Lo spettacolo “Capas” inaugura la nuova stagione del Teatro Le Nuvole

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

Grande festa al Galilei 104 il teatro a Città della Scienza dove, con una doppia replica venerdì 31 ottobre e sabato 1 novembre 2014 alle ore 20.30, prenderà il via la nuova stagione artistica dello stabile d’innovazione Le Nuvole con il pluripremiato spettacolo di circo da sala Capas della compagnia spagnola EIA. I corpi e le anime di cinque acrobati hanno dato vita ad una speciale performance ritmata da un batterista rock e da canti tradizionali, scelti per creare un contesto conviviale e familiare. Bambini, ragazzi, giovani insieme alle loro famiglie e alle insegnanti sono quindi coinvolti in un’esperienza di crescita e di dialogo a più voci in cui sono essenziali tanto chi si muove sulla scena quanto chi sta seduto in sala.

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

La stagione del Teatro le Nuvole continuerà, inoltre, con altri 100 eventi inseriti in cartellone: a partire dal prossimo 9 novembre e fino ad aprile 2015, sul palcoscenico del Galilei 104 ci saranno ben 15 compagnie di teatro professionale provenienti da tutta Italia.  Una menzione speciale merita lo spettacolo in programmazione a dicembre Natale in un ouverture des saponettes perché, mentre tutti saranno presi dalla frenesia delle festività natalizie, Le Nuvole regaleranno un concerto per pensieri fragili, leggeri, silenziosi. Come bolle di sapone!

Galilei 104_teatro le nuvole, (c/o Città della Scienza) via Coroglio 104 – 80124 Napoli

info 081.239.5653 (feriali 9.00/17.00) info@lenuvole.com_www.lenuvole.com

 

 Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Capas @ Le Nuvole Ph Luigi Maffettone

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Sognando Cracovia Tour: Immanuel Casto e Romina Falconi conquistano l’Alcatraz di Milano

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Irriverente, originale, dinamico e spiazzante. Il concerto tenuto dal re del porn groove Immanuel Casto e dalla cantautrice Romina Falconi all’Alcatraz di Milano, nell’ambito del “Sognando Cracovia Tour”, lo scorso 29 ottobre, ha fatto registrare un’abbondante ed entusiasta presenza di pubblico, accorso in massa per ballare e godersi un show originale e coreografico, arricchito dai numerosi e anticonvenzionali videoclip realizzati dallo stesso Immanuel nel corso di lunghi anni spesi a costruire con instancabile energia creativa quello che, ad oggi, rappresenta un filone musicale unico nella scena discografica italiana. All’interno della serrata scaletta proposta al pubblico, i due artisti, amici ed affiatati partner musicali, hanno inserito i propri brani ritagliandosi spazi e momenti ad hoc costruendo un dinamico “do ut des”. Non c’è spazio per equivoci: il tema delle canzoni è principalmente il sesso, raccontato, mitizzato, esaltato in tutte le sue forme. Nella prima tranche del live si va dall’inequivocabile intro di “Je t’aime”, alla triade composta da “Crash”, “Zero carboidrati”, “Touche” fino all’istrionica “Circe”.

Il pubblico esplode sulle note di “Sexual navigator”, ormai considerato un classico della discografia di Casto. Bando alle etichette, alle barriere, alle discriminazioni sessuali : Casto e Falconi celebrano l’amore a 360 gradi tra fiumi di elettronica, in pieno stile anni ’80. Eclettici e padroni della scena, i due proseguono il proprio personalissimo live con “Freak & Chic”, “Anal Beat”, “Stupida pazza” e l’imprevedibile rivisitazione di “Fever”. “Fist fucking” e “Anus, mouth, hand” mettono in evidenza le buone doti da ballerino di Immanuel Casto, opportunamente affiancato dal corpo di ballo delle The Beat Girls. Ottima l’interpretazione di Romina Falconi della sua “Attraverso”, la giovane cantante ha ancora una volta saputo mettere il luce la grande potenza  della propria voce, senza mai trascurare la notevole presenza scenica che la caratterizza. Decisamente in sintonia nel duetto proposto con “Eyeliner”, Casto e Falconi hanno incentrato l’ultima parte del concerto su alcune delle canzoni forse più distanti dal repertorio conosciuto come “Non la do/Io la do”, “Il mio prossimo amore”, “Da quando sono morto”. Destabilizzante il testo e la versione acustica di “Che bella la cappella”, un brano a metà strada tra sacro e profano, al limite del blasfemo, con un’ironia davvero molto tirata. Intenso e struggente “Lista nera”, l’inedito che Romina Falconi includerà nel suo prossimo Ep intitolato “Un filo d’odio” e che l’artista ha inserito in scaletta a sorpresa.

