti internazionali ma anche e soprattutto artisti in grado di generare immediata empatia col pubblico. Ecco, questo è quello su cui bisognerebbe puntare lavorando con passione e serietà. Siamo stanchi dei battibecchi, delle polemiche sterili, delle parolacce e della volgarità gratuite. Il popolo guarda i talent perché vuole sognare, vuole credere che sia possibile cambiare l’avvilente quotidianità che è costretto a vivere e subire. Ricordatevelo, cari giudici, il disincanto è la morte dello spirito.

Raffaella Sbrescia

le Migliori: Mina e Adriano Celentano ritornano insieme con un irresistibile divertissement

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Icone generazionali, punti di riferimento per i cultori della musica italiana, Mina e Adriano Celentano tornano a lavorare insieme a 18 anni di distanza dal primo esperimento discografico comune e lo fanno con “le Migliori”, il nuovo album disponibile da domani 11 novembre (Sony Music Italy). Prodotto da Claudia Mori per CLAN CELENTANO e Massimiliano Pani per PDU,  l’album contiene 11 canzoni inedite e un’unica cover. In questo disco i due artisti ci insegnano che è ancora possibile fare qualcosa per il gusto di farla, senza prendersi troppo sul serio. L’idea da cui è scaturito questo progetto è molto semplice: due importanti artisti molto legati tra loro, con una storia artistica molto simile per certi versi, hanno voluto riunirsi per cantare divertendosi. Il disco rispecchia esattamente questo desiderio, il canto si è dimostrato ancora una volta un fertile terreno d’incontro per entrambi. Mina e Celentano sperimentano, scherzano, emozionano spaziando tra generi e tematiche, reinventandosi in modo sempre nuovo in ogni brano presente in tracklist. Il titolo dell’album nasce da un messaggio di buon compleanno che Adriano, dal suo blog, inviò a Mina l’anno scorso, firmandosi ‘le migliori’, con riferimento a Mina e a sé stesso; partendo da questo, Mauro Balletti ha realizzato la copertina, con ‘2 Mine’ e ‘2 Celentani’ ad una sfilata di moda dove la passerella è la strada. I due artisti si sono incontrati a Lugano, esattamente come era accaduto la volta precedente, si sono sentiti e scritti tutti i giorni. Di questo album esiste anche una versione deluxe comprensiva di 4 cartoline, un poster e un CD con quindici “parlatini” dei due artisti (si tratta di dialoghi “rubati” durante le registrazioni in sala d’incisione).

 Il 12 dicembre ci sarà uno speciale della Rai dedicato ai due artisti. L’idea di base sarà proporre un montaggio di diverse performance che parte dai primi incontri tra Mina e Celentano in bianco e nero fino a questo progetto. Lo show avrà la durata di un’ora, sarà parzialmente registrato e non vedrà la partecipazione dei due artisti. Ci saranno, bensì, quattro persone vestite come Mina e Celentano sulla cover del disco, che, chiacchierando di spalle, condurranno lo speciale. Altri due spettacoli prenderanno vita subito dopo Sanremo e saranno entrambi in diretta, ancora stretto riserbo vige in merito alla conduzione e al format. Il progetto si concluderà a Natale 2017 quando uscirà un cofanetto con il primo disco della collaborazione tra Mina e Celentano,  ”le migliori” e anche due inediti non ancora pubblicati.

Mina e Adriano Celentano

Mina e Adriano Celentano

Veniamo dunque al commento de “le migliori”: il primo brano è Amami Amami, il singolo in cui i due artisti si inseguono sulla musica di Idan Raichel (giovane e originale compositore israeliano autore dell’”Idan Raichel Project”) e sul testo di Riccardo Sinigallia. Intenso l’assolo finale di fisarmonica con la citazione finale di ‘Storia d’amore’ per restituire quella di “E poi” contenuta in “Acqua e sale”. La struggente melodia di E’ L’amore ci introduce al secondo brano, composto e scritto da Andrea Mingardi e Maurizio Tirelli in cui due amanti si rivelano capaci di perdersi ma incapaci di dimenticarsi. Con Se mi ami davvero, scritta da Gianmarco Marcello, aka come Mondo Marcio, il ritmo si fa trascinante. Ti lascio amore ci trascina dentro la fine di una storia senza farci sconti di  sorta. Ad un passo da te  raccoglie idealmente l’eredità di Acqua e sale. Un perfetto gioco di rimbalzi, ironie e richiami tra Mina e Adriano arriva fino alle note di Non mi ami, una storia in bilico cantata tra serio e faceto. Irresistibile il mood teatrale della spassosa Ma che ci faccio qui, scritta dal giovane e talentuoso Pietro Paletti. Imperdibili i due brani che Mina e Adriano interpretano da solisti. Ne Il bambino col fucile, scritta da Francesco Gabbani, Adriano non rinuncia a cantare fatti di attualità con la sua inconfondibile verve: “E l’anima trema mentre si accorge che il capo degli stupidi è già re”. Aldo Donati e Loriana Lana sono gli autori di Quando la smetterò, brano che Mina interpreta al meglio (riportandoci ai fasti di “Ancora Ancora Ancora” trasmettendo tutto il pathos di una struggente dichiarazione d’amore, accompagnata dal pianoforte di Danilo Rea. Le due voci tornano ad intrecciarsi nell’emozionante Come un diamante nascosto nella neve. Spiazzante il guizzo finale di questo divertissement post conteporaneo: una versione inedita, oseremmo definire techno, di Prisencolinensinainciusol realizzata dal dj/produttore italiano Benny Benassi e ricantata da Adriano insieme a Mina. L’atto finale di una riuscita festa in maschera.

Raffaella Sbrescia

Video: Amami Amami

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