Javier Girotto e Aires Tango live : il sud del mondo raccontato in note

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Siamo ormai abituati alle travolgenti performances live del celebre sassofonista Javier Girotto ma quella dello scorso 20 febbraio, insieme agli Aires Tango sul palco dell’Auditorium Salvo d’ Acquisto, in occasione del Napoli Jazz Winter 2015, va ricordata per la forte carica emotiva trasmessa dai particolarissimi brani in scaletta. Fotogrammi di vite spezzate, martoriate, tormentate si sono alternati alle profumate scie di note dolci e sinuose creando una magica commistione di rimandi storici e reminiscenze storico-culturali provenienti dal sud del mondo. Ad accompagnare Girotto, Alessandro Gwis pianoforte, Michele Rabbia percussioni, Marco Siniscalco al basso, per eseguire ed interpretare in maniera magistrale alcuni brani tratti dalla corposa discografia del gruppo costituita da ben 11 album. Ritmi altisonanti, saliscendi di note e di emozioni, vorticosi assoli ed intensi momenti i improvvisativi hanno delineato i margini di una serata all’insegna della qualità.

Photogallery a cura di: Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

 

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

 

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

 

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

Javier Girotto e Aires Tango live @ Napoli jazz winter Ph Roberta Gioberti

 

 

 

 

 

The Minutes tour: una serata electropop con Alison Moyet al Fabrique di Milano

Alison Moyet live @ Fabrique Ph Francesco Prandoni

Alison Moyet live @ Fabrique Ph Francesco Prandoni

In occasione del suo nuovissimo ‘The Minutes Tour 2015′, la cantante inglese Alison Moyet si è esibita in concerto al Fabrique di  Milano riportando sul palco non solo  tutte le hits della sua trentennale carriera ma anche le intense composizioni contenute nel suo ultimo album di inediti intitolato “The Minutes”.  Per l’unico appuntamento italiano della trance europea del tour, l’artista, sobria nel vestire ed elegante nelle movenze, ha coinvolto e divertito il pubblico con una scaletta interamente improntata alla sperimentazione elettronica. Synthpop ed electropop hanno scandito i grandi successi di Alison, nota al pubblico per la sua voce caratterizzata da toni bassi molto potenti, a cavallo tra blues e soul.  Successi storici come  ‘Only You’, ‘Don’t Go’, ‘Situation’, Nobody’s Diary’, ‘ Is this Love’, ‘Weak in the Presence of Beauty’, ‘Ordinary Girl’, ‘Sleep Like Breathing’, ‘Whispering Your Name’ hanno ancora una volta messo in luce la vibrante eleganza di una voce corposa, melodica, ricca, a tratti dark. Alla luce del suo intenso vissuto e della forte longevità artistica, Alison  Moyet si è divertita a giocare con suoni, tonalità e temi, anche difficili, dimostrando che,dopo anni di silenzio, la sua identità artistica è ancora ben salda.

 Raffaella Sbrescia

 La scaletta

Horizon Flame

Nobody’s Diary (Yazoo song)

When I Was Your Girl

Ordinary Girl

Changeling

Remind Yourself

Is This Love

Winter Kills

Falling

Filigree

Only You

Apple Kisses

This House

All Signs of Life

Right as Rain

Waiting

Love Resurrection

Situation

Encore:

Whispering Your Name

All Cried Out

Don’t Go

 

Planetario: notte sotto le stelle con i Deproducers al Teatro Dal Verme di Milano

The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni

The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni

“Siamo fatti della stessa materia di cui sono fatte le stelle, ecco perché ci attraggono”, con queste parole i Deproducers, l’eccezionale collettivo composto da Vittorio Cosma, Riccardo Sinigallia, Gianni Maroccolo e Max Casacci, ha accolto il pubblico del Teatro Dal Verme di Milano, lo scorso 24 febbraio, conducendolo per mano tra stelle, pianeti e galassie di tutto l’universo, grazie all’originale spettacolo che coniuga musica e scienza, intitolato “Planetario”. Creatori di suono, divulgatori scientifici ed innovativi  sperimentatori, i Deproducers hanno scandito con delle affascinanti composizioni strumentali i numerosi interventi dell’astrofisico e direttore del Planetario Fabio Peri, il quale ha brillantemente introdotto al pubblico una serie di tematiche specificamente legate al mondo dell’astrofisica con un linguaggio semplice, leggero e colloquiale, senza tuttavia perdere il fascino della competenza settoriale.