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Immanuel Casto & Romina Falconi @ Alcatraz

Riservato al gran finale il successone “Tropicanal” con il suo testo che non lascia adito a dubbi: “Alle Hawaii prima lo prendi e poi lo dai”, canta, Immanuel Casto, con un inappuntabile aplomb. Il concerto giunge alle battute conclusive con un encore ovviamente dedicato a “Sognando Cracovia”, il brano che dà il titolo al tour celebrando il sogno di un amore senza tempo. La degna conclusione di un concerto leggero, divertente e spassoso, un’occasione per vivere e affrontare il tema dell’amore senza pregiudizi.

Raffaella Sbrescia

Eugenio Bennato in concerto all’Arenile Reload: la nuova Italia che balla

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Annoverato tra i più importanti cantori dei sud del mondo, Eugenio Bennato si è esibito in concerto all’Arenile Reload di Bagnoli lo scorso 25 ottobre nell’ambito del “Balla la Nuova Italia tour” proponendo al pubblico partenopeo un live incentrato soprattutto sulla musica popolare, concepita come strumento di aggregazione socio-culturale. Sono tanti i temi affrontati da Eugenio Bennato all’interno del suo concerto: si va dalla fondazione di Taranta Power, che rappresenta storicamente l’avvio di tutto il movimento, per poi proseguire con l’apertura agli altri sud del mondo, dalla sponda meridionale del Mediterraneo alle profondità dell’Africa e di tutte le terre della tradizione e dell’emigrazione, fino ad approdare a tematiche complesse e decisamente attuali quali la globalizzazione e la rivendicazione della storia negata dell’Italia del Sud, che coinvolgono oggi centinaia di migliaia di persone.

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Il concerto si snoda sul percorso di tutte le più importanti composizioni di Eugenio, da “Brigante se more” alla recentissima “Notte del sud ribelle”, scritta la scorsa estate in occasione della partecipazione alla Notte della Taranta, e si avvale della collaborazione della consolidata band, impegnata da anni in concerti in tutto il mondo, costituita da Sonia Totaro, Chiara Carnevale, Stefano Simonetta ed Ezio Lambiase, fidati compagni di viaggio che, attraverso la musica, restituisce onore e considerazione a storie troppo spesso dimenticate.

 Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

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Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

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Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

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Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Eugenio Bennato @Arenile Reload Ph Luigi Maffettone

Leggi l’intervista ad Eugenio Bennato:

http://www.ritrattidinote.it/interviste/intervista-ad-eugenio-bennato-il-meridione-e-la-risposta-allappiattimento-globalizzante.html

I colori del jazz: Alessandro Lanzoni e Barbara Casini in concerto. Il live report

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Emozioni autentiche e profonde quelle vissute dal pubblico partenopeo in occasione di “Uma Mulher”, il raffinato concerto che la meravigliosa Barbara Casini, nota per la sua capacità di interpretare il repertorio brasiliano d’autore, ed il talentuoso pianista jazz Alessandro Lanzoni hanno tenuto lo scorso 23 ottobre presso il Teatro Mediterraneo di Napoli, nell’ambito della rassegna “I Colori del Jazz. Culture in Musica”, a cura del Live Tones, con la Direzione Artistica di Alberto Bruno e la Direzione Organizzativa di Ornella Falco, progettata secondo le finalità del Forum degli scambi culturali e dell’internazionalità. Al centro del live concepito dai due musicisti, i brani che hanno segnato le tappe salienti del lavoro di compositrice della Casini, a partire da brani del suo primo disco del ’97 fino alle canzoni inedite che faranno parte di un prossimo progetto discografico.

