Soundtracks live: le opere d’arte sonore di Apparat al Fabrique di Milano. Il report

Apparat live ph Luigi Maffettone

Apparat live ph Luigi Maffettone

Un’esperienza totalizzante, che raccoglie i pensieri,  i sensi, i muscoli. Tutto questo è un live di Sascha Ring, aka Apparat, il dj e compositore tedesco noto per le sue creazioni sonore fuori dagli schemi. La consacrazione definitiva, sancita  dagli eccellenti riscontri ottenuti dalle musiche originali per “Il giovane favoloso”, il film del regista napoletano Mario Martone sulla vita di Giacomo Leopardi, candidato a ben 14 David di Donatello, lo ha riportato in Italia con “Soundtracks live”. Un concerto che ha toccato diverse città italiane e che lo scorso 3 ottobre è arrivato anche al Fabrique di Milano. Bar chiusi e telefonini rigorosamente spenti per una performance autorevole, seria, che non ammette distrazioni. Ogni minimo dettaglio è necessario e sufficiente affinchè lo spettatore non perda nemmeno una nota dii flussi sonori costruiti con cura artigianale e dal fascino ancestrale. Affiancato dalle creazioni visive dei Transforma Visuals, il gruppo di artisti che ormai da tempo firma le creazioni visive pensate per  entrare nel fulcro embrionale degli ambienti sonori di Apparat, l’artista tedesco fonde abilità e ingegno, progresso e tecnologia ma anche visione creativa e suggestione estemporanea.

Apparat live ph Luigi Maffettone

Apparat live ph Luigi Maffettone

Il merito più importante di Apparat e degli eccezionali musicisti che lo accompagnano sul palco è quello di riuscire a far confluire tutti questi elementi all’interno di creazioni sonore, vere e proprie opere d’arte, in grado di offrire un’ininterrotta serie di emozioni ed interpretazioni. Echi, richiami, prismi di colori, arcobaleni di suoni sono costruiti, cercati e condivisi con l’intento, assolutamente riuscito, di creare un incantesimo sonoro di una bellezza tanto intensa quanto indescrivibile.

Apparat live ph Luigi Maffettone

Apparat live ph Luigi Maffettone

Apparat coniuga tradizione e sperimentazione attraverso imprevedibili innesti di suoni e di note. Un viaggio continuo che, pur non conoscendo pause, riesce a spostare di volta in volta il baricentro interpretativo di ogni singolo spettatore che, in questo modo, diventa parte integrante di un universo quantistico carico di energia. Una tensione viva, palpabile, fruibile in grado di creare un contesto magico in cui la musica di Apparat rappresenta un irresistibile richiamo al sublime fascino di una bellezza eterea e perturbante al contempo.

Raffaella Sbrescia

Sergio Cammariere incanta Milano con elegante immediatezza. Il report del concerto al Teatro Manzoni

 

SERGIO CAMMARIERE ph. Alessio Pizzicannella

SERGIO CAMMARIERE ph. Alessio Pizzicannella

Eravamo stati al concerto di Sergio Cammariere lo scorso 26 gennaio al Teatro Dal Verme di Milano e, memori delle forti emozioni regalateci dal cantautore, siamo tornati ad ascoltarlo dal vivo lo scorso 29 settembre al Teatro Manzoni, nell’ambito della rassegna Expo a Teatro. Accompagnato da una formazione inedita composta dagli ottimi Amedeo Ariano alla batteria, Francesco Puglisi al contrabbasso, Bruno Marcozzi alle percussioni ed il celebre sassofonista Javier Girotto, Cammariere ha incanalato subito pensieri ed energie in un cammino costellato di suggestioni ed ispirazioni estemporanee. Affiancando eleganza e ricercatezza ad immediatezza e semplicità, l’artista ha subito saputo creare un’atmosfera intima e raccolta. Partendo dall’intenso e struggente “Tema di Malerba”, la storia di un ergastolano come la raccontano nel loro romanzo Carmelo Sardo e Giuseppe Grassonelli, il cantautore di Crotone delinea i tratti principali di un cammino indirizzato verso un tipo di emozione decisamente più sedimentata e quindi più difficile da carpire. Un tipo di coinvolgimento  sensoriale che scava sotto la superficie e che, proprio per questa ragione, raggiunge un livello di intensità che supera aspettative e convenzioni. Concedendo ampio spazio ai brani del primo album “Dalla pace del mare lontano”, Cammariere ripercorre in lungo e in largo i tratti salienti del suo percorso da globetrotter della tastiera. I plus del concerto sono i numerosi e graditissimi preludi ed interludi strumentali improvvisati a più riprese suscitando un’immediata ed entusiasta risposta da parte del pubblico.