The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni

The Producers live @ Teatro Dal Verme Ph Francesco Prandoni

Di grande impatto scenico le immagini ufficiali dell’ESA e della NASA ed i suggestivi visuals, creati ad hoc dal visual artist Marino Capitanio. Autori di due colonne sonore originali per il cinema come “Italy In A Day” di Gabriele Salvatores e “La Vita Oscena” di Renato De Maria, nonchè vincitori di importanti riconoscimenti come il Premio di Assomusica durante l’ultima Mostra Del Cinema Di Venezia, i Deproducers si confermano artisti innovatori, in grado di percepire il gusto e la curiosità di un pubblico curioso ed avido di novità. Al centro dello spettacolo le meraviglie del cosmo e il mistero della sua nascita, le costellazioni e la loro mitologia, il rapporto tra l’Uomo e l’Infinito e soprattutto le recenti conquiste dello spazio che hanno riportato l’attenzione verso l’Universo: dalla missione di Samantha Cristoforetti (la prima italiana nello spazio) all’atterraggio della sonda Philae su una cometa lontanissima dopo un viaggio lungo 10 anni. Flussi e stormi di note oniriche hanno, dunque, cullato lo spettatore lungo un viaggio della durata di svariati anni luce. Nel tentativo di portare noi stessi tra le stelle o di trasmigrare lo spazio dentro di noi, le suggestioni sono sopraggiunte improvvise, inattese ed intermittenti mentre, sospesi in questo sconfinato Universo, ancora attendiamo l’arrivo di un nostro messaggio in codice binario, inviato nel 1974, agli alieni posti a 23 mila anni luce da noi.

Raffaella Sbrescia

Antonella Ruggiero & Color Swing Trio: un happening da sold out al Blue Note

Antonella Ruggiero

Tutto esaurito al Blue Note di Milano lo scorso 22 febbraio per il live di Antonella Ruggiero e lo strepitoso Color Swing Trio composto dal grintoso Christian Meyer alla batteria, il raffinato Paolo Alderighi al piano ed il celebre Alfredo Ferrario al clarinetto. Con un sofisticato repertorio di musica anni trenta e quaranta, l’eccezionale ensemble ha rivisitato in chiave contemporanea ciò che si suonava nei jazz club di New York prima della seconda guerra mondiale. Tinteggi, schizzi e pennellate di raggae, di funky, di jazz, di disco-swing hanno colorato la nutrita selezione di canzoni in scaletta testimoniando la tenerezza, l’autenticità e la veridicità di sentimenti che non conoscono la parola oblìo.

Color Swing Trio

Color Swing Trio

Passando dall’Italia fra le due guerre, alla musica da ballo americana, agli storici brani del repertorio della strepitosa Antonella Ruggiero, l’inedito gruppo ha divertito il pubblico estasiandolo a più riprese con ampie improvvisazioni strumentali di eccelsa qualità. Al centro di un vero e proprio happening artistico, la performance di Antonella ha profondamente colpito il pubblico, grazie al raro istrionismo di una voce che rimane una delle più belle del nostro tempo. Distanti, controverse ed appassionate, vorticose, travolgenti  peregrinazioni artistiche, anche molto audaci, hanno fruttato intermittenti applausi scroscianti. Gli ultrasuoni vocali di Antonella e la maestria strumentale del Color Swing Trio racchiudono la magica essenza di un miracolo capace di ripetersi nel tempo, chiamato musica.