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

A curare gli arrangiamenti e a delineare i tratti peculiari delle melodie, il sofisticato Alessandro Lanzoni, vincitore dell’importante e prestigioso riconoscimento Top Jazz 2013. A completare la scaletta, una serie di selezionatissimi omaggi a importanti autori brasiliani, tra tutti: Edu Lobo, Chico Buarque, Ivan Lins. Artisti che hanno segnato il percorso musicale di Barbara influenzand profondamente il suo modo di cantare e che, associati alla potente verve interpretativa di Lanzoni, hanno offerto al pubblico una serata musicale all’insegna della qualità.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alberto Bruno @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

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Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

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Alessandro Lanzoni e Barbara Casini @ I colori del jazz Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Appunti di viaggio”, immensa Lina Sastri al Teatro Brancaccio di Roma

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

“La musica ha avuto molto spazio nella mia vita. Se l’è preso, io non gliel’ho dato…..io sono un’ Attrice”.

Così, nel giorno del commiato della centosettenne principessa Brancaccio, è avvenuto il debutto nell’omonimo teatro romano dell’icona femminile della scena partenopea, con il suo spettacolo “Appunti di viaggio”. Un percorso, senza canovaccio, attraverso l’esperienza artistica e umana di Lina Sastri, che, elegantemente e appassionatamente, ce ne fa dono. A partire dalla prima volta, con Patroni Griffi, attraverso il Masaniello di Roberto de Simone, fino alle più recenti avventure cinematografiche con Pupi Avati. Il canto materno, che accompagnava i movimenti delle quotidiane faccende domestiche, è un ricordo dolce e commovente. Ed è proprio con la registrazione della voce della madre che Lina introduce la sua esperienza canora. Arrivata tardi, ma esplosa in tutta la sua sonorità teatrale da subito. Che la Sastri non canta, interpreta. E ogni volta che lo fa, il pubblico si scalda, le urla “sei divina, splendida, meravigliosa…..” Lina raccoglie, con naturalezza e quel bel sorriso che fa da cornice ad una vita che lei stessa definisce fortunata per aver incontrato il teatro, per le opportunità che ha saputo cogliere e che ne hanno da subito messo in evidenza il talento. Tanti ne cita, di colleghi e maestri, tanti e a tutti noi cari. Uno fra tutti, sembra quasi superfluo farne il nome: Eduardo. E la voce si incrina un poco, ma è un attimo, che subito riparte, e via, tra citazioni in prosa e i più bei brani della tradizione napoletana, accompagnata da cinque musicisti di prim’ordine: Filippo D’Allio, Gennaro Desiderio, Giovanni Minale, Salvatore Piedepalumbo e Luigi Sigillo.

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

Lina Sastri @Teatro Brancaccio Ph Roberta Gioberti

“Reginella”, “Malafemmina”, “Torna a Surriento”, “Guapparia”, “Era de maggio”, per finire con Pino Daniele e la sua “Napule è”. Delicata e toccante in uno dei cavalli di battaglia della Ferri, “Gracias a la vida”, energica e grintosa sulle note di una tammurriata veramente ben arrangiata, confezionata per lei come un abito da cerimonia. Il primo spettacolo scritto e diretto, “Cuore mio”, e le sue scenografie, e l’ultimo, dal titolo piuttosto significativo di Linapolina. E tra un brano ed un racconto, chi ha memoria e l’età per averla, sente riaffiorare i ricordi di splendori artistici ed eccellenze di talenti che non vorremmo mai aver dovuto confinare al passato. Un racconto destrutturato, lo definisce. Destrutturato ma con una tale potenza di coinvolgimento emotivo, che il pubblico nemmeno canticchia. E’ lì, incantato dal fascino artistico, interpretativo e femminile di questa splendida donna; che guardò alle scene a soli 17 anni quando ha visto per la prima volta un palcoscenico, e ha pensato che il teatro sarebbe stata la sua vita , e nell’arte la sua libertà di essere.