“Ormai considero Milano come una città vicina al mio cuore e ai miei sentimenti – spiega il cantautore –  Questo sarà un concerto vibrante e ricco di emozioni, le stesse che proveremo noi tutti su questo palco e che speriamo di trasmettere a tutti voi”. E così è stato tra storie che tranciano il cuore e altre che ne curano le ferite con ammirevole maestria. L’amore raccontato in lungo e in largo è la chiave di volta per entrare nelle viscere di un repertorio vasto come quello di Cammariere, capace di trovare anche lo spazio e l’entusiasmo di eseguire qualche brano a richiesta per un’ indimenticabile parentesi piano e voce: “Sul sentiero”, “Vita d’artista”, “E mi troverai” sono i frutti di questo particolare momento del concerto. Il picco del coinvolgimento emotivo arriva sulle note di “Tutto quello che un uomo”, brano particolarmente significativo per Cammariere che, infatti, non perde occasione per sottolinearlo chiedendo al pubblico di cantarne una strofa tutti insieme. Il risultato è da pelle d’oca, il minimo se consideriamo l’eccelsa qualità strumentale e l’intensa forza espressiva di canzoni che sono vere e proprie poesie.

Raffaella Sbrescia

Mika in concerto a Milano: incanto e magia in un Heaven di emozioni

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Magia, spensieratezza, allegria e a “little bit of love”. Il quarto concerto italiano di Mika al Mediolanum Forum di Assago (Milano), nell’ambito del No Place in Heaven Tour, è la celebrazione dei sentimenti. Divo senza divismi, Mika è diverso da tutti gli altri, non cerca trucchi, non si affida alla tecnologia, crea una fiaba in cui i protagonisti sono gli outsiders con i loro piccoli difetti da mettere in  bella mostra. Genuino, disinvolto, scatenato Mika entra nel cuore del pubblico con immediatezza e lucida efficacia. Lo show è un tripudio di colori e sonorità pop ma non rinuncia all’autenticità del lavoro artigianale ed è così che nell’arco di due ore Mika ci porta alla scoperta della sua personalità con una nuova consapevolezza di sé e della sua arte. Anche la scenografia è la materializzazione di un sogno, si tratta si un paesaggio urbano stilizzato in colori pastello che rispecchia l’animo multiforme di Mika e che esclude l’impatto tecnologico a favore di un coinvolgimento emotivo più intenso.

L’artista sale sul palco intorno alle 21.00 cantando “No place in Heaven” quasi celandosi dietro un impermeabile ed un grosso cappello, appoggiandosi ad una roulotte che si rivelerà essere un palco nel palco . Un inizio in sordina, quasi enigmatico. L’energia cresce e si sviluppa in maniera lenta, inesorabile, quasi viscerale: la scenografia si arricchisce e si espande insieme ai ritmi e i toni dei brani e delle gag con cui Mika coinvolge il pubblico creando un’onda emotiva impattante. “Stasera mi sento un po’ a casa mia – spiega l’artista di origine libanese – Sapete cosa facciamo quando siamo a casa mia? Cantiamo!” E via, su e già per il palco senza fermarsi mai, senza risparmiare sorrisi e sudore. Big Girl (You Are Beautiful), Good Wif, Grace Kelly, Boum Boum Boum, Talk About You, Good Guys, Origin Of Lov, Relax, Take It Easy. Mika spazia con disinvoltura tra le hits che l’hanno reso celebre in tutto il mondo e i brani del suo ultimo album di inediti in cui racconta davvero molto di sé.