Raffaella Sbrescia

Dignità autonome di prostituzione: la “casa chiusa” dell’arte approda al Teatro Bellini di Napoli

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Irriverente, curioso, originale, vorticoso. Da otto anni in scena Dignità Autonome di Prostituzione, la “Casa chiusa” dell’Arte, nata da un’idea del geniale Luciano Melchionna, continua ad ammaliare il pubblico di tutta Italia. Lo spettacolo, sempre unico e sempre diverso, dove gli attori sono alla mercé dello spettatore è approdato al Teatro Bellini di Napoli. Biancheria succinta, giacche da camera, abiti lascivi sono i costumi di scena degli artisti che si sono lasciati “abbordare” dai clienti/spettatori che, muniti di ‘dollarini’, il denaro locale acquisito con il biglietto d’ingresso,  hanno contrattato il prezzo delle singole prestazioni. Conclusa la trattativa, incentrata sul motto “Mi paghi prima. E anche dopo, se ti è piaciuto”,  i ‘cliente’ – uno, due o piccoli e grandi gruppi a seconda delle ‘perversioni’ – si sono appartati, con l’attore scelto, in un luogo deputato per fruire di una o più ‘pillole del Piacere’: monologhi o performances del teatro classico e contemporaneo, per emozionare, far riflettere e divertire lo spettatore, in una formula che supera gli usuali confini degli spazi teatrali, invadendo camerini, uffici, bagni e ripostigli per regalare nuove fruizioni artistiche.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

 

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

 

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

 

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

 

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

 

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

 

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

 

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

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Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

 

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

Dignità Autonome di Prostituzione @ Teatro Bellini Ph Luigi Maffettone

 

 

Tommaso Starace quartet live : jazz per immagini al Blue Note di Milano

Tommaso Starace quartet live @ Blue Note Ph Christian Candela

Tommaso Starace quartet live @ Blue Note Ph Christian Candela

Metti un martedì sera al Blue Note di Milano con il jazz per immagini del sassofonista Tommaso Starace. Accompagnato da Michele Di Toro al pianoforte, Attilio Zanchi al contrabbasso e Tommy Bradascio alla batteria, l’artista ormai londinese d’adozione, ha presentato al pubblico italiano “Italian Short Stories – Tommaso Starace Quartet plays the photos of Gianni Berengo Gardin”, un originalissimo lavoro strumentale che verrà presto pubblicato dalla nota casa discografica Universal.  Ispirato dal suo grande amore per la fotografia in bianco e nero, l’artista ha dedicato il disco ed il concerto al grande fotografo della Magnum Elliott Erwitt, il Cartier Bresson italiano, Berengo Gardin, conosciuto per aver scattato foto iconiche in Italia dagli anni 40 fino ad ora. Attraverso  14 immagini, scelte direttamente dal vasto portfolio di Berengo, Starace ha coinvolto il pubblico all’interno di un percorso audio-visico elegante e raffinato.  Frammenti di vite, di storie, di ricordi accompagnati da originali composizioni del quartetto per un’atmosfera unica e completamente avulsa dal contesto circostante. Foto scattate a Palermo, Milano, Venezia, Genova, Siena, Firenze in grado di raccogliere idee, spunti, stimoli, pezzi di vita, di gioia, di amore, di dolore. Sullo sfondo  brani dalle forti linee melodiche, caratterizzate da brillanti improvvisazioni : “”Echo’s Naples”, “Recollection”, Motion in stilness” raccontano l’Italia da Nord a Sud con scioglievole delicatezza; gioci armonici ed intersezioni musicali danno voce ad emozioni altrimenti impossibili da raccontare.  Non mancano richiami a Debussy e Ravel in “Ravel’s walls” e “The Bubble vender”. Romanticismo e melodramma attraversano, invece, le note di “Let the magic begin”, vorticosa la ballad intitolata “Olivetti’s touch”. Fluida e scalmanata la composizione senza accordi, iconicamente intitolatta “Jamme!”. Immaginifica la bellezza di “Nothing must change” ispirata alle fresche onde del mare di Genova.  Irriverente la giocosa “The amused Gispy Girl”. Un viaggio sonoro  all’insegna della contaminazione e dell’interazione interculturale per sentirsi cittadini del mondo.