Roberta Gioberti

Lavinia Mancusi trio in concerto al Caffè Letterario Intra Moenia: l’incanto del Mediterraneo

Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettonr

Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

Il Caffè letterario Intra Moenia della storica Piazza Bellini a Napoli ha ospitato l’atteso concerto della cantante e musicista Lavinia Mancusi, accompagnata da Gabriele Gagliarini (cajon, darabuka, djembé, tamburi a cornice) e Riccardo Medile (chitarra classica,liuto spagnolo, oud). Tenutosi nella rigogliosa veranda del locale, lo scorso 22 ottobre, il live ha rappresentato un’ottima occasione di avvicinamento e conoscenza del ricco e variegato repertorio proposto dall’eclettica artista romana.

Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

Proponendo al pubblico le suggestive melodie del recente album intitolato “Semilla”, Lavinia ed i suoi abili musicisti hanno inteso rendere omaggio alle musiche, alla storia, e al naturale fascino del Bacino del Mar Mediterraneo. Vento, acqua, terra, fuoco sono, invece, gli elementi chiave per interpretare le sfumature del calderone di storie che, i tre artisti hanno raccontato cullando i ricordi e le speranze di ciascuno. Un caldo incontro tra note, storia, cultura e musica per riabbracciare le antiche origini con classe e ricercata eleganza.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

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Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

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Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

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Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

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Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

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Lavinia Mancusi trio @ Intra Moenia Ph Luigi Maffettone

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Dear Jack in concerto a Napoli: una band che lascia il segno

Dear Jack @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone

Dear Jack @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone

Idoli dei giovanissimi, super trasmessi dalle radio e dai canali musicali italiani, i Dear Jack, scoperti dal “re Mida”della tv, Maria De Filippi, hanno dato il via alla loro prima tournée di concerti  sulla scia del grande successo riscontrato dal debut album intitolato “Domani è un altro film – prima parte”. Dopo la prima infarinatura di Forlì e di Roma, i Dear Jack si sono esibiti in concerto al Teatro Palapartenope di Napoli mandando in visibilio migliaia di giovanissimi/e fans. Vista la brevità del loro percorso artistico, Alessio Bernabei e soci hanno scelto di intervallare i loro inediti con una serie di cover, opportunamente rivisitate. Sorprendente la scelta de “L’anima vola”, grande successo contenuto nell’omonimo ed apprezzatissimo album di Elisa. I Dear Jack spiazzano e destabilizzano il pubblico attraverso continui saliscendi tra generi e rimandi musicali: si va da “Beat it” di Michael Jackson a “Demons” degli Imagine Dragons, da “Wonderwall” degli Oasis a “She will be loved” dei Maroon 5, passando per “Solo” di Baglioni, “Pensiero” dei Pooh, “Arrivederci” dell’indimenticabile Umberto Bindi.

Dear Jack @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone

Dear Jack @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone

Un puzzle di note e parole che intende rispecchiare i gusti musicali e le influenze del gruppo che, pur essendo molto acerbo, dimostra di possedere una buona dose di carattere e personalità nello scegliere di proporre al pubblico un repertorio variegato e non necessariamente modaiolo. A surriscaldare gli animi del pubblico sono le hits, riproposte anche nei bis, “La pioggia è uno stato d’animo” e “Ricomincio da me”, due brani che, grazie ad una rotazione radiofonica e televisiva davvero incalzante, sono riusciti ad entrare nelle grazie della fascia di ascolto popolare. Guardando i presupposti da cui partono, i Dear Jack sembrano possedere le carte in regola per affermarsi all’interno dello scenario musicale italiano e nulla esclude che possano prossimamente presentarsi sul palco del Festival di Sanremo; se così fosse, sarà interessante capire in che modo essi sceglieranno di proseguire il proprio cammino musicale.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Dear Jack @ Palapartenope Ph Luigi Maffettone

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Lezioni di Rock: Assante e Castaldo al Teatro Parenti per raccontare Bob Dylan