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Il climax del concerto è racchiuso in “Underwater”, un momento di emozione tanto autentica quanto inaspettata. Con il sorriso di un bambino ed uno sguardo ricolmo di commozione, Mika guarda estasiato il gioco di luci creato dagli smartphones degli spettatori: “Non ci sono mai state tante stelle a Milano, scherza, Facciamo gli scemi tutti insieme, senza orgoglio e senza vergona”, esortando il pubblico a lasciarsi andare dirigendo una spettacolare coreografia di luci e di voci. Costantemente al di sotto di un glitteratissimo mappamondo-mirrorball, Mika riesce a far ballare anche i più abbottonati “senza pensare alle conseguenze, perché a Milano mi sento a casa, e a casa non ci sono conseguenze”.

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Mika live @ Mediolanum Forum ph Francesco Prandoni

Di grande impatto anche il duetto con Chiara Galiazzo sulle note di “Stardust”, senza dimenticare la super triade composta da Happy Ending, We Are Golden, Love Today. Con l’animo leggero e lo sguardo disteso, Mika si avvia al finale dello show con grinta: “Prima di andare via, facciamo un po’ di rumore”, e così sia. I bis chiudono la festa pop con Last party ed inedite rime in italiano, frutto di una traduzione maccheronica di “Lollipop”, cantata ancora in duetto con Chiara Galiazzo e che, nonostante la leggerezza della  melodia,  nasconde un messaggio malinconico: “L’amore ti deluderà”, canta Mika, mostrando fino all’’ultimo istante ogni singola sfumatura della sua anima così colorata e altrettanto stimolante.

Raffaella Sbrescia

La scaletta del concerto

No Place in Heaven
Big Girl (You Are Beautiful)
Good Wife
Grace Kelly
Boum Boum Boum
Talk About You
Good Guys
Origin Of Love
Relax, Take It Easy
L’amour fait ce qu’il veut
Staring at the Sun (Tant que j’ai le soleil)
Promiseland
Underwater
Elle Me Dit
Happy Ending
Stardust (con Chiara Galiazzo)
We Are Golden
Love Today

Encore
Last Party
Lollipop  (con Chiara Galiazzo)

 

Gino Paoli e Danilo Rea artigiani delle emozioni in “Due come noi”. Il live report del concerto al Teatro Manzoni di Milano

«Io e Danilo amiamo la musica. La musica è magia perché trasforma le sensazioni in emozioni. Questa sera noi due faremo un viaggetto nella bella musica senza nient’altro intorno, ci saremo soltanto io, così come sono e Danilo, così com’è. Non me ne frega un cazzo delle luci e della scenografia, la musica non ha bisogno d’altro. Noi inseguiamo l’emozione e quasi tutte le sere riusciamo a trovarla. Speriamo che un po’ di questa emozione arrivi anche a voi». Sono queste le parole con cui Gino Paoli ha introdotto “Due come noi” il concerto in duo con il famosissimo pianista Danilo Rea sul palco del Teatro Manzoni di Milano, nell’ambito di “Expo a teatro”, la rassegna di grandi eventi internazionali che animeranno il celebre teatro meneghino. Una serata speciale per lasciarsi coinvolgere, scuotere, sondare, commuovere da una voce e da un pianoforte.

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Gino Paoli e Danilo Rea

Via, si salpa sull’oceano di note italiane ed internazionali con “Una furtiva lagrima”, “Time after time”, “O’ Sole mio”, “Sapore di sale”. Gino e Danilo spaziano in lungo e in largo, contaminano, sperimentano, inventano nuove interpretazioni di canzoni dal fascino indelebile. «La mia vita è stata molto lunga -  spiega Gino Paoli – Quando avevo vent’anni neanche pensavo di arrivare a sessanta, eppure è successo; la vecchiaia è una malattia che prendono tutti. Nel corso di questo lunghissimo viaggio, ho avuto tanto, sono stato bene e ho avuto molta fortuna eppure ho un grosso rimpianto: non ho trascorso abbastanza tempo con le persone che amavo. Il ricordo è rimasto ma anche quello pian piano si sbiadisce per poi sparire. In genere quel che resta non è che quello che si è ricevuto ma quello che abbiamo dato – continua Paoli – ecco, alcuni miei amici mi hanno dato delle belle canzoni e noi vogliamo ricordarli con quelle».