Raffaella Sbrescia

Io so chi sono: gli Afterhours incantano il Teatro Augusteo di Napoli

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Continua a mietere successi il tour teatrale degli Afterhours. Anche il Teatro Augusteo di Napoli ha potuto apprezzare “Io so chi sono”, il nuovo spettacolo che Manuel Agnelli e soci hanno ideato per inaugurare una nuova, più matura, fase del proprio rapporto con il pubblico. Punto di riferimento per l’intera scaletta, l’album “Padania”, corredato da importanti testi di letteratura come “Indifferenti” da “La città futura” di Gramsci, “Moloch” da “L’urlo” di Ginsberg, “The love song of Alfred Prufrock” da “Prufrock and the other observations” di Eliot, “Traccia” da “Petrolio” di Pasolini, brani vari tratti da “Il libro dell’inquietudine” di Pessoa e, “Io so chi sono” e “Morireste per me” da “Il meraviglioso tubetto” di Manuel Agnelli, voce e fondatore della rock band. Variegate e di spessore anche le scelte musicali: Nick Drake (cantautore preferito di Manuel), Blind Willie Johnson, Washington Philips, James Alan Shelton, Jean Sibelius, Johann Sebastian Bach e Fryderyk Chopin.  Una miscela di elementi che, unità alla forte personalità del gruppo, ha coinvolto la platea in un travolgente turbinìo di emozioni.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

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Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

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Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

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Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

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Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

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Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

Afterhours live @ Teatro Augusteo Ph Luigi Maffettone

 

 

 

 

 

65 Festival di Sanremo: il trionfo de Il Volo

Il Volo

Il Volo

Si chiude il sipario: la sessantacinquesima edizione del Festival di Sanremo è stata vinta da Il Volo, il trio di tenori si aggiudica il leone d’Oro con “Grande Amore” testimoniando, di fatto, l’immobilismo Made in Italy. Nessuno si sognerebbe mai di mettere in dubbio la potenza e la bravura dei tre giovani artisti ma è altrettanto innegabile il fatto che la banalità del testo e la posologia geriatrica del mood insito nell’arrangiamento non siano esattamente nel target del nuovo millennio. Per fortuna al secondo posto si piazza un grintosissimo Nek con la sua “Fatti avanti amore”, un brano dotato un sound internazionale, decisamente orecchiabile e che sentiremo a lungo in tutte le radio. Filippo Neviani si aggiudica anche il premio per il migliore arrangiamento ed il premio della sala stampa web radio e tv. Chiude il podio la raffinatissima Malika Ayane con “Adesso e qui (Nostalgico presente)”; a conferma della sua indiscutibile classe interpretativa anche il premio della critica Mia Martini.

Carlo Conti e Will Smith

Addentrandoci in un discorso che esula dalla gara ormai conclusa, tracciamo un bilancio globale relativo all’ultima attesa serata della kermesse: ottima l’intro con la leggendaria PFM,  spettacolari le coreografie del musical Romeo e Giulietta, grande delusione per l’esibizione di Gianna Nannini, rea di aver sbagliato per due volte l’attacco del ritornello di “Sei nell’anima”. Semplice ma di grande effetto la performance della super star Ed Sheeran, dolcezza e commozione per la coppia siciliana, invitata a festeggiare ben 65 anni di matrimonio sul palco del Festival. Davvero convincente il monologo di Giorgio Panariello e la sua fedelissima imitazione di Renato Zero. Fuochi d’artificio chiaramente riservati alla fase finale: Will Smith, in grande spolvero, ammalia la platea con il suo carisma intonando anche un paio di strofe dell’eterna “Volare”. Bellissima anche l’esibizione di Enrico Ruggeri, uno dei più bravi artisti italiani, che ha presentato il suo commovente brano “Tre signori”, dedicato a Gaber, Jannacci e Faletti. Qualche nota stonata guasta gli ultimi attimi del Festival come i problemi tecnici nella grafica della classifica finale (Nek dato per nono al posto di Nina Zilli) e le tre inutili letterine che Emma, Arisa e Rocìo hanno dedicato a Carlo Conti, sempre più proiettato verso l’edizione del prossimo anno. A questo punto ci auguriamo che nella rosa della prossima edizione ci possa essere più spazio per la musica indipendente e per le tantissime interessanti realtà che popolano il nostro tessuto musicale e che, soprattutto, non si parli soltanto di amore ma anche della vita reale.