Bob Dylan

Bob Dylan

Tutti a #LezionidiRock! Il Teatro Parenti di Milano si è eccezionalmente trasformato in aula studio in occasione del nuovissimo ciclo incontri tenuti dai super prof di Repubblica, Ernesto Assante e Gino Castaldo, i critici musicali più famosi del web. Al centro del primo affollatissimo appuntamento, la controversa figura dell’eterno ed immortale Bob Dylan, geniale precursore di idee e correnti musicali ad ampio raggio.  A più di 50 anni dalla pubblicazione del suo primo disco, la lucidità con cui Dylan è stato in grado di raccontare il suo tempo non smette di rapire e conquistare un pubblico transgenerazionale. Nato per sorprendere, destabilizzare, sconvolgere se stesso e gli altri, Dylan diede letteralmente il via all’evoluzione della musica. Carismatici, attenti ed appassionati, oggi come allora, Ernesto e Gino hanno accompagnato il pubblico lungo il percorso umano ed artistico di Bob partendo dai suoi inizi di folksinger, passando per la fase beat, fino all’evoluzione rock.

Ernesto Assante e Gino Castaldo

Ernesto Assante e Gino Castaldo

Dalla banale e paradossale efficacia di “Blowing in the wind” al cambiamento epocale introdotto da “The Times They Are A Changin’” , il brano in cui Bob racconta le nuove esigenze del mondo. Particolarmente attento lo sguardo di Assante e Castaldo sulle costruzioni testuali inedite di Dylan, sul suo essere un punk ante-litteram, sulla sua capacità di sfuggire alle etichette per poter cambiare in qualsiasi momento le carte in tavola. Particolare l’enfasi posta sulla rilevanza del brano “Mr Tambourine Man” e sul ruolo della città di Newport all’interno dello scenario della musica folk negli anni ’60. Con la pazzesca ondata di successo dei Beatles, anche Dylan trova il modo per inserirsi in un contesto completamente assoggettato ai Fab4. Con il primo tour in Inghilterra, Bob trova il modo per dare un significato ad ogni minimo gesto. L’apice di questo complesso percorso evolutivo avviene nel 1965, l’anno in cui Dylan pubblica “Highway 61 Revisited”: l’album definitivo.

Bob Dylan

Bob Dylan

Ad introdurre questo masterpiece è il destabilizzante colpo di rullante di “Like a rolling stone”, il brano della discordia, il racconto del crollo sociale, della perdita delle certezze. La teatralizzazione della nascita del rock si compie con la prima esibizione, in formazione elettrica, di Bob Dylan a Newport. La “mecca” del folk viene violata proprio da uno dei suoi miti di riferimento: è l’apocalisse. Il pubblico fischia, Dylan piange: è nato il rock, “non un genere bensì un modo di fare le cose”, spiega Castaldo. La parte conclusiva dell’incontro è interamente concentrata su “Highway 61 Revisited”: un omaggio alla cultura americana, alla strada per eccellenza, al collegamento tra nord e sud, all’asfalto che trasuda blues da ogni centimetro, al simbolo che testimonia un preciso modo di essere, un album che fa da apripista ad un cambiamento che non ammetterà ripensamenti e che, ad oggi, rappresenta la pietra miliare di una svolta senza pari.

Raffaella Sbrescia

DiscoDays 2014: una tredicesima edizione da record

Discodays 2014 ph Luigi Maffettone

Discodays 2014 ph Luigi Maffettone

Grande successo per la tredicesima edizione del DiscoDays, il consueto appuntamento con il disco e con il vinile che, per l’occasione, si è spostato dalla Casa della Musica al vicino e più grande Teatro Palapartenope di Napoli. Oltre centomila dischi in vendita, etichette indipendenti e note realtà operanti nel settore della musica, insieme a decine di  espositori, incontri, presentazioni di nuovi progetti musicali, mostre artistiche e diverse memorabilia hanno incuriosito e soddisfatto migliaia di appassionati di musica e vinili. Condotto, come ormai di consueto, dallo speaker e programmatore musicale Gigio Rosa, il Discodays è stato inaugurato dall’ultimo lavoro discografico dei Pennelli di Vermeer, il concept album “NoiaNoir” (Marotta & Cafiero),  musicalmente trasversale i cui testi denunciano in chiave ironica la speculazione attuata dal “sistema dell’informazione” intorno ai casi di cronaca nera. La presentazione è avvenuta contestualmente a quella del recentissimo album – settembre 2014 - “Dramedy” degli The Shak & Speares (Freak House) band folk-rock, che ha già calcato il main-stage del Neapolis Festival.