 E il viaggio riprende a vele spiegate, il timoniere è Danilo Rea mentre Paoli è l’esperto marinaio.  “Bocca di Rosa” (strumentale) di Fabrizio De Andrè, “Vedrai  vedrai” di Luigi Tenco e “Il nostro concerto” di Umberto Bindi sciolgono letteralmente il cuore. «Non so esprimermi al meglio parlando, forse lo fanno meglio le canzoni per me», racconta Gino Paoli al pubblico estasiato, ed è così per davvero. “Un addio”, “La gatta”, “Fingere di te”, “Como fue” di  Ernesto Duarte Brito sono i brillanti scelti per arricchire una scaletta sempre diversa: «Ogni sera cambiamo tutto, ci reiventiamo, riarrangiamo i brani – racconta, divertito, Gino Paoli – Il jazz è musica inventata mentre stai suonando o cantando. Il jazz è una mentalità, ciò che avviene in quel momento è irripetibile ed è proprio per questo che il jazz ci piace moltissimo». “Che cosa c’è”, “Passione” di Libero Bovio, per una preziosa incursione nella musica napoletana di primo ‘900, “Sassi” e l’immancabile tributo al maestro Jacques Brel, “Albergo a ore”, “Reginella”, “Il cielo in una stanza”, poi gli acclamatissimi bis: “Una lunga storia d’amore”, “Senza fine” e, per concludere, la bellissima “Ti lascio una canzone”, il brano che ha dato il là a questa meravigliosa avventura in duo con cui Paoli e Rea rinnovano, ogni volta, una piccola, preziosa, imperdibile magia.

Raffaella Sbrescia

Campovolo 2015: Ligabue, trecentomila mani e 41 canzoni per la “festa delle feste”

Ligabue live @ Campovolo (scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell'artista)

Ligabue live @ Campovolo (scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell’artista)

“Ricordo che prima di fare il cantante pensavo che 25 anni nella musica fossero un’infinità.  Ad esempio: i Beatles hanno fatto i Beatles per 10 anni. Vivendoli, però, mi sono veramente volati, credo che sia stato per l’intensità con cui li ho vissuti. Ovviamente non è stato tutto rose e fiori. Quando ho avuto i momenti più duri e, credetemi, ce ne sono stati più di quanti voi non pensiate, io ho sempre potuto sapere una cosa: che potevo contare su di voi e questa è stata una costante di questi 25 anni. È per questo motivo che se la Pennetta, dopo aver vinto i Master ha deciso di ritrarsi, io dopo il mio Campovolo non decido di ritirarmi perché, e ci tengo che lo sappiate, se io posso contare su di voi, fino a quel momento voi potrete contare su di me”. Con queste intense parole intrise di profonda emozione e gratitudine, Luciano Ligabue ha chiuso la grande festa di Campovolo, il suo concerto più lungo di sempre ( 3 ore e 30) con cui ha scelto di festeggiare i suoi primi 25 anni di carriera. I numeri sono tutti da record: 70 metri di palco, 780 metri quadri di un unico megaschermo concavo (il più grande mai realizzato in Italia), un impianto luci megagalattico, 2.000.000 di watt uscenti dalle casse posizionate in tutta l’area concerto, 3 band in altrettanti set ma soprattutto 150.000 fan accorsi da ogni parte d’Italia per un incasso finale di 7,5 milioni e mezzo di euro.