Raffaella Sbrescia

Video: “Grande Amore” – La canzone vincitrice del Festival di Sanremo

Festival di Sanremo: Giovanni Caccamo è l’asso piglia-tutto

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Giovanni Caccamo

Mancano poche ore alla finalissima del 65mo Festival di Sanremo e i giochi sono quasi fatti. Lo scorso 13 febbraio il giovane e raffinato cantautore Giovanni Caccamo si è aggiudicato non solo il primo posto nella sezione Nuove Proposte ma anche il premio della critica Mia Martini ed il premio della stampa radio-tv e web. Con la sua “Ritornerò da te” il pupillo di Caterina Caselli si conferma asso piglia tutto, senza dimenticare che è anche uno dei co-autori del bellissimo brano di Malika Ayane intitolato “Adesso e qui (Nostalgico presente)”. Lunga, lunghissima la quarta puntata di un Festival che continua a raccogliere consensi confermandosi campione di ascolti. La conduzione di Carlo Conti rimane per lo più invariabile, convincono sempre più Arisa, originale ed imprevedibile, ed Emma che, malgrado le innumerevoli critiche ricevute, si conferma una vera forza della natura. Anche le canzoni in gara acquisiscono nuove sfumature grazie al rinnovato ascolto e se Nek straconvince e coinvolge il pubblico con la sua “Fatti avanti amore”, Marco Masini e Malika rientrano a pieno titolo tra i papabili vincitori insieme agli acclamatissimi ragazzi de Il Volo a cui il pubblico ha riservato almeno una standing ovation a serata.

Non superano lo scoglio dell’eliminazione Anna Tatangelo, l’eroico Raf, la malinconica Lara Fabian e l’improbabile duo Biggio- Mandelli. Il testo più amato rimane “Io sono una finestra” portato in gara da  Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi, un brano intenso, delicato, intimo. Sospesi in un limbo i Dear Jack, Irene Grandi, Nesli, Grignani, Britti, Moreno e Fragola.  Screditata all’unanimità  Bianca Atzei, in grande crescita artistica Annalisa e Chiara. Per quanto riguarda i super ospiti: scandente la perfomance a sorpresa di Gabriele Cirilli, decisamente migliore quella della sempre brava Virginia Raffaele nei panni di Ornella Vanoni, simpatica l’intervista al ct della nazionale italiana Antonio Conte, coinvolgente l’esibizione del francese The Avener, globalmente malvista quella di Giovanni Allevi. Per concludere, non rimane che scoprire quali saranno gli ultimi colpi in canna che Carlo Conti si è riservato in vista della finalissima, c’è da scommettere che ce ne sarà per tutti i gusti.

Raffaella Sbrescia

Festival di Sanremo: “Se telefonando” interpretata da Nek è la migliore cover. Il racconto della serata