DiscoDays 2014 Ph Luigi Maffettone

DiscoDays 2014 Ph Luigi Maffettone

Subito dopo l’interessante dibattito incentrato sul tema  “L’evoluzione della musica: prima e dopo internet”, a cura dell’Associazione Nazionale Sociologi,  c’è stata la consegna del Premio DiscoDays  al celebre musicista, cantautore e percussionista italiano Tony Esposito per la sua versatilità ritmica,  perfetto connubio tra world music, etnica, funk e jazz. In occasione del ritiro del premio, l’artista ha presentato in anteprima “Kostabeat!” (Azzurra Music), il lavoro discografico realizzato in collaborazione con il pittore e compositore americano Mark Kostabi.  Altro importante e consueto riconoscimento attribuito in ogni edizione di DiscoDays è il Premio Rete dei Festival, in collaborazione con la principale rete dei festival italiani ed il MEI che, quest’anno, è stato consegnato a JFK e la Sua Bella Bionda. Le live session sono poi proseguite in serata con La Pankina Crew, la band nata e cresciuta nella periferia Est di Napoli e con i Titoli di Coda,  che hanno recentemente pubblicato il debut album “Stanza223″ (Full Heads). Ad arricchire l’ampia offerta proposta al pubblico, la mostra interamente dedicata al Festival della Canzone Napoletana a cura del super esperto Antonio Sciotti, la mostra artistica curata dal pittore rock Alessandro Ferrara, considerato uno dei precursori di una particolare tecnica di pittura sul disco in vinile e la mostra fotografica “Musica a Scatti”, giunta ormai alla sua quarta edizione, vinta dal fotografo Daniele Cambria che sarà il protagonista di una mostra a lui dedicata, in occasione della prossima fiera, il 29 marzo 2015.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

DiscoDays 2014 Ph Luigi Maffettone

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Napoli jazz winter festival: ottima la prima con “Palavras do som”

Napoli jazz winter Festival Ph Luigi Maffettone

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Grande successo per il primo atteso appuntamento del Napoli jazz winter festival. Ad inaugurare la nuova edizione della rassegna musicale, diretta e organizzata da Michele Solipano, il concerto tenutosi lo scorso 10 ottobre presso l’Auditorium Salvo D’Acquisto di Napoli, intitolato “Palavras do som”: un’esperienza live che ha riunito sullo stesso palcoscenico quattro grandi artisti di caratura internazionale. Stiamo parlando di Marcio Rangel, chitarrista e compositore brasiliano noto per la sua abilità nel suonare la chitarra con la mano sinistra, Flavio Boltro, considerato uno dei più importanti trombettisti della scena jazz contemporanea, ex componente del sestetto di Michel Petrucciani, Lorenzo Tucci, annoverato tra i batteristi di maggior talento della scena jazzistica nazionale ed europea e Antonello Salis, da oltre quarant’anni protagonista della scena musicale mondiale in quanto uno dei musicisti più originali, creativi ed eclettici del nostro tempo.

Napoli jazz winter Festival Ph Luigi Maffettone

Napoli jazz winter Festival Ph Luigi Maffettone

Il progetto, ideato e creato da Marcio Rangel, consiste in una creazione continua di idee che, congiunte al linguaggio del jazz afro-americano, offrono la possibilità di creare l’incontro tra due mondi musicali senza soluzione di continuità. La bellezza estetica offerta dalla forte e coinvolgente presenza scenica di questo ottimo ensemble, si coniuga alla fertile ricerca sonora e alla naturale tendenza alla contaminazione di suoni e ritmi. Le sonorità potenti nei bassi e negli acuti, sviluppate attraverso originali incroci di accordi, diteggiature, arpeggi hanno, dunque, offerto al pubblico un percorso musicale fresco e vivace, foriero di spunti e riferimenti tutti da riascoltare ed approfondire in un futuro prossimo.

Fotogallery a cura di: Luigi Maffettone

Napoli jazz winter Festival Ph Luigi Maffettone

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Napoli jazz winter Festival Ph Luigi Maffettone

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