Ligabue live @ Campovolo (scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell'artista)

Ligabue live @ Campovolo (scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell’artista)

Alle 20.30 in punto una radio gracchia e si sintonizza su una stazione che trasmette le note di “Balliamo sul mondo”. Le lancette tornano magicamente al 1990: il “giorno dei giorni” di Ligabue, può finalmente avere inizio con l’esecuzione live per intero, e in rigoroso ordine di scaletta originale, del disco d’esordio intitolato “Ligabue”. Accompagnato dai ClanDestino, la band dell’epoca composta da Gigi Cavalli Cocchi, Luciano Ghezzi, Max Cottafavi e Giovanni Marani, Ligabue canta con vibrante emozione, occhi fieri e petto gonfio di felicità. L’attenzione ai dettagli e alla memoria storica è l’elemento che fa davvero la differenza. La perla di questa prima trance di concerto è “Piccola stella senza cielo”, proposta esattamente come nei live di allora con le citazioni di “Riders on the storm”, “Knockin’ on heaven’s door”, “See me feel me”, “Because the night” e “Gloria”, arricchita col sax di Emiliano Vernizzi, presente anche in “Sogni di rock and roll”. Magica anche “Non è tempo per noi”, per la prima volta arrangiata nella stessa versione del  disco, in cui la parte di banjo viene affidata ad Anchise Bolchi che interverrà anche col violino in “Angelo della nebbia”. Spazio anche per canzoni “poco fortunate” come “Radio Radianti”. Protagonista  del secondo set live, eseguito anch’esso per intero,  è “Buon compleanno Elvis”. Stavolta ad accompagnare Ligabue, oltre a Pellati ci sono Antonio “Rigo” Righetti, Mel Previte e Fede Poggipollini, altresì noti con il nome de La Banda, i musicisti dell’album dei record ( 1.500.000 copie vendute). Ospiti del set: Max Lugli all’armonica e Pippo Guarnera all’organo Hammond. Sullo sfondo, i contributi spaziano tra passato e presente, tra regia live e immagini d’epoca. Liga è attento a tutto e gioca spesso a cambiarsi d’abito specificando: “Vorrei chiarire che non sto per diventare un fotomodello, per chi non se ne fosse accorto sono semplicemente andato a ripescare alcuni capi originali dei miei videoclip dell’epoca”.  Emozionante anche il brindisi con il suo storico manager Claudio Maioli. Veramente indimenticabile la celebre “Certe notti” anche se non mancano di fascino grandi successi come “Quella che non sei”, “Viva!” e “Hai un momento, Dio?”. In scaletta anche “La forza della banda”, “Non dovete badare al cantante”, “Un figlio di nome Elvis”,  ”Il cielo è vuoto o il cielo è pieno” e una commovente versione di “Leggero”.

Ligabue live @ Campovolo (scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell'artista)

Ligabue live @ Campovolo (scatto pubblicato sulla pagina Facebook dell’artista)

Per l’ultimo e attesissimo set, con relativa a scaletta a sorpresa,  Liga arriva sul palco con Il Gruppo: Michael Urbano, Davide Pezzin, Fede Poggipollini, Niccolò Bossini e Luciano Luisi. Luciano rovista tra la sua discografia e infiamma il pubblico infilando una hit dopo l’altra con Giro del mondo : “C’è sempre una canzone”, “Il meglio deve ancora venire”, la prima esecuzione dal vivo di “A modo tuo”, apprezzatissima da Elisa presente tra il pubblico insieme a tanti amici e colleghi del rocker di Correggio, “Non ho che te”, “Sono qui per l’amore”, “Urlando contro il cielo”, “Ho perso le parole”, “Si viene e si va”, “Il muro del suono”. Menzione speciale per “Buonanotte all’Italia”, intensa versione proposta con la proiezione delle foto di alcuni illustri personaggi che hanno segnato la storia del nostro Paese, alternati a persone care nella vita personale e musicale di Luciano. Le ultime perle in scaletta sono “A che ora è la fine del mondo”, “Tra palco e realtà”,  l’intensa “Il giorno di dolore che uno ha” (per buttare fuori tutto in 5 minuti) e la definitiva “Con la scusa del Rock and Roll”. A chiudere la festa, un incredibile spettacolo pirotecnico per illuminare a giorno la notte ricolma di stelle di Campovolo. Ancora una volta Luciano Ligabue ha alzato l’asticella per regalarci e regalarsi un pezzetto di storia da custodire nel cuore.

Raffaella Sbrescia

La festa di note di Goran Bregović chiude il Pomigliano Jazz in Campania

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Si chiude all’insegna dell’interculturalità l’edizione 2015 del Pomigliano Jazz in Campania. Con il concerto di  Goran Bregović e la sua “Wedding and Funeral Orchestra”, composta da cinque fiati, due coriste e un percussionista cantante,  l’anfiteatro romano di Avella, in provincia di Avellino, si è trasformato in un festoso catino di emozioni. Il celebre musicista e compositore bosniaco durante la serata ha presentato il suo ultimo progetto discografico dal titolo “If you don’t go crazy, you are not normal” ovvero “chi non diventa pazzo non è normale”. Presenti in scaletta anche alcuni brani tratti dagli album “Alkohol” e “Champagne for Gypsies”, oltre che i memorabili successi della soundtrack di “Underground” come “Mesecina” e “Kalashnikov”. La performance è stata intensa e trascinante al punto da far ballare proprio tutti, anche i più restii delle prime file. Grazie alla sua speciale formula sperimentale Goran Bregović  fonde jazz, tanghi e ritmi folk slavi, suggestioni e polifonie di ieri e di oggi impossibili da etichettare e tutte da assaporare fino all’ultima nota.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone e Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Luigi Maffettone

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

Goran Bregovic @ Pomigliano Jazz in Campania ph Anna Vilardi

 

 

 

 

 

 

 

Roy Paci & Aretuska in concerto all’Arenile di Bagnoli. Le foto

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

La nuova stagione di eventi e concerti all’Arenile di Bagnoli, il noto complesso partenopeo completamente ristrutturato e modernizzato, inizia con l’atteso live di Roy Paci & Aretuska. Il trombettista e cantautore siciliano è ritornato a Napoli con la sua band confermando ancora una volta il forte legame musicale con questa terra: «Un certo panorama musicale partenopeo – 99 Posse, Almamegretta, Enzo Avitabile, Napoli Centrale, solo per citarne alcuni – fa parte della mia storia, del mio percorso. Napoli rimane per me la capitale mediterranea della musica, crocevia di contaminazioni, un patrimonio per tutta l’Italia». Queste le parole con cui Roy aveva annunciato il concerto che, in effetti, è stata una vera e propria festa all’insegna della condivisione e della leggerezza.

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

Roy Paci & Aretuska live @ Arenile ph Luigi Maffettone

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La festa di J Ax al CarroPonte: un sold out per festeggiare “Il bello d’esser brutti”, l’album della riscossa

J Ax @ PhotoCirasa

J Ax @ PhotoCirasa

“Sono felicissimo. Questa è l’ultima data del tour che mi ha dato più soddisfazioni in assoluto. Vedo gente che era qui anche al CarroPonte di tre anni fa, prima della tv e di tutto il resto”. Con queste parole J-Ax ringrazia il numerosissimo pubblico accorso all’ex-Breda, sempre più punto di riferimento per la musica italiana. L’unica data milanese del tour estivo del cantautore rap ha consacrato l’inarrestabile successo de “Il Bello d’Essere Brutti Summer Tour”, affiancato dal clamoroso successo  riscontrato dall’ultimo album di inediti di J-Ax. Dopo il doppio platino, 7 mesi di permanenza in classifica FIMI e quasi 52 milioni di visualizzazioni su Youtube con il tormentone estivo “Maria Salvador”, Alessandro Aleotti si gode la sua riscossa e la dedica interamente al suo pubblico.  Ad aprire il concerto, caratterizzato da una scaletta composta da sole hits, sono Caneda e Weedo. Poco dopo l’Accademia delle Teste Dure fa il suo ingresso sul palco e J Ax parte subito con una triade di fuoco: Spirale Ovale, La tangenziale, Domani Smetto. L’umore è alle stelle e la cosa si evince anche dalla voce dell’artista. Bellissima, anche dal vivo, L’uomo col cappello oltre a Gente che spera e l’esilarante title track Il bello d’esser brutti. Ax, visibilmente emozionato, non perde occasione per ringraziare al pubblico e sottolineare la sua stessa sorpresa di fronte a tanto affetto: “Spero di trovare le parole giuste per raccontarvi le emozioni che mi ha regalato questa riscossa, per dirvi cosa siete stati capaci di farmi fare, per spiegarvi cosa significa per me essere ancora musicalmente rilevante”.