Nek

Nek

Anche per la terza serata dedicata alle cover, il Festival di Sanremo targato Carlo Conti si conferma campione di ascolti raccogliendo l’attenzione di oltre 10 milioni di telespettatori.  Davvero ben riuscita la scelta di presentare le nuove proposte in apertura: il talentuoso Giovanni Caccamo batte la raffinata Serena Brancale mente l’intensa Amara ha la meglio sull’acerba Rakele. Divide il pubblico l’esibizione di Federico Paciotti ( ex Gazosa) con la versione elettrorock di “E lucevan le stelle” di Puccini. Una commistione di generi, epoche e colori che ha fatto storcere il naso a tanti e che, in effetti, è apparsa davvero molto forzata. La gara delle cover ha purtroppo deluso molte aspettative, tanti sono gli artisti caduti impietosamente sia per la mancata intonazione che per la scelta azzardata dell’arrangiamento. Un mare magnum di scelte a caso, in alcuni casi persino sacrileghe. Si parte da “Rose rosse” (Massimo Ranieri) con Raf che, seppur parzialmente giustificato perché afflitto da una brutta bronchite, è stato protagonista di una pessima performance. Irene Grandi colora il proprio Festival con una bella versione di “Se perdo te” (Patty Pravo) mentre Moreno banalizza un po’ troppo “Una carezza in un pugno” ( Celentano) con un arrangiamento non in linea con il brano. Elegante e sofisticata l’interpretazione di Anna Tatangelo di “Dio come ti amo”, uno dei brani più difficili di Modugno.

Sorprendente, femminile e coinvolgente Chiara con una personalissima rivisitazione de “Il volto della vita” di Caterina Caselli. Senza infamia e senza lode Neslie in “Mare mare” (Luca Carboni). Grintoso, convincente, veracemente sul pezzo Nek che si aggiudica, meritatamente, il premio di migliore cover con un ottimo restyling di “Se telefonando” (Mina). Non convincono del tutto i Dear Jack con “Io che amo solo te” di Endrigo, troppe schitarrate su un pezzo meritevole di tutt’altro tipo di poesia. Veramente pessima l’esibizione di Grazia di Michele e Platinette sulle note di “Alghero”, il grande successo di Giuni Russo”, il siparietto alla Thelma & Louise non riesce a sdrammatizzare la totale mancanza di intonazione e sintonia vocale tra i due, da dimenticare. Oltraggiosa anche Bianca Atzei che ha osato mettere mani e voce su “Ciao amore ciao” dell’indimenticabile Luigi Tenco, incommentabile. Tante stonature anche per Alex Britti in “Io mi fermo qui” dei Dik Dik, purtroppo il canto è tallone d’achille del bravo musicista romano. Anonimo Lorenzo Fragola in “Una città per cantare” di Ron, il giovane si limita ad eseguire il proprio compitino senza aggiungere nulla di interessante. Intensa e potente l’interpretazione de Il Volo di “Ancora” (Luciano De Crescenzo), veramente audace e coinvolgente Annalisa che strega il pubblico con una spettacolare versione di “Ti sento” (Matia Bazar).

Non convince, invece, Lara Fabian forse troppo ripetitiva e malinconica in “Sto male” (Ornella Vanoni). Tormento e pathos scandiscono anche la cover di Gianluca Grignani che ha scelto “Vedrai vedrai” di Tenco ma, letta in un’ottica interpretativa, la sua scelta risulta vincente. Ammaliante, raffinata, padrona del palco, delle parole e delle note è Malika Ayane, perfetta interprete di “Vivere”, un complesso brano dell’iconico Vasco Rossi. Chiude il giro delle cover il bellissimo e sentito omaggio di Marco Masini all’amico Francesco Nuti sulle note di “Sarà per te”.

Per quanto riguarda le ospitate, davvero molto bello il medley offerto dagli Spandau Ballet, attesissimi in Italia anche per il concerto di Marzo, grande dispiacere per il problema tecnico che ha danneggiato l’esibizione dei bravissimi Saint Motel sulle note del loro successo “My Type”, emozione e incertezza per la “diretta” del collegamento con l’astronauta Samantha Cristoforetti, sincere risate con gli irriverenti Luca e Paolo ma soprattutto con Arisa che, reduce da un piccolo infortunio, ha divertito il pubblico con un inaspettato e spassosissimo siparietto. Decisamente oltre le righe  Massimo Ferrero (viperetta), il presidente della Sampdoria è apparso davvero su di giri sul palco dell’Ariston: incontenibile. Il sipario cala oltre l’una di notte, la stanchezza è palpabile ma Conti ma può dire di esserla cavata anche stavolta.

Raffaella Sbrescia

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