J- Ax LIVE @ CarroPonte (uno scatto tratto dalla pagina Facebook dell'artista)

J- Ax LIVE @ CarroPonte (uno scatto tratto dalla pagina Facebook dell’artista)

L’artista alterna i brani del nuovo disco con le pietre miliari del proprio repertorio come l’intenso brano Non è un film. Momento divertimento con Weedo  sul palco per  The Pub song, grande sorpresa per l’imprevista ospitata dei Club Dogo al gran completo per eseguire dal vivo Old Skull. Non mancano parole di sincero affetto anche per Fedez, presente sul palco per cantare Bimbiminkia: “Fedez è un fratello che ha rischiato tutto insieme a me creando Newtopia”, spiega J Ax. Grande entusiasmo anche per Nina Zilli, che dopo aver eseguito Uno Di Quei Giorni , è stata ringraziata da J Ax per aver creduto in lui. Lampi di fuoco e pole dance per il gran finale con la hit dell’Estate Maria salvador, cantata ovviamente insieme a Il Cile. Grazie a esperienza, immediatezza, tecnica e personalità J Ax ormai è una star.

 Raffaella Sbrescia

La scaletta

Spirale Ovale
La Tangenziale
Domani Smetto
Sono di moda
Più Stile
L’Uomo col Cappello
Gente che Spera
Caramelle
Il Bello d’Esser Brutti
Non E’ un Film
Medley Debby
Meglio Prima
Decadance
Immorale
Sopra la Media
The Pub Song (feat. Weedo)
Hai Rotto il Catso
Miss & Mr. Hyde
Medley Giusy
Old Skull (feat. Club Dogo)
Bimbiminkia (feat. Fedez)
Ribelle e Basta
Piccoli per Sempre
Uno di quei Giorni (feat. Nina Zilli)
Intro
Rap and Roll
Maria Salvador (feat. Il Cile e Giada Accorti Pole Dance)
Outro

 

 

Il Jazz Italiano per l’Aquila: le foto della mobilitazione a sostegno della ricostruzione della città

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Domenica 6 settembre c’è stata la grande mobilitazione di tutto il jazz italiano per animare con i suoni del jazz il centro storico della città in ricostruzione e contribuire nell’opera di sensibilizzazione indirizzata ad accelerare i tempi della ricostruzione dell’Aquila. Fortemente voluta dal Ministro Dario Franceschini, dal Sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e dal musicista e direttore artistico Paolo Fresu, e grazie al sostegno della Società Italiana degli Autori ed Editori, con il contributo di Puglia Sounds, l’iniziativa ha coinvolto 600 jazzisti per 100 concerti in sole 12 ore.

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Una giornata che passerà alla storia come il momento jazzistico più ricco e importante che abbia mai avuto il nostro Paese. La maratona musicale ha avuto inizio alle ore 12,00 per terminare intorno alla mezzanotte. L’impegnativo allestimento della manifestazione, nei luoghi decentrati e sul palco centrale di Piazza Duomo è stato curato dal Comune dell’Aquila con venti diverse postazioni disseminate lungo un percorso a stretto contatto con i cantieri della ricostruzione e attraverso la suggestiva e drammatica vicinanza con i luoghi, i palazzi ed i monumenti che lentamente stanno iniziando a rivivere.

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il percorso musicale, indicato man mano dalle marching band, ha coinvolto la Basilica di San Bernardino, la Chiesa di San Giuseppe Artigiano, il Chiostro di San Domenico, i Portici di Via San Bernardino, Piazza dei Gesuiti, Via del Castello, Largo Tunisia, l’interno e l’esterno del nuovo Auditorium, Piazza Chiarino, Via Borgo Rivera, la Fortezza, la Fontana delle 99 Cannelle senza tralasciare i numerosi happening improvvisati; il tutto si è concluso in Piazza Duomo per il concerto serale.

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Dai gruppi stabili più noti fino alle Big Band, passando per le marching band fino ai combos di insieme dei conservatori e delle scuole e a tantissimi giovani talenti, ai gruppi espressione di festival o realtà regionali, la risposta del mondo del jazz italiano è stata unanime e positiva. La partecipazione massiccia dei musicisti e di tutti gli operatori del settore conferma quanto oggi il jazz italiano sia sempre più vivo e dinamico. Lo è sia nelle sue espressioni artistiche sia nella fitta rete di realtà che lo rappresentano su tutto il territorio nazionale, realtà che da qualche anno dialogano tese alla costruzione di un progetto comune con l’obiettivo di dare voce ad una musica oggi profondamente radicata nel nostro paese.

Fonte: Ufficio stampa

Photogallery a cura di: Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

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Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

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Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l'Aquila ph Luigi Maffettone

Il Jazz Italiano per l’Aquila ph Luigi Maffettone

 

 

Coinquilini: Dimartino e Colapesce incantano il pubblico del CarroPonte

Antonio Di Martino

Antonio Di Martino

“Per un po’ di tempo abbiamo rischiato di dover dividere un appartamento. Non è successo, ma abbiamo pensato che sarebbe stato comunque carino abitare il palco”. Con queste parole Colapesce e Di Martino, due dei più interessanti cantautori attualmente presenti all’interno dello scenario musicale italiano, hanno introdotto lo speciale concerto tenutosi lo scorso 9 settembre sul palco del CarroPonte di Sesto San Giovanni. “Conquilini” è, infatti,  il titolo di questo live in cui i due artisti siciliani hanno condiviso note, spazi ed emozioni. Entrambi protagonisti, con le rispettive band, di due set distinti, i due hanno infine dato vita ad un finale collettivo all’insegna della creatività e della fratellanza artistica. Ad inaugurare il concerto è il set di Antonio Di Martino che, pur attingendo dai capisaldi della canzone d’autore, è contraddistinto da una scrittura moderna e ricercatissima. “Sarebbe bello non asciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile”, canta Antonio, proseguendo il suo live con brani evocativi ed immaginifici che mordono il cuore e attanagliano la mente. Con le canzoni tratte dall’ultimo album di inediti “Un paese ci vuole”, Di Martino parla di una condizione umana in estinzione, uno status mentis che pian piano sta scomparendo ma risulta ancora necessario per vivere in modo autentico. “Come Una Guerra La Primavera”, “Niente Da Dichiarare”, “L’Isola Che C’è”, “Le Montagne”, “Calendari”, “Maledetto Autunno”,  “Cercasi Anima” e “Non Siamo Gli Alberi” dimostrano le ottime qualità di Antonio Di Martino sia dal punto di vista musicale che autorale.

Colapesce ph Laura Lo Faro

Colapesce ph Laura Lo Faro

Non è da meno il bravissimo Lorenzo Urciullo, in arte Colapesce, il cui tour accompagna l’uscita invernale dell’album “Egomostro”. Grazie alle sonorità assortite e arricchite da una sezione ritmica più marcata e da un buon contributo elettronico, gli arrangiamenti creano un vibrante tappeto per parole che toccano l’anima da vicino. Con il suo morbido cantato, dai chiari rimandi battistiani, Colapesce incentra i suoi testi sul mondo interiore e questa introspezione appare come una vera e propria sublimazione del vissuto personale. Le code di riff che scandiscono la fine di alcuni brani scuotono di tanto in tanto un’atmosfera sognante. “Entra pure”, “Egomostro”, “Sottocoperta”, Un giorno di festa”, “Brezsny”, “Reale”, “L’altra guancia”, Satellite”, “Maledetti italiani”, “Restiamo in casa” e “Bogotà” sono le canzoni che Colapesce ha scelto per emozionare il pubblico del CarroPonte. Gran finale con il rientro di Antonio Di Martino sul palco per concludere al meglio un concerto come non se ne sentivano da un pò di tempo con “Ormai siamo troppo giovani”,  ”Da cielo a cielo”, “Le foglie appese”, “Stati di grazia”,  ”Copperfield”.

Raffaella Sbrescia